Il campo d’azione dell’arte: Richard Artschwager a Roma

di - 18 Marzo 2021

Attraverso quindici opere, spalmate nell’arco temporale che va dal 1964 al 1987, da Gagosian Roma (fino alla fine di aprile) sono raccontati ventitré anni della lunga carriera di Richard Artschwager (1923 – 2013). Iniziata nei primi anni Cinquanta, come fabbricatore di mobili, per la precisione come ebanista, soprattutto di desk per uffici; proseguita nell’universo-sistema dell’arte – dopo il disastroso incendio che distrusse la sua bottega alla fine della decade – non senza poche difficoltà. In parte precursore, in parte visionario, Richard Artschwager, nonostante la sua prima mostra risalga al 1959 nella Art Directions Gallery di New York, ha dovuto, infatti, faticare un bel po’ per farsi accogliere nell’Olimpo degli artisti e nelle grazie delle gallerie e dei collezionisti. Un personaggio anomalo sia per la sua formazione, da studi di chimica, biologia e matematica, sia per la sua pratica artistica di non semplice classificazione e collocazione, addirittura muovendo i primi passi nell’arte informale studiando con Amedée Ozenfant, tra i pionieri dell’astrattismo.

Richard Artschwager, Installation View, Gagosian Rome, 2021, Photo: Matteo D’Eletto, M3 Studio, Courtesy Gagosian, Artwork © 2020 Richard Artschwager / Artists Rights Society (ARS), New York

Ben presto procede con la realizzazione di sculture, utilizzando gli scarti di materiali industriali, per passare poi alla pittura, al disegno, alle installazioni, proponendo da sempre opere “ad un passo dalla normalità della vita quotidiana”. Già nel 2012, poco prima della sua scomparsa, aveva esposto per la prima volta a Roma nella Galleria Gagosian, proponendo, allora, sette grandi sculture, per lo più diverse declinazioni della scultura pianoforte. Mentre la corrente esposizione, col periodo e le opere considerati, con una grazia infinita, riesce a tracciare e fissare alcuni punti salienti della produzione dell’artista, descrivendo in modo puntuale non solo il suo raggio di azione ma anche, e soprattutto, la sua forte sperimentazione e curiosità verso forme espressive e materiali nuovi e inediti. Sin dal primo lavoro installato nella hall della galleria che, ai più, passa inosservato.

Richard Artschwager, Untitled 1964, Photo: Matteo D’Eletto, M3 Studio, Courtesy Gagosian, Artwork © 2020 Richard Artschwager / Artists Rights Society (ARS), New York

Untitled 1967/1984, è l’immediata dichiarazione di intenti non solo del percorso espositivo, ma del concetto di base dell’intera ricerca artistica di Richard Artschwager, quello di disturbare la percezione visiva dello spazio e rendere insoliti gli oggetti di uso comune che lo animano, mediante materiali poveri ma di grande diffusione. Così abbiamo una scultura (?) installata a oltre tre metri di altezza, in un angolo, realizzata in formica, materiale industriale e commerciale solitamente destinato a ricoprire le superfici di mobili di largo consumo, che rappresenta un altoparlante (?), comunque un oggetto “inutile”, affascinante e magnetico. Fondendo e mostrando, già in questo primo elemento scultoreo, l’anima della Pop Art, della Minimal Art e della Conceptual Art (movimenti cui ha strizzato l’occhio ma che non ha mai completamente abbracciato), ma altresì pittura e scultura, attestando quella chiara trasversalità artistica che lo contraddistingue da sempre.

Richard Artschwager, Installation View, Gagosian Rome, 2021, Photo: Matteo D’Eletto, M3 Studio, Courtesy Gagosian
Artwork © 2020 Richard Artschwager / Artists Rights Society (ARS), New York

Mentre la sala ovale accoglie prevalentemente quadri di medie dimensioni ove a dominare è la tinta grigia, realizzati anche questi su un materiale inusuale di cui Richard Artschwager non solo ne ha colto la novità ma anche tutte le potenzialità: il celotex. Traendo ispirazione da fotografie, su questa superficie dipinge paesaggi, interni domestici, architetture, meravigliosamente integrando e assecondando, mai camuffando o nascondendo, le imperfezioni e la foggia stessa del materiale all’interno della pittura. Perché teneva sempre a rendere evidente il campo di azione, quello dell’arte e non della realtà.

Articoli recenti

  • Personaggi

Addio a Sergio Ragalzi, morto a 73 anni l’artista del Gotico Industriale

Si è spento a 73 anni Sergio Ragalzi, uno dei protagonisti della scena artistica torinese e non solo: dagli anni…

25 Luglio 2024 18:13
  • Arte contemporanea

Non chiamatelo artista pop! Il Guggenheim di Bilbao omaggia la carriera di Yoshitomo Nara

Dagli esordi “Superflat” con Takashi Murakami all’attivismo dopo l'incidente nucleare di Fukushima: l’ampia retrospettiva è un viaggio evocativo attraverso quattro…

25 Luglio 2024 16:04
  • Mercato

Gen One: Paul Allen torna da Christie’s dopo l’estate

Nel 2022, la casa d'aste vendeva la sua collezione d'arte per $ 1,6 miliardi. Quest'autunno il filantropo e co-fondatore di…

25 Luglio 2024 14:58
  • Progetti e iniziative

Arte contemporanea al Lerici Music Festival, con le opere di Carlos Garaicoa

L’arte contemporanea in dialogo con la musica, per la nuova edizione del Lerici Festival: in mostra, una serie di opere…

25 Luglio 2024 14:00
  • Architettura

Biennale Architettura 2025: ecco chi sono i dieci candidati in corsa per il Padiglione Italia

Biennale di Architettura di Venezia del 2025: sono stati annunciati i dieci candidati che dovranno inviare un dossier di approfondimento…

25 Luglio 2024 11:50
  • Progetti e iniziative

Geologie culturali e spazi marginali: le esplorazioni del festival Liminaria in Campania

In Campania si è svolta la decima edizione di Liminaria, il festival itinerante che esplora la vitalità degli spazi marginali…

25 Luglio 2024 11:00