Un Pianeta pensato in scala XL e come un Festival, cioè come organismo complesso e interconnesso, non poteva che orbitare intorno al MACRO. Qualcuno avrà già riconosciuto i termini, perché il riferimento di questo progetto h24 presentato dal museo romano, in collaborazione con Terraforma, è a “Il Pianeta come Festival”, visionario “racconto” futuristico – e oggi molto attuale – di Ettore Sottsass, pubblicato nel 1972 sul numero 365 di Casabella. A partire dalle considerazioni del grande architetto e designer sull’ipotetica urbanistica di una società e di una produzione di là da venire, il festival internazionale Terraforma ragiona sui temi dell’architettura e della sostenibilità ambientale e, per questa occasione Extra Large, emerge dalla sua sede di Villa Arconati, a Castellazzo di Bollate, Milano, per esplorare nuove topografie, arrivando fino a via Nizza, a Roma.
Affondando le radici nel territorio comune tra ecologia, politica e linguaggi dell’arte, il programma di “Il Pianeta come Festival XL” si estrofletterà tra suoni, performance, talk, workshop e installazioni, che dureranno senza interruzioni da sabato, 23 ottobre, a domenica, 24 ottobre. Ad apertura, l’intervento di Jenna Sutela sulla comunicazione interspecie: dalle ore 18 si attiverà l’installazione visiva e sonora nimiia contact dell’artista finlandese, che lavora con parole, suoni e altri living media di varie dimensioni, come il Bacillus subtilis nattō bacteria e la muffa melmosa policefala Physarum. Per Il Pianeta come Festival XL, è stata invitata a concepire un billboard per la terrazza del MACRO.
Si proseguirà quindi con la sperimentazione sonora della sound artist e scrittrice londinese Flora Yin Wong, mentre alle 19, presso il tetto dell’auditorium, si terrà una conversazione tra Luca Lo Pinto, Ruggero Pietromarchi e Fabio Sargentini, che presenteranno il progetto editoriale Terraforma Journal.
La serata e la notte del 23 saranno attraversate dalla maratona pianistica delle Vexations di Erik Satie, a cura di Ricciarda Belgiojoso. Ascolteremo una speciale esecuzione del brano per due pianoforti e 12 pianisti con l’interpretazione di Silvia Belfiore, Ricciarda Belgiojoso, Erik Bertsch, Alessandra Celletti, Ciro Longobardi, Hans Lüdemann, Irene Ninno, Fabrizio Romano, Ursula Salmista, Marco Silvi, Arturo Stàlteri, Giulia Tagliavia. «Vexations di Erik Satie è uno dei brani più enigmatici della storia della musica», ha spiegato la curatrice. «Composto nel 1893, consiste in una partitura di una pagina da ripetere ottocentoquaranta volte di seguito», ha continuato Belgiojoso. La performance sarà introdotta da 4’33’’ di John Cage, che curò anche una delle prime esecuzioni pubbliche delle Vexation. Quindi, per tutta la notte, l’auditorium ospiterà la video installazione Soulnessless: Cantos I-IV di Terre Thaemlitz. Il musicista e attivista statunitense, da diversi anni residente in Giappone e fondatore dell’etichetta Comatonse Recordings, si collegherà anche in streaming in un dialogo con Valerio Mannucci.
Il programma proseguirà la mattina del 24 ottobre, con Scienza Straordinaria, una sound performance della durata di cinque ore della dj milanese Paquita Gordon, e poi con il workshop di Vipra, Avoid Gurus Follow Plants, focalizzato sul mondo della cannabis e sul suo rapporto con l’arte, il misticismo e l’ecologia.
Alle ore 17 il programma si conclude con la proiezione di Wir haben die Schnauze Voll e Everybody in the Place, due lavori di Jeremy Deller, artista visivo inglese le cui opere spesso hanno come sorgente eventi storici o archivi, per approdare a profonde riflessioni politiche, e si sviluppano in maniera collaborativa, attraverso il coinvolgimento di altre figure nel corso del processo creativo. L’artista sarà in collegamento streaming per un talk con Ilaria Gianni.
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