“Il tempo regola l’atto” è il titolo della nuova rassegna ideata da Monitor Roma, inaugurata il 10 dicembre, che prevede un ciclo di tre brevi esposizioni dove vengono coinvolti alcuni artisti selezionati dalla galleria, in un susseguirsi di appuntamenti “a sorpresa” che verranno man mano comunicati online. Si parte con due opere di Elisa Montessori e Thomas Braida, visibili fino a fine dicembre; seguiranno interventi di Matteo Fato, Benedikt Hipp, Laurent Montaron e Claudio Verna, fino al 29 gennaio 2021. Il concept è minimalista ma efficace: accoppiare gli artisti a seconda di come i loro lavori dialogano per reciprocità o contrasti, presentando una sola opera ciascuno per ogni mostra e per un periodo di tempo limitato e irregolare. E proprio il tema del tempo diventa il cardine della rassegna, riferendosi non solo al tipo di esposizioni fugaci e insolite in galleria, ma evocando anche il momento dell’atto creativo e le sue risonanze – uniche e personali per ciascun artista – nelle opere che vengono proposte. In questo primo caso, i lavori si collocano per esempio agli antipodi temporali: Elisa Montessori presenta Atlante (2020), un libro illustrato di grandi dimensioni (pezzo unico nella sua carriera) realizzato appositamente per questo evento, mentre di Thomas Braida è stata individuata una tela del primo periodo, Le atrocità di San Giorgio e compagna (2012). I due protagonisti dialogano per contrasti anche in senso generazionale, essendo la prima un’artista attiva da cinquant’anni, mentre il secondo un giovane mid-carreer. Ciò che li accomuna è invece un’intensa produzione e il senso di un’urgenza narrativa, che emerge nelle loro opere con linguaggi differenti, ma che in entrambi i casi intende comunicare contenuti attuali attraversando il passato.
Per Montessori, il libro è da sempre lo strumento privilegiato per archiviare passioni e raccontare di sé: in Atlante, l’artista ricostruisce un’astratta biografia in 188 tavole dense di collage, acquerelli e scritte. Sfogliando il prezioso volume si ha la sensazione di attraversare una coscienza liquida, di essere accolti in un intimo segreto di cui siamo spettatori eletti e meravigliati ad ogni pagina. In Braida, il rimando iconografico alla storia dell’arte religiosa viene amplificato dall’utilizzo del grande formato dei teleri veneziani cari all’artista, ma il tutto viene sdrammatizzato da un linguaggio ironico e grottesco. San Giorgio e compagna se ne vanno infatti in giro a commettere atrocità con estrema nonchalance, come dei Bonnie & Clyde d’altri tempi, mentre le loro figure deformate diventano metafora di una paranoia sentimentale che li rende estremamente contemporanei. Più che delle mostre, Monitor ci propone delle piccole pillole d’arte, occasioni preziose per ammirare di persona alcuni lavori rari, e ci fornisce pochi ma mirati spunti per trarne una narrazione inedita e originale. Un’ottima iniziativa per scandire il tempo delle feste (e delle restrizioni) di chi si trova a Roma: non ci resta che scoprire la data del prossimo appuntamento.
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