Un campo di giganti sta nascendo in questi giorni nel Salento, più precisamente a Nardò, nella Terra d’Arneo. Non una vera e propria nascita ma un ritorno alla vita, diversa dalla precedente ma a essa intimamente legata. Non grandi pini come sulla Sila ma ulivi un tempo rigogliosi e oggi falcidiati dalla Xylella. Sono loro i giganti di Puglia, ammirati, desiderati, tutelati, censiti, adesso feriti, bruciati, abbattuti. Una legge regionale nel 2007 li ha consacrati monumenti naturali “in virtù della loro funzione produttiva, di difesa ecologica e idrogeologica nonché quali elementi peculiari e caratterizzanti della storia, della cultura e del paesaggio regionale”. Tuttavia, la rapida diffusione del batterio ha imposto la loro massiva eliminazione, con conseguente impoverimento non solo dell’economia ma anche del paesaggio pugliese. Oggi un progetto avviato nel 2020 dall’Associazione “il Campo dei Giganti ETS”, già raccontato in un documentario su Rai Radio 3 e in un talk all’ultimo Mia Photo Fair, appena conclusosi, tenta di salvare non le piante ma la loro memoria, il loro essere elementi plastici straordinari.
In un campo vasto un ettaro, l’Associazione sta progressivamente scialbando gli ulivi, circa un centinaio, tutti attaccati dalla Xylella, molti dei quali mappati dalla Regione Puglia per il loro valore storico-culturale. Un gesto catartico, di purificazione, dal forte valore simbolico. Se la calce è nota come sostanza caustica capace di disinfettare, il bianco rinvia a un candore originario ed è auspicio di rinascita. Un velo bianco che, da un lato, ripercorre una pratica ecosostenibile largamente utilizzata in agricoltura, dall’altro, richiama la nobiltà del marmo, esaltando la naturale potenza plastica dei tronchi.
Ideatore del progetto è l’artista Ulderico Tramacere (Lecce, 1975), che agli ulivi e agli effetti della Xylella ha già dedicato un ampio ciclo fotografico. L’obiettivo non è solo quello di rifunzionalizzare esteticamente un territorio altrimenti destinato ad essere testimone di morte, ma è anche quello di sensibilizzare la comunità locale al recupero. Tutti infatti possono collaborare alla realizzazione dell’opera di Land Art, fisicamente, partecipando in prima persona alla costruzione, ma anche economicamente, acquistando un’opera digitale (un cortometraggio in cui ogni ulivo racconta, con la propria voce, il suo punto di vista) associato a un albero, muovendosi in una mappa virtuale disponibile sul sito del progetto “Il Campo dei Giganti”, che ricalca e approfondisce quella stilata tempo addietro dalla Regione Puglia. Collaborando in un modo o nell’altro, il pubblico potrà riappropriarsi di un patrimonio ambientale ritenuto perduto, prendendo parte alla (ri)progettazione degli spazi naturali.
L’area interessata, dunque, non sarà destinata alla ripiantumazione di varietà resistenti al batterio ma diventerà un monumento alla memoria, un’opera naturale partecipata che servirà da monito alla fragilità del paesaggio e al contempo ribadirà la nostra interdipendenza con esso. Tronchi ormai privi di chiome, evidenti in tutta la loro potenza plastica, dolenti eppure ancora potenti. Non solo una celebrazione di un passato che è stato ma anche speranza per il futuro. L’augurio è che da quei tronchi ormai spenti si possa generare nuova vita e che la natura risani le sue ferite. L’arte, in tal senso, corre in suo soccorso donandole del tempo.
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