Allâingresso di AF Gallery due affiches richiamano lâattenzione sullâavviso di un âCours intensif pour entreprendre le metier dâartiste contemporainâ datato â96, e sullâassunto, quasi un motto di spirito, âArt is everywhere, even in art galleriesâ. Gli stampati, rispettivamente di Filippo Falaguasta e Giancarlo Norese ci introducono alla mostra in due tempi originata dalla stretta collaborazione tra il curatore, Fulvio Chimento, e i due artisti: âChimeraâ, il cui titolo è metafora della diversitĂ delle figure che riunisce e della tensione, per cosĂŹ dire utopica, che la informa.
Il progetto fa capo a unâidea di riscoperta e approfondimento di autori contemporanei discostati dalle logiche di mercato e di riconoscimento museale, per la natura del loro lavoro, o per filosofia. Nella crasi di questi aspetti, cioè nellâelaborazione di una certa âfilosofia del lavoroâ, sta il trait dâ union poetico ed esistenziale che accomuna i due percorsi artistici â che affondano le proprie radici nella temperie post-concettuale degli anni Novanta â distinguendoli nel panorama contemporaneo. UnâaffinitĂ sottolineata nellâallestimento da alcuni âinsightâ: in questo primo momento dedicato a Falaguasta, Norese è presente con il citato manifesto e un suo autoritratto come umanissimo Superman. Si vengono cosĂŹ ad allacciare esperienze di vita, linguaggi e posture, e quel modo di intendere lâarte che appartiene a entrambi, il cui esercizio si intreccia con il (soprav)vivere quotidiano, artistico ed economico, che si dĂ , o è sussunto, in un personale approccio al âprincipio di prestazioneâ.
Per stadi successivi nello spazio espositivo e nel back office della galleria â dovâè possibile consultare il materiale dâarchivio conservato dallâartista come documentazione della propria singolare carriera â è il lavoro di Falaguasta, inteso come corpus dâopere e, letteralmente, come âcurriculumâ, a essere messo a fuoco. Barman, saldatore, DJ, maggiordomo, cuoco alla Biennale del â93, pittore, assistente fotografo ai matrimoni (e con ciò autore di un enorme numero di scatti di sposi ignari di essere immortalati da un artista), babysitter per Corrado Levi, amico intimo, sono alcune delle mansioni che dal â91, per oltre dieci anni, Falaguasta ha svolto tra Italia, Europa e Stati Uniti.
A monte della lunga serie di incarichi ricevuti da musei, gallerie, collezionisti e riviste vi è la diffusione, su sua cura, di una scheda di âOfferta di prestazioniâ, 24 per lâesattezza, rispondenti alle proprie attitudini e competenze. E per le quali, di incarico in incarico, ha richiesto referenze, rilasciate, tra le altre, da William Xerra, Luciano Inga Pin, Massimo De Carlo, o in occasione delle mostre di Cindy Sherman allo Studio Guenzani nel â91 e di Sean Scully al Casino-Luxemburg nel â96. Fanno da corollario a questa bio-mitografia professionale dove arte e vita fanno corpo, i âsantiniâ fotografici che lo ritraggono allâopera: un formato simbolico, non separabile da una forma di devozione al mestiere di essere al mondo.
Le recenti nature morte (2010-2020) realizzate con la tecnica del finto marmo â maestranza per la quale è richiestissimo, anche da De Carlo â continuano a dirci che non si tratti, per Falaguasta, di una lunga performance concettuale. Se non nei termini di una perfetta coincidenza (una tautologia kosuthiana) per cui ciò che si vede, è ciò che è.
CosĂŹ, senza retorica, il lavoro è affrontato anche nei termini del ârischioâ che gli è connaturato, come nel dittico fotografico del 2022: una morte bianca di un operaio al tornio, e poi il ritratto dellâartista stesso assunto come tornitore. Le probabilitĂ di una condivisione di destini sono sotto gli occhi di tutti. Col che si fa strada la percezione di una pratica dellâarte (che si trova ovunque, ÂŤanche nelle gallerieÂť, e nelle industrie meccaniche) che si nutre della propria non-separazione dal materiale dellâesistenza. Un lavoro artistico in cui il minimo grado di simulazione produce lâeffetto di farci percepire piĂš nitidamente la filigrana delle cose della vita.
Filippo Falaguasta (7 ottobre â 18 novembre), Giancarlo Norese (25 novembre-13 gennaio 2022), a cura di Fulvio Chimento, AF Gallery Bologna.
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