Il 2023 di Palazzo Grassi e Punta della Dogana, tra icone e tesori fotografici

di - 21 Settembre 2022

Un giovanissimo Marlon Brando fissa intensamente la camera, il mento poggiato sulle mani incrociate sulla spalliera di una sedia bianca. Una fotografia di Jean Howard che racconta un secolo, almeno una certa parte. Tutto il resto – e sarà molto – lo scopriremo a “CHRONORAMA” mostra che aprirà il 2023 di Palazzo Grassi, sede di Venezia della Pinault Collection.

E appunto di collezioni prestigiose si parlerà, in questo 2023 di grande attesa post-pandemica e, probabilmente, ancora intra-bellica. Se infatti negli spazzi del Palazzo andrà in scena la mostra fotografica di capolavori tratti dagli archivi di Condé Nast, a Punta della Dogana attraverseremo gli highlights della stessa Pinault Collection, accomunati dal tema “Icônes”, icone, cioè immagini che sembrano trascendere se stesse, chi le ha realizzate e anche chi le guarda.

Il Teatrino di Palazzo Grassi

Oltre all’attività espositiva, in programma anche il consueto calendario di appuntamenti al Teatrino di Palazzo Grassi. Oggi, 21 settembre, il secondo incontro del ciclo di proiezioni “Intorno a Nauman”, organizzato nell’ambito di “Contrapposto Studies”, mostra dedicata al grande artista concettuale statunitense, già aperta nel 2021 a Punta della Dogana. La scaletta presenta il film “The Swimmer” (1968, 92′) di Frank Perry e una selezione di cortometraggi realizzati negli anni 1910 e parte degli archivi di Gaumont Pathé. Mercoledì 28 settembre il terzo appuntamento con, tra gli altri titoli, il film “Gerry” (2002, 103′) di Gus Van Sant. La rassegna proseguirà fino al 26 ottobre.

Yuri Ancarani, Atlantide (Still)

Sempre in tema di proiezioni, giovedì, 29 settembre, Yuri Ancarani presenterà “Atlantide”, film girato tra il 2019 e il 2021 seguendo un gruppo di ragazzi tra Venezia e le isole della laguna. L’opera ripercorre i riti e la quotidianità di quel passaggio all’età adulta, in una Venezia molto diversa da quella che si conosce, affollata e turistica. Sempre Ancarani organizzerà, dal 22 al 23 settembre 2022, anche una masterclass.

Porta la firma di Marlene Dumas la rassegna audiovisiva “Una specie di Tenerezza. Marlene Dumas fra parole e immagini” (3, 10, 17 e 24 novembre 2022). Un ciclo di proiezioni di film selezionati dall’artista, protagonista della mostra in corso a Palazzo Grassi, per avvicinare il pubblico al suo immaginario e ai temi che sottendono alle sue creazioni, come l’erotismo, la tragedia, l’innocenza e l’umorismo.

Manifesto Transpofagico ©2019 Nereu Jr

Protagoniste al Teatrino anche la musica contemporanea e le sue contaminazioni performative. Lunedì, 26 settembre, alle 19 è prevista la performance “TRANS- Manifesto Transpofágico”, parte del format TRANS- organizzato in collaborazione con Annalisa Sacchi (Università Iuav di Venezia). Il giorno successivo, il 27 settembre, andrà in scena “Manifesto Transpofágico”, opera teatrale di Renata Carvalho, all’interno della rassegna “Asteroide Amor” curata da Università Ca’ Foscari, Università Iuav di Venezia e Teatro Stabile del Veneto.

Per gli aggiornamenti sul programma completo, potete cliccare qui.

I tesori fotografici di CHRONORAMA

A cura di Matthieu Humery, aprirà il 12 marzo 2023 “CHRONORAMA”, mostra dal titolo polivalente – con il gioco linguistico tra “crono”, “tempo”, e “cromo”, “colore”, e il suffisso “orama”, cioè vedere, tutto etimologicamente greco – e il cui sottotitolo è doppiamente significante: “Tesori fotografici del 20° secolo”. Da un lato, si segnala infatti l’acquisizione della Pinault Collection di parte degli archivi di Condè Nast, la casa editrice di alcune delle pubblicazioni più influenti e caratterizzanti del XX secolo e oltre, come Vogue, Vanity Fair, Glamour e The New Yorker. Dall’altro, un racconto visivo dalla profondità storica e storiografica, proprio attraverso le fotografie pubblicate su quelle pagine.

MARGARET BOURKE-WHITE, Rooftop deck-tennis players, against Manhattan skyline, 1931, Vogue © Condé Nast

La mostra riunisce oltre 400 opere che riportano in vita il 20° secolo, attraverso eventi, fenomeni sociali e personalità illustri che lo hanno segnato. Circa 150 gli autori internazionali, tra fotografi e illustratori che hanno contribuito a definire l’estetica fotografica e artistica del tempo, come Edward Steichen, Berenice Abbott, Cecil Beaton, Lee Miller, André Kertész, Horst P. Horst, Diane Arbus, Irving Penn, Helmut Newton, Eduardo Garcia Benito, Helen Dryden e George Wolfe Plank.

BERT STERN, Twiggy wearing a mod minidress by Louis Féraud and leather shoes by François Villon, 1967, Vogue © Condé Nast

Il nucleo di immagini storiche in mostra è posto in dialogo con “Chronorama Redux”, un progetto che propone uno sguardo contemporaneo sulle opere di “CHRONORAMA” attraverso i lavori di quattro artisti: Tarrah Krajnak, Erik N. Mack, Giulia Andreani e Daniel Spivakov. «Le opere saranno allestite in quattro spazi espositivi diversi di Palazzo Grassi come interludi che irrompono nel percorso cronologico e lineare della mostra principale. Rinnovare lo sguardo, esplorare il rapporto con il tempo e le immagini, trasmettere testimonianze del passato: questi sono i principi della Pinault Collection, che si incarnano perfettamente in questo primo progetto inedito attorno gli archivi leggendari Condé Nast», spiegano gli organizzatori.

La mostra sarà visitabile fino al gennaio 2024.

SUZY PARKER, Snapshot of her famous sister, Dorian Leigh, 1954, Vogue © Condé Nast

Icônes, luci sulla Pinault Collection

In una sorta di dialogo tra archivi e collezioni, il 2 aprile 2023, a Punta della Dogana, aprirà invece “Icônes”. A cura di Emma Lavigne, direttrice generale Pinault Collection, e Bruno Racine, direttore e amministratore delegato di Palazzo Grassi – Punta della Dogana, la mostra riunisce una nutrita serie di opere realizzate da artisti quali Josef Albers, Maurizio Cattelan, Edith Dekyndt, David Hammons, Arthur Jafa, Donald Judd, On Kawara, James Lee Byars, Sherrie Levine, Agnes Martin, Paulo Nazareth, Camille Norment, Roman Opalka, Lygia Pape, Michel Parmentier, Philippe Parreno, Robert Ryman, Dayanita Singh, Rudolf Stingel, Danh Vo e Chen Zhen. Nomi iconici, appunto, al pari delle opere che saranno in esposizione e che promettono, dunque, un’esperienza mistica o quantomeno emblematica.

«Tra figurazione e astrazione, la mostra invoca tutte le sfaccettature dell’immagine nel contesto artistico – pittura, video, suono, istallazione, performance – attraverso una selezione di opere emblematiche della Collezione Pinault e di dialoghi inediti tra artisti che le sono particolarmente cari (David Hammons/Agnes Martin; Danh Vo/Rudolf Stingel; Sherrie Levine/On Kawara…)», spiegano. «La mostra intende rappresentare sia la fragilità sia la potenza delle immagini e il loro carattere polisemico: le opere diventano apparizioni, illuminazioni, rivelazioni, fino alla trasfigurazione».

La mostra sarà visitabile fino al 26 novembre 2023.

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