La mostra al MAXXI “Casa Balla. Dalla casa all’universo e ritorno” offre un’ampia prospettiva sull’artista, aprendo anche gli spazi della casa futurista di Giacomo Balla, a 150 anni dalla sua nascita. Fino al 21 novembre sarà possibile visitare l’esposizione al museo e la dimora romana di Balla in via Oslavia. Un grande progetto con la curatela di Bartolomeo Pietromarchi e Domitilla Dardi, realizzato dal MAXXI in collaborazione con istituzioni pubbliche e partner privati.
È la prima volta che apre al pubblico la casa in via Oslavia, nella quale Giacomo Balla visse dal 1929 fino alla sua scomparsa. Entrare nella sua casa futurista è come entrare in «un microcosmo: un universo dentro una casa», utilizzando le parole di Domitilla Dardi. Infatti, le pareti dell’appartamento in via Oslavia custodiscono il mondo di Giacomo Balla in tutta la sua visione artistica totalizzante. In ogni parte della casa è visibile il suo segno, in una pienezza di luce, colore e movimento che restituisce tutta l’intensità della ricerca futurista di Balla. Dai tappeti alle decorazioni del soffitto, dai lampadari alle piastrelle del pavimento: ovunque è presente il disegno dell’artista che ha impresso il suo tocco su ogni superficie.
Lo si vede anche dalle stanze di Luce ed Elica: tappeti, poltrone, mobili, armadi, persino scarpe, borse e vestiti. Ogni cosa è riconoscibilmente futurista. Anche nei dipinti delle figlie (visibili nelle rispettive stanze) prosegue il flusso creativo di Balla. Quindi non solo ideologia e pittura ma anche design e moda. Non solo casa ma anche officina, laboratorio e in questo Giovanna Melandri riconosce una somiglianza con il MAXXI, che a modo suo si propone di essere una fucina di nuove idee.
Le idee del manifesto sulla Ricostruzione futurista dell’Universo, firmato da Balla e Depero nel 1915, si esprimono completamente nello spazio della casa in Via Oslavia. Il Futurismo di Balla si diffonde capillarmente in ogni metro cubo di questo posto speciale in cui quotidianità e ricerca artistica si sono fusi indissolubilmente, giorno dopo giorno. Così, Giacomo Balla ha realizzato quel sogno europeo di opera d’arte totale dei primi decenni del ‘900, in cui tutte le forme d’espressione artistica si uniscono. Con il suo avanguardismo, Balla è diventato una fonte d’ispirazione da cui ancora oggi – e ancora per molto tempo avvenire – in tanti attingono.
Otto tra artisti, architetti e designers partecipano all’esposizione al MAXXI “Casa Balla. Dalla casa all’universo e ritorno”. Negli spazi della Galleria 5 gli arazzi, i disegni, i bozzetti, i mobili e gli arredi precedentemente parte di Casa Balla sono affiancati da opere di artisti contemporanei internazionali. Tutti ispirati da Giacomo Balla, hanno realizzato opere che spaziano dall’audiovisivo alla scultura, dal design alla performance. Alex Cecchetti ha ripreso in toto lo spirito balliano con un’opera d’arte totale che coinvolge il pubblico e che mette insieme danza, musica, performance e moda: Come la luna si vede a volte in pieno giorno. Jim Lambie è intervenuto direttamente sullo spazio del museo con l’installazione The Strokes (Surround Sound), pensata per i due ascensori che portano alla Galleria 5.
Invece, Space Popular riporta al MAXXI una ricostruzione virtuale di Casa Balla con il lavoro digitale Camera Balla. I lavori di Emiliano Maggi e Cassina con Patricia Urquiola si concentrano più sull’aspetto materico, rispettivamente con le sculture Notturno e The Communal Table. Beka e Lemonie e Carlo Benvenuto sono intervenuti con il film La grotta del futuro anteriore e Senza titolo: un film e una serie di fotografie che ci riportano nell’atmosfera e nella quotidianità suggerite da Casa Balla. Leonardo Sonnoli ha lavorato su un tema assai caro al Futurismo, la parola, reinterpretando 5 concetti cari a Balla con un’opera grafica incentrata sul lettering.
Si aggiungono alcuni prestiti da collezioni private come quella degli eredi di Giacomo Balla e come quella di Laura Biagiotti, uno degli sponsor privati, insieme a Banca d’Italia, di questa mostra. Un grande progetto realizzato in collaborazione con la Soprintendenza Speciale di Roma Archeologia Belle Arti e Paesaggio e con il supporto della Direzione Generale Creatività Contemporanea.
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