Il giardino libernautico – Fondazione Baruchello

di - 20 Luglio 2022

Il giardino Libernautico, mostra dal titolo neologico, è ideata e curata da Elena Bellantoni, artista qui in veste di curatrice insieme con con Niccolò Giacomazzi e Benedetta Monti. I quattro artisti individuati e coinvolti da Bellantoni hanno realizzato i loro lavori vivendo e frequentando per alcuni mesi la sede rurale della Fondazione Baruchello, in via di Santa Cornelia, e in particolare il parco e i luoghi in cui ebbe luogo la famosa Agricola Cornelia s.p.a., utopica azione artistica, concettuale e performativa, messa in atto da Gianfranco Baruchello tra il 1973 e il 1981.

Naturale che le opere esposte rivelino una forte influenza di quel luogo e di quell’esperienza, di cui gli artisti hanno assorbito, metabolizzato, diversi aspetti all’interno della propria ricerca tipica. Così, Jacopo Natoli effettua un lento, e per certi versi quasi automatico, lavoro cartografico sul giardino, mappandone la percezione soggettiva e mentale attraverso frottage, cianotipi, videomontaggi di disegni (del resto Baruchello stesso scrisse «Consegnavo a questo spazio-giardino il mio stesso cervello, i sentimenti»). John Cascone invece espande la sua ricerca sulle immagini, architettando un processo di proliferazione rizomatica di fotografie, le xeniaforme le chiama l’artista, che invaderanno lo spazio espositivo lungo tutta la durata della mostra.

Jacopo Natoli, Corticale, frottage, 2022, Photo credit: Alessia Calzecchi

Ancora al mondo vegetale rimanda il lavoro di Sara Basta, che consiste in alcune scritture con l’erba su tela, e soprattutto in un’enorme sporta intrecciata, protagonista di una diversa narrazione della storia del primitivo umano, non tanto fondata su testosteroniche prove di forza attraverso caccia e sfoggio di armi, quanto sull’arte di raccogliere e trasportare cose, prevalentemente cibo. L’idea di Sara parte non a caso dalla traduzione del libro The Carrier Bag Theory of Fiction di Ursula K. Le Guin (1986). Infine, consistente e spessa si presenta l’installazione di Grossi Maglioni, che spinge ulteriormente la loro ricerca sulla Beast Mother, indagando in nuove direzioni che hanno a che fare con i processi di germinazione, generazione e nascita, con la terra, con la dimensione ctonia che è anche quella del profondo femminino. Operazione cui ha partecipato la brava musicista e ricercatrice sonora Eva Geist.

Articoli recenti

  • Cinema

Napoli-New York: il sogno americano secondo Gabriele Salvatores

Carmine e Celestina sono due "scugnizzi" che si imbarcano su una nave per l'America. La recensione del nuovo (e particolarmente…

22 Dicembre 2024 9:00
  • Arte contemporanea

Sguardi privati su una collezione di bellezza: intervista a Francesco Galvagno

Il collezionista Francesco Galvagno ci racconta come nasce e si sviluppa una raccolta d’arte, a margine di un’ampia mostra di…

22 Dicembre 2024 8:20
  • Mostre

Dicembre veneziano: quattro mostre per immergersi nel dialogo culturale della laguna

La Galleria Alberta Pane, 193 Gallery, Spazio Penini e Galleria 10 & zero uno sono quattro delle voci che animano…

22 Dicembre 2024 0:02
  • Mostre

Bonhams ospiterĂ  una mostra dedicata alla fotografa Lee Miller

Si intitola “Lee and LEE” e avrĂ  luogo a gennaio in New Bond Street, negli spazi londinesi della casa d’aste.…

21 Dicembre 2024 22:22
  • Mostre

Lasciarsi toccare dal colore. La pittura di Ingrid Floss sbarca in Italia

Un'artista tanto delicata nei modi, quanto sicura del proprio modo d'intendere la pittura. Floss arriva a Genova in tutte le…

21 Dicembre 2024 18:30
  • Mostre

I gioielli e la poetica dell’abitare. La lezione di Andrea Branzi in mostra a Milano

10 Corso Como continua il suo focus sui creativi dell'arte, del design e della moda con "Andrea Branzi. Civilizations without…

21 Dicembre 2024 17:20