Imparare dai migliori bad boys, anzi, in questo caso dalla bad girl degli ex YBA Young British Artist: Tracey Emin, che del rivoluzionario movimento artistico inglese è stata probabilmente la portavoce più “dura e pura” e che nel frattempo è diventata accademica della Royal Academy of Arts, ha presentato la sua nuova scuola d’arte rivoluzionaria, che avrà sede a Margate, nell’ambito del suo buon proposito per gli anni a venire: trasformare la cittadina balneare nella contea del Kent in un rifugio per artisti, stile Brighton insomma. Ma guai a pensare a una sorta di comune inneggiante alla libertà: per entrare si dovrà passare attraverso una selezione e le regole saranno rigide. «Niente subaffitto, niente fumo, niente musica ad alto volume», ha spiegato Emin, illustrando al Times le regole della casa.
La scuola si chiamerà TKE Studios, cioè le iniziali del suo nome completo, Tracey Karima Emin, e sarà composta da 30 studi ospitati in un ex stabilimento balneare. Agli studenti sarà richiesto di esporre regolarmente il proprio lavoro al pubblico. Una ex camera mortuaria sarà quindi trasformata in una sorta di mini museo, dove saranno esposte anche le opere di Emin, che a Margate ha anche il suo studio personale, in un’ampia ex tipografia acquistata cinque anni fa. L’obiettivo sul lungo periodo è quello di convincere gli artisti a trasferirsi permanentemente a Margate, dove Emin, che è nata nel borgo londinese di Croydon nel 1963, è cresciuta ed è tornata dopo la morte di sua madre. D’altra parte, a Margate, che porta i segni della crisi economica degli ultimi anni, è stata recentemente aperta anche la Turner Contemporary, una galleria pubblica d’arte contemporanea con la funzione di rigenerare l’ambiente culturale della città, che è legata alla storia dell’arte. Qui infatti visse e lavorò il grande pittore Joseph Mallord William Turner, campione dell’arte britannica. E anche Emin non è da meno: nel 2007 fu scelta per rappresentare il suo Paese alla 52ma Biennale d’Arte Contemporanea di Venezia.
Negli anni ’90, Emin colpì il mondo dell’arte – e non solo – con Everyone I Have Ever Slept With 1963-1995, installazione esposta alla Royal Academy di Londra che raccoglieva in una tenda, in seguito andata distrutta in un incendio, i nomi di tutte le persone con le quali l’artista aveva condiviso un letto. Nel 1999 è stata nominata tra i finalisti del Turner Prize con My Bed, opera composta dal suo letto disfatto e circondato da vari oggetti, tra preservativi e pillole anticoncezionali, biancheria sporca e bottiglie di vodka, sigarette e vecchie polaroid. Una rappresentazione spietata delle conseguenze della fine di una relazione sentimentale.
L’artista, che ha dovuto subire una invasiva operazione chirurgica per un tumore, ha affermato di avere una nuova visione della vita: «Con Margate, adesso, specialmente dopo il cancro e tutto il resto, tutto quello che sto facendo ha senso. Sono una specie di aiuto. Sto creando il paradiso per gli artisti».
Intanto, sul sito della galleria Xavier Hufkens di Bruxelles è visibile, fino al 23 gennaio, una mostra di suoi video, da quelli più conosciuti, come Why I Never Became a Dancer del 1995 e How It Feels del 1996, a quelli inediti, come Niagara del 1997 e Love is a strange thing del 2000. 15 opere che coprono oltre 30 anni della sua carriera e offrono uno spaccato del suo mondo, dai primi traumi alle lotte personali, attraverso le sue visioni poetiche e spesso autoironico sull’amore e la solitudine.
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l'unica cosa che si puo' imparare da lei è prendere per i fondelli la gente. Lei ci è riuscita benissimo!!! Ottima maestra