La VII Edizione del PAC – Porto D’Arte Contemporanea, ad Acciaroli, è stata inaugurata con le mostre degli artisti Ilaria Abbiento e Gabriele Di Matteo, a cura di Valentina Rippa e Massimo Sgroi. Il progetto, con la Direzione Artistica di Valerio Falcone e sostenuto dal Sindaco di Pollica Stefano Pisani, gode del Matronato del Museo Madre – Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee di Napoli e del Patrocinio della Fondazione Plart, della Regione Campania, della Provincia di Salerno e del Comune di Pollica.
Ideato da Vincenzo Falcone, il progetto del PAC – Porto d’Arte Contemporanea, un museo diffuso tra il porto di Acciaroli, il Palazzo Vinciprova di Pioppi e il Palazzo Principi Capano di Pollica, rappresenta un vero e proprio unicum nel suo genere. Dal 2015 a oggi, hanno preso parte al progetto gli artisti Lello Lopez, Riccardo Dalisi, Angelomichele Risi, Sergio Fermariello, Vincenzo Rusciano, Bianco-Valente, Eugenio Giliberti, Miltos Manetas, Matteo Fraterno, Franco Silvestro, Sasà Giusto, Federica Limongelli, Gino Quinto e, per questa edizione dell’estate 2021, Gabriele Di Matteo e Ilaria Abbiento.
A partire dal concetto di museo esteso all’ambiente circostante, che nel caso specifico punta a mettere al centro la cultura mediterranea e le forze creative dell’area campana, si è strutturata nel corso degli anni una rete di relazioni tra artisti, critici, galleristi e intellettuali provenienti da ogni parte del mondo. L’edizione del 2021 vede protagonisti di Matteo e Abbiento che ha presentato per l’occasione la sua opera intitolata “Acquario”, installazione composta da una teca trasparente contente vari oggetti appartenenti alla ricerca dell’autrice e da una sua fotografia che ritrae un paesaggio marino.
La ricerca di Abbiento, incentrata sul tema del mare, prende le mosse da una profonda immersione introspettiva per restituire una narrazione poetica. L’artista, che si esprime secondo varie declinazioni della fotografia e del video fino alla dimensione installativa, elabora le sue opere mettendo in dialogo elementi materici e immagini, costellate talvolta da testi poetici e letterari. La sua pratica è dedicata all’esplorazione del paesaggio, rivelando geografie di pensiero e cartografie immaginarie da cui emergono le isole del suo arcipelago interno. Il suo studio è un osservatorio sul mare, elemento fluido e allegorico dell’esistenza, di cui ne osserva movimento, mutamento, tempera e temperatura. Nel mare si perde continuamente per ritrovarsi.
«Ho immaginato lo spazio come l’interno di una cabina di una nave, fuori c’è il suono del mare che bagna la costa, dentro elementi liquidi del mio oceano interiore racchiuso in una teca trasparente», ci ha raccontato l’artista, in merito ad Acquario. «È necessario immergersi nel profondo di noi stessi, nel flusso della nostra esistenza, per poi emergere in superficie e nuotare in questo immenso e meraviglioso mare che si chiama vita».
Per la curatrice Valentina Rippa, «La mostra, concepita per lo spazio intimo del PAC è un invito ad immergersi nell’acquario emozionale di un’artista che apre a visioni straordinarie, al lirismo, alla poesia, alla contemplazione. Immagini ed elementi senza tempo, dove la presenza umana, si lascia intuire solo attraverso una piccola installazione di reperti simbolici, alcuni appartenuti all’artista, altri no, questo non conta. Quello che conta è lasciarsi andare al fluire delle cose, alla stregua del mare che insieme alle stelle marine, restituisce un senso totale di libertà e bellezza».
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