Prosegue la rubrica di exibart “Il gioco delle coppie”, a cura di Arianna Rosica. La rubrica presenta artisti che lavorano in coppia (uniti da legami affettivi, amicali o familiari) per capire cosa significhi essere in due ma risultare una singola identità autoriale. Come si confrontano due personalità, magari diverse tra loro ma capaci di dare forma a un’opera che ne sintetizzi il pensiero e la visione? Come pratica e poetica del singolo si esprimono, quando si è in coppia? La rubrica indaga i processi mentali, le interazioni, gli scambi, i dialoghi ma anche gli scontri, che portano dall’ideazione di un’opera fino alla sua realizzazione.
Sara Goldschmied ed Eleonora Chiari dal 2001 lavorano insieme formando il duo Goldschmied & Chiari. Il loro lavoro spazia dalla performance al video alla fotografia con una particolare attenzione a temi quali storia, memoria e identità. Hanno partecipato a mostre personali e collettive in importanti gallerie, musei e istituzioni italiane e straniere. Tra le esperienze più recenti, il Padiglione Venezia alla Biennale di Venezia del 2022.
Dal 2001 lavorate in coppia. Alle spalle ambiti formativi e professionali diversi. Come vi siete incontrate e cosa ha fatto innescare la scintilla di questa collaborazione artistica così fruttuosa e di lungo corso?
La nostra collaborazione è nata da una combinazione di casualità, affinità creativa e visione condivisa. La diversità formativa e professionale è diventata una forza trainante per la nostra collaborazione e ci ha permesso di affrontare i progetti in modo multidisciplinare, combinando arte visiva, performance, installazione e altre forme d’arte. Siamo grate per il percorso che abbiamo intrapreso insieme e per tutte le opportunità che ci ha offerto. Entrambe riconosciamo il valore di questa forte collaborazione artistica e ci auguriamo di continuare a crescere e creare insieme per molti anni a venire!
Come organizzate il vostro lavoro, dallo sviluppo del concept fino alla realizzazione?
La nostra metodologia si basa su una stretta collaborazione e una comunicazione costante, e il potenziale del lavoro in coppia è enorme. La diversità delle nostre esperienze e competenze ci permette di affrontare i progetti da prospettive diverse, aprendo nuove possibilità creative.
Quale il potenziale e quali le eventuali difficoltà insiti nella creazione a due?
Lavorare insieme ci dà anche l’opportunità di superare i nostri limiti individuali e di sfidarci a pensare in modo innovativo. I momenti di confronto diventano scintille di creazione, radicate in un’arte che si nutre di dualità. In definitiva, creare in due richiede un impegno costante a comunicare, ascoltare e rispettare le idee dell’altro.
Siete donne e artiste. Nel vostro percorso avete mai incontrato difficoltà rispetto a questo fattore?
Essere donne e lavorare in coppia nel percorso ha certamente comportato molte sfide, ma ha anche arricchito la visione e la pratica artistica. Il nostro spirito ironico ci ha aiutato a affrontare alcune delle difficoltà incontrate lungo il cammino, un’arma potente per superare i pregiudizi e celebrare la nostra creatività.
Nei vostri lavori vi interrogate tanto su temi quali l’identità, il female gaze, la sessualità. Ricollegandoci alla precedente domanda, è ancora urgente e necessario fare leva su questi temi?
Riteniamo che la messa in discussione di temi come l’identità, lo sguardo femminile e la sessualità sia ancora urgente e necessaria nel contesto attuale. Nonostante siano stati fatti dei progressi, molte delle questioni che riguardano questi temi sono ancora attuali e richiedono un’attenzione costante. Attraverso il nostro lavoro artistico cerchiamo di esplorare e sfidare le norme sociali e culturali sull’identità di genere, la rappresentazione della donna e la sessualità. Vogliamo incoraggiare una riflessione critica sulle dinamiche di potere e sulle strutture di dominazione che ancora influenzano la nostra società.
Trovate che la situazione oggi stia progressivamente cambiando, magari anche proprio grazie a lavori come i vostri?
Crediamo che anche l’arte abbia un ruolo nel promuovere il cambiamento sociale e nel mettere in discussione i paradigmi esistenti.
Avete mai pensato di lavorare a un progetto separatamente?
È comune che gli artisti, compresi quelli che lavorano in coppia, sperimentino anche individualmente. Ci interessa esplorare nuove direzioni, lavorare su progetti personali o collaborare con altri artisti in diverse configurazioni. Ogni artista può avere una voce e una visione unica, che lo portano a esplorare lavori individuali o collaborazioni diverse.
Molte delle vostre opere derivano da atti performativi. C’è una performance che avreste voluto fare e non siete riuscite ancora a realizzare?
Come artiste, riconosciamo l’importanza dell’atto performativo nel nostro lavoro. Siamo sempre aperte a nuove possibilità e sfide creative, e siamo felici di aver appena realizzato una performance inedita, rispondendo a questa intervista attraverso un’intelligenza artificiale generativa (ChatGPT) esplorando l’interazione tra l’umanità e la macchina…
* Le nostre risposte sarebbero state formulate in modo diverso, sicuramente con più anima, ma forse è solo una questione di tempo… (Goldschmied & Chiari)
La mostra del Colectivo Democracia ospitata dallo Spazio Murat, per la decima edizione del Bari International Gender Festival, è un…
Palazzo Roverella espone fino al 26 gennaio 2025 “Henri Cartier-Bresson e l’Italia”, la più completa monografia incentrata sul rapporto tra…
Un’opera che dà vita alle visioni ultraterrene dell'artista, in scala umana. "La Grande Dame" andrà in vendita da Sotheby’s, a…
Dalla Costa Azzurra alla “luce morbida” delle città del Marocco: la fondazione elvetica mette in mostra la produzione del pittore…
L’artista ha realizzato per il gruppo di boutique hotel LDC una serie di otto lavori che ritrae le principali città…
Il Festival Lo Schermo dell’Arte è arrivato alla 17ma edizione e conserva intatta la magia dei sui film: una rapida…