Dal 19 dicembre 2020 fino al 3 febbraio 2021 sarà possibile visitare fisicamente e online la mostra dedicata a Louise Bourgeois (1911-2010) dal titolo “The Heart Has Its Reasons” presso Tarmak22, a Gstaad.
La mostra prende il nome da una citazione di Blaise Pascal «Il cuore ha le sue ragioni di cui la ragione non sa nulla»; autore molto caro alla Bourgeois, tanto da scriverci la sua tesi di laurea durante i suoi studi alla Sorbona di Parigi. Purtroppo, la morte della madre nel 1932, la portò ad abbandonare gli studi di matematica e filosofia per dedicarsi definitivamente alla sua arte.
Louise Bourgeois nasce in Francia nel 1911 per poi trasferirsi in America dal 1938 fino alla sua morte del 2010. Tra le artiste più celebri del XX secolo, il suo processo creativo si è incentrato su continue reminiscenze sulle sue esperienze personali e di vita. In particolare, è forte il rimando al tema della sua infanzia – che a suo dire non ha mai perso la “magia” – ma che allo stesso tempo, detiene il suo dramma. La produzione artistica della Bourgeois è profondamente legata alla sua vita personale; si definiva una prigioniera delle sue stesse emozioni e sosteneva che proprio il ricordo delle sue memorie l’aiutava a vivere nel presente.
Hauser & Wirth propone con “The Heart Has Its Reasons” una interessante esplorazione dei temi centrali della produzione artistica della Bourgeois attraverso una selezione di sculture e disegni. La sua arte, alle prese con la complessità della vita umana, riflette a sua volta diversi temi che tornano ricorrenti: la coppia, la casa, la famiglia, il letto, la sessualità femminile e l’anatomia umana messi a rapporto con mente e corpo, uomo e donna, conscio e inconscio, geometrico e organico. Una continua ricerca introspettiva che porta Bourgeois ad utilizzare una varietà di generi, media e materiali differenti come tessuti, metalli e carta.
In Couple (2007-2009), una delle sculture simbolo della mostra, i capelli lunghi della donna si intrecciano, formando una spirale, attorno all’uomo a cui è legata. L’intreccio sinuoso della coppia è metafora della sua perenne paura dell’abbandono; «Ho sempre avuto paura di essere separata e abbandonata. Il cucito è il mio tentativo di tenere insieme le cose e renderle intere». La scultura pende da un sottile filo proprio a significare la precarietà del rapporto umano.
In Eyes (2001) due pupille sporgenti, che emanano luce, fissano lo spettatore. Per l’artista l’atto del guardare simboleggia l’introspezione e la conoscenza della propria essenza, ma allo stesso tempo, gli occhi hanno una connotazione sessuale poiché relativi alla seduzione e al voyerismo.
Il tema invece della casa, come luogo di rifugio, lo troviamo in Untitled No.7 (1993): nella scultura, rappresentante due braccia che si tendono e si stringono le mani, su uno degli avambracci si trova la riproduzione di una casa. Un’opera emblema della sicurezza e della coppia felice. In conclusione, in mostra ci sono anche delle sue sperimentazioni con i tessuti come le due opere Night and Day (2007).
Sul sito della Hauser & Wirth si possono trovare interviste e video fatti alla stessa Louise Bourgeois e tanti altri approfondimenti sulla sua arte e poetica attraverso le voci e i racconti di chi ha conosciuto e lavorato con l’artista.
La mostra si tiene in contemporanea con “Louise Bourgeois. To Unravel a Torment” che è in corso al Serralves Museum di Porto in Portogallo, dal 3 dicembre al 27 giugno 2021.
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