Il Centre Pompidou aprirà una sede nel deserto dell’Arabia Saudita

di - 10 Febbraio 2023

Il Centre Pompidou aprirà una nuova sede in Arabia Saudita, nell’ambito di un più ampio accordo di collaborazione culturale e politica con la Francia. Secondo quanto riportato da Le Monde, il museo parigino, che nel 2023 chiuderà per effettuare degli importanti lavori di restauro, è in procinto di firmare un contratto di un anno, da 2 milioni di euro, con le autorità saudite, per la gestione di uno spazio espositivo dedicato all’arte contemporanea. La nuova sede sarà stabilita nella regione di AlUla, sede del sito archeologico di Hegra, un’area antichissima e culturalmente significativa per l’Arabia Saudita, considerata Patrimonio mondiale dall’Unesco, dove si trovano resti di edifici in arenaria di duemila anni e tombe scolpite da artigiani Nabatei.

Peraltro, sempre nella zona del deserto nord-occidentale dell’Arabia Saudita, si svolge ormai da due edizioni la Desert X Al Ula, la biennale d’arte contemporanea internazionale, nata dalla collaborazione tra la RCU – Royal Commission for Al Ula, la commissione che si occupa della salvaguardia e della valorizzazione del sito archeologico, la Desert X, l’omonima biennale che ha luogo nella Coachella Valley, negli Stati Uniti. Vale la pena sottolineare che la RCU è presieduta dal principe ereditario Moḥammad bin Salmān Āl Saʿūd, una figura controversa a dir poco. Membro della dinastia che governa l’Arabia Saudita dal 1926, il principe è accusato dall’ONU di essere il mandante dell’efferato omicidio del giornalista Jamal Khashoggi. Ed è anche il promotore della cosiddetta “Saudi Vision 2030”, il piano strategico di sviluppo economico che, tra l’altro, prevede la costituzione di un fondo sovrano di 2000 miliardi di dollari per il lancio di progetti di investimento sul territorio nei settori non petroliferi, quali il turismo e l’intrattenimento. E visto che, per molti, la cultura è proprio come un giacimento di oro nero, allora vale la pena scavare.

La nuova sede del Centre Pompidou in Arabia Saudita, che un nome specifico, Perspective Galleries, farà infatti parte di un complesso culturale più grande, fortemente voluto da Moḥammad bin Salmān, in accordo con il presidente francese Emmanuel Macron che, da parte sua, punta molto su questo rapporto. In Francia è infatti attiva la AFALULA, un’agenzia governativa impegnata nel supporto allo sviluppo di AlUla. Nell’aprile 2018, i due Paesi hanno firmato un accordo decennale secondo il quale la Francia avrebbe sostenuto il piano da 15 miliardi di dollari dell’Arabia Saudita, per trasformare l’area in una destinazione culturale internazionale piena di musei e tesori archeologici, servita da un nuovo sistema di trasporti su rotaia. Le tre fasi pianificate del progetto dovrebbero essere completate nel 2023, 2030 e 2035.

L’architetta libanese Lina Ghotmeh è stata scelta per progettare Perspective Galleries, mentre gli esperti del Pompidou si occuperanno della programmazione artistica e formativa. Sempre secondo Le Monde, il museo parigino elaborerà anche una pianificazione quinquennale per le mostre e il prestito di opere. Se realizzata, Perspective Galleries si aggiungerà alle altre sedi satellite del Pompidou in tutto il mondo, insieme a quelle di Bruxelles, Jersey City, Malaga e Shanghai, tutti aperte nell’ultimo decennio.

Questa settimana, la Royal Commission for AlUla dell’Arabia Saudita e l’AFALULA hanno condiviso i dettagli di un altro grande progetto, Villa Hegra, che sarà una sorta di «Incubatore per artisti e creators, strutturato attorno a diversi spazi culturali complementari». Una giuria franco-saudita ha selezionato Lacaton e Vassal, un importantissimo studio di architettura con sede a Parigi, vincitore dell’ambito Premio Pritzker nel 2021, per progettare la nuova sede, mentre l’ex capo del castello di Chantilly, Fériel Fodil, è stato nominato amministratore delegato.

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