_ness è la prima personale dell’artista Jonny Niesche in Spagna, che vede esporre un progetto site-specific di minimalismo ipnotico in cui gli spettatori sono incoraggiati a esplorare le proprie percezioni sensoriali all’interno dello spazio dinamico della fondazione in relazione alle opere.
Questa estate le tappe del “grand tour” dell’arte contemporanea sono state Capri, Hydra ed Ibiza. Quest’ultima ha inaugurato la seconda edizione di CAN Art Fair Ibiza 2023, una delle fiere internazionali emergenti più interessanti, che si contraddistingue anche per un’art week che vede unite gallerie locali, fondazioni private, istituzioni e musei per una programmazione speciale che vede interessare in modo capillare tutta l’isola fino ad arrivare a Formentera, dando visibilità all’ecosistema culturale che sta emergendo a Ibiza, in modo inaspettato. All’interno di questo ricco programma si è fatta notare la mostra dell’artista australiano Jonny Niesche, presente anche in fiera nello stand della galleria The Hole di New York.
La Fundación La Nave Salinas è una fondazione senza scopo di lucro con sede nel parco La Salinas. Fondata dal collezionista e mecenate Lio Malca quasi un decennio fa, si impegna a presentare diversi linguaggi artistici a un nuovo pubblico. Lo spazio espositivo è un dinamico e ricavato da un magazzino del sale degli anni ’40 situato lungo la spiaggia Las Salinas, completamente immerso nel verde, davanti al mare. Le precedenti mostre sono state le personali degli artisti Keith Haring, Kenny Scharf, Marco Brambilla, Bill Viola, KAWS, Rafa Macarrón e Eva Beresin. Non poteva che orientarsi l’attuale scelta curatoriale verso la potente pratica creativa di Jonny Niesche, che incarna magistralmente il sublime, l’astrazione e il minimalismo. Le sue opere catturano l’occhio con i loro colori seducenti e le forme riflessive, invitando gli spettatori a esplorare le mutevoli modalità di percezione create dal loro spazio, forma e materialità. Queste esplorazioni suscitano una serie di sensazioni per lo spettatore, come: il vuoto, la calma, la felicità e altre esperienze sensoriali personali.
Anche in questa mostra, in corso fino a ottobre 2023, attraverso le sue opere intrinsecamente interattive, Niesche esplora la natura fluttuante della percezione e il modo unico in cui viviamo e percepiamo lo spazio. Lo spazio evolve, si trasforma: nell’ambiente partecipativo della fondazione, ogni spettatore integra un nuovo significato alla mostra, _ness. In inglese, il suffisso “ness” è usato per creare sostantivi da aggettivi. A La Nave, l’intenzione è quella di fornire ai visitatori uno spazio unico che consenta loro di catturare le proprie emozioni e sentimenti, costruendo così il nome che meglio li definisce. Le tre opere monumentali realizzate appositamente per la mostra sono accompagnate dal suono di un buco nero posizionato al centro della galassia di Perseo. La registrazione, catturata dalla NASA l’anno scorso, è stata appiattita e allungata per questa occasione per essere in armonia con la mostra.
«Definisco il mio lavoro minimalismo ipnotico», dice Niesche. «Alcuni critici sostengono sia minimalismo pop». Aggiunge che la sua pratica esplora il campo ampliato della pittura e dell’astrazione utilizzando il digitale. «Sono sempre stato ossessionato dal sublime e da come avere un’esperienza quasi trascendentale con il lavoro, non in senso religioso, ma piuttosto attraverso la fede nella spiritualità dell’astrazione. A La Nave voglio fornire uno spazio in cui puoi spegnere il rumore e avere un posto dove pensare. Un posto dove puoi dimenticare tutto e scomparire in qualcos’altro».
La ricerca di Niesche porta avanti un dialogo tra i temi dei tramonti (quelli di Ibiza sono meravigliosi) e l’estetica iconica del glam rock. Gli interessa «giocare con la bellezza mista a un tocco di cattivo gusto che dia alle opere un po’ di rottura». L’artista cinquantunenne è cresciuto durante l’età d’oro della musica rock, ed è stato colpito dalle inaspettate sinergie del glamour e l’iconografia musicale. Trae ispirazione dalle visite con sua madre alle sezioni cosmetiche di eleganti grandi magazzini, dove una miriade di colori e superfici riflettenti si incontravano con l’aria fortemente profumata. Fan accanito di Debbie Harry, Captain Beefheart e David Bowie, Niesche incorpora la sua ispirazione dai ritmi degli anni ’70 e dall’era del glamour che permane in tutte le sue opere. Cita nella sua ricerca l’espressionismo astratto, includendo influenze da Mark Rothko, sebbene Rothko abbia rifiutato qualsiasi etichetta, da Donald Judd e Dan Flavin. Direi di dimenticare l’Ibiza più convulsa delle discoteche elettroniche piene di ragazzini e di iniziare a ri-leggere l’isola ricordando la sua storia culturale durante gli anni ’30 ed il periodo hippy.
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