Le mostre del 2024 a Palazzo Strozzi di Firenze: tra gli attesi Anselm Kiefer ed Helen Frankenthaler

di - 7 Novembre 2023

Il 2024 di Palazzo Strozzi sarà all’insegna della pittura contemporanea nelle sue declinazioni più ampie, in ogni senso, come misure spaziali ma anche come libertà di azione: le due mostre che andranno a scandire la programmazione espositiva del prossimo anno del capolavoro di architettura rinascimentale di Firenze, infatti, saranno dedicate ad Anselm Kiefer e ad Helen Frankenthaler. Storie che si incrociano, dunque, in rigoroso equilibrio di genere, dalla Germania e dagli Stati Uniti, lungo la strada della riscoperta del misticismo di quella superficie piena di significati e stratificazioni che è la tela.

Attualmente e fino al 4 febbraio 2024, invece, a Palazzo Strozzi è fruibile la mostra Untrue Unreal, che raccoglie una serie di opere di Anish Kapoor, maestro della scultura e dell’installazione. Dal 2006 a oggi, la Fondazione Palazzo Strozzi ha organizzato oltre 70 mostre, dall’arte antica a quella moderna e contemporanea, coinvolgendo artisti come Ai Weiwei, Marina Abramović, Jeff Koons, Olafur Eliasson, fino a Donatello e al Verrocchio. Anche per il 2024, allora, Palazzo Strozzi mira a consolidare il suo ruolo di istituzione culturale di riferimento, con due mostre di richiamo.

«Il 2024 sarà un anno ricco di importanti appuntamenti a Palazzo Strozzi proseguendo la linea di grandi progetti dedicati ad artisti internazionali di primo piano del panorama dell’arte moderna e contemporanea», ha dichiarato Arturo Galansino, Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi. «Anselm Kiefer sarà protagonista in primavera con una grande mostra dal titolo Angeli caduti, creata per Palazzo Strozzi, che mostrerà la perdurante e originale forza della sua riflessione e della sua produzione tra storia e presente, materiali e pensiero. Altro rilevante appuntamento è la celebrazione di Helen Frankenthaler. Realizzata in collaborazione con la Fondazione Helen Frankenthaler di New York, la mostra Dipingere senza regole permetterà di scoprire l’arte libera e non convenzionale di una artista che ha segnato la storia della pittura e la figura della donna nel mondo dell’arte», ha continuato Galansino.

Anselm Kiefer a Palazzo Strozzi

Angeli caduti aprirà il 22 marzo e sarà visitabile fino al 28 luglio 2024. Conosciuto per le sue opere di forte impatto emotivo che, tra pittura, scultura e installazione, investigano i temi della memoria, del mito, della guerra e dell’esistenza, Kiefer presenterà un percorso di lavori storici e nuove produzioni, in dialogo con l’architettura rinascimentale di Palazzo Strozzi.

Nato nel 1945 a Donaueschingen, in Germania, Kiefer ha esordito sulla scena artistica tedesca alla fine degli anni Sessanta con opere controverse, che segnavano una riflessione sulle responsabilità e sugli strascichi della Seconda Guerra Mondiale, in particolare approfondendo e mettendo in discussione l’identità post-bellica della Germania. Nel 1980, insieme a Georg Baselitz, rappresentò la Germania Ovest alla 39ma Biennale di Venezia, ottenendo un riscontro internazionale.

Anselm Kiefer, 2022. Photo Georges Poncet

Oltre a realizzare dipinti, sculture, libri e fotografie, Anselm Kiefer è intervenuto in vari luoghi. Dopo aver trasformato in uno studio una vecchia fabbrica di mattoni a Höpfingen, in Germania, ha creato installazioni e sculture che sono diventate parte del luogo stesso. Alcuni anni dopo il suo trasferimento a Barjac, in Francia, Kiefer ha nuovamente trasformato la proprietà intorno al suo studio, scavando per creare una rete di tunnel sotterranei e cripte collegati a installazioni d’arte.

A cura di Arturo Galansino, la mostra di Palazzo Strozzi si propone di restituire la complessità dell’arte di Anselm Kiefer, celebrandone l’intreccio tra figura e astrazione, natura e artificialità, creazione e distruzione, in un progetto che coinvolgerà gli spettatori sia nello spazio fisico che in quello concettuale delle sue opere.

La libertĂ  di Helen Frankenthaler

Tra le artiste americane più importanti del Novecento, Helen Frankenthaler è considerata una pioniera della pittura contemporanea. Dipingere senza regole, la mostra a Palazzo Strozzi, visitabile dal 27 settembre 2024 al 26 gennaio 2025, presenterà un’ampia selezione di opere realizzate tra il 1953 e il 2002, provenienti dalla Helen Frankenthaler Foundation e in prestito da musei internazionali e collezioni private. Ma l’esposizione permetterà di scoprire anche le connessioni, le influenze e le amicizie dell’artista, attraverso un confronto con i lavori di suoi contemporanei, alcuni parte della sua collezione personale, come Anthony Caro, Morris Louis, Robert Motherwell, Kenneth Noland, Jackson Pollock, Mark Rothko, David Smith, Anne Truitt.

Nata a New York, nel 1928, e scomparsa nel 2011, Frankenthaler ha avuto un ruolo fondamentale nel passaggio dall’Espressionismo astratto al Color Field Painting, il movimento teorizzato dal critico Clement Greenberg e di cui fa la fondatrice, insieme ad artisti quali Mark Rothko, Clyfford Still, Hans Hofmann e Barnett Newman. La sua tecnica peculiare di imbibizione a macchia, ottenuta mescolando olio con trementina per rendere la vernice più traslucida, simile agli acquerelli, chiamata “soak stain”, ha ispirato generazioni di artisti e continua a farlo. Grazie all’eclettica immaginazione e alla capacità improvvisativa ha esplorato un nuova relazione tra colore e forma, espandendo le possibilità della pittura astratta. Colore e spazio, astrazione e poesia: l’arte di Helen Frankenthaler si distingue per la capacità nell’unire tecnica e immaginazione, ricerca e improvvisazione, andando oltre canoni, regole e convenzioni alla ricerca di una nuova libertà nella pittura.

Helen Frankenthaler, Open Wall (det.), 1953 © 2023 Helen Frankenthaler Foundation, Inc. / Artists Rights Society (ARS), New York / SIAE, Rome

In oltre 60 anni di carriera, si è imposta sulla scena artistica americana tramite un approccio “senza regole”, sfidando i limiti delle tecniche pittoriche ma anche le aspettative di genere dell’epoca. I suoi lavori sono stati esposti in numerose retrospettive, fra cui una nel 1989 al MoMA di New York.

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