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Il corpo post umano. Le ricerche di sei artisti in una mostra a Torino
Arte contemporanea
In questo pazzo, pazzo, pazzo fine settimana torinese, non sono mancati i colpi di scena e le mostre da bocca aperta. Come quella pensata da Alessandro Bulgini, Una vita migliore. Frammenti di storie dell’Istituto per l’Infanzia della Provincia di Torino all’interno dell’ex brefotrofio pensata per Flashback Habitat e Visual Persuasion di Paulina Olowska alla Sandretto in cui l’artista esplora le dinamiche del desiderio e dell’erotismo ridefinite da una prospettiva femminile; nel pullulare di eventi in gallerie (le colazioni mattutine sono state strepitose), musei, fondazioni, spazi sperimentali, studi di artisti si collocano anche i due eventi main di DIFFUSISSIMA, all’interno di due vecchi stabilimenti abbandonati, pieni di detriti, privi di bagni e riscaldamento, senza porte ma che meritano un “chapeau” al curatore, Simone Sensi e agli organizzatori per il coraggio. Una è la performance Shrink 01995 di Lawrence Malstaf avvenuta il 4 novembre alle 18 in anteprima nazionale allo Scalo Valdocco, l’altra è la mostra POST/UMANO l’ulteriorità, fino al 15 novembre 2023 allo Scalo Vallino. La collettiva Post-Umano l’Ulteriorità è una mostra phygital con protagonisti gli artisti Federico Clapis, Lawrence Malstaf, MiTch Laurenzana, Martina Fontana, Matteo Lucca e Francesco Niccoli Stultus che lavorano chi con il digitale chi con il fisico affrontando la parabola futuristica dell’umano.
Il curatore, memore degli studi sulla grande mostra tenutasi nel 1992 al Castello di Rivoli e curata da Jeffrey Deitch, formula un degno sequel e riflette sull’ingresso dell’umanità in «una nuova e inaspettata era della sua evoluzione dove l’alterità si trasforma in Ulteriorità, quella della consapevolezza». Ideata in un luogo che respira e in cui il freddo contribuisce a far ri-vibrare i corpi, POST/UMANO lascia totalmente inebetiti per i contenuti, la scelta degli artisti, la coerenza, la consapevolezza dei corpi in ribellione e in evoluzione continua. Un corpo che combatte nonostante. Un corpo che non si lascia rubare dal tempo infausto che lo mangia e lo vuole ulteriore, un continuum con il mondo animale, vegetale, minerale, extra terrestre e tecnologico.
La prima opera che incontriamo nel percorso è quella del modenese Mitch Laurenzana, artista phygital che raggiunge la sua Ulteriorità attraverso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, dando vita ai suoi (in)HUMAN: esseri-entità che immaginano l’intenzione di confondersi tra di noi assumendo sembianze umane. Un percorso metafisico accompagnato dalle immersioni sonore dell’artista bergamasco Ema Grazioli che ci catapulta in questo viaggio onirico ma possibile. Un’opera che si fonde con lo spazio, in cui sono chiari e voluti i lasciti del passato ma in cui lo slancio è quello verso il futuro. Il piano superiore dello Scalo Vallino ci fa incontrare le opere del forlivese Matteo Lucca, artista che utilizza differenti materiali (sono destabilizzanti le sculture fatte con il pane) tenuti insieme da un unico comune denominatore cioè l’impronta che lascia il corpo umano e i processi che dentro a quell’impronta prendono forma grazie al caso e al fuoco che li forgia. Un gioco di stratificazioni, margini, crepe e rotture che segnano le superfici delle sculture in pane, fusioni in metallo o terracotta per ricordare che non c’è pienezza senza imperfezione e che è proprio dell’imperfezione che ci si innamora.
Il percorso si dipana tra la visione digitale e distopica di Federico Clapis, che propone un’Ulteriorità focalizzata sulla tecnologia in un lungo viaggio interiore; le sculture di Martina Fontana che immerge l’umano in una dimensione animale in cui la vita diventa un rito e una cerimonia di emozioni; Francesco Niccoli Stultus che fonde forme umane e vegetali in una sorta di liquido primordiale per ricordarci quanto siamo fragili e unici. Chiude, o sarebbe meglio dire apre, la struttura originale in cui il 4 novembre si è consumata la performance Shrink 01995 dell’artista belga Lawrence Malstaf, star planetaria che con il suo mettersi sottovuoto ci toglie letteralmente l’aria in merito a tematiche urgentissime e attuali come la condizione dell’uomo contemporaneo impacchettato e chiuso in posizione fetale quasi a voler trovare una dimensione uterina, uno spazio sicuro per salvarsi. Shrink 01995 ci racconta di quanto siamo sempre connessi con il mondo esterno ma del quale non siamo realmente interessati. Un’ulteriorità, quella di Malstaf che ci chiede se vogliamo realmente crescere ed evolverci o rimanere embrioni.
La mostra POST/UMANO l’ulteriorità rimarrà aperta fino al 15 novembre
Scalo Vallino a Torino, Via Nizza 40
Modalità e orari di ingresso sui canali di DIFFUSISSIMA by Artàporter IG diffusissima_artaporter