11 gennaio 2021

In Brasile, la scultura di una vulva ha fatto infuriare l’estrema destra di Bolsonaro

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L'estrema destra vicina al presidente Jair Bolsonaro non ha reagito bene a Diva, l'opera di Juliana Notari che raffigura una vulva lunga 33 metri, installata a Usina de Arte

Juliana Notari è l’artista autrice di Diva, una scultura di 33 metri, in cemento e resina, che si sviluppa su una collina situata all’interno di Usina de Arte, un parco d’arte ambientale nel nord est del Brasile. Insomma, nulla di strano, solo che l’opera raffigura una vulva dal colore rosso intenso e ha scatenato un aspro dibattito politico.

Secondo quanto scritto dall’artista su Facebook, Diva «mette in discussione la relazione fra natura e cultura nella società occidentalista, fallocentrica e antropocentrica». Il corpo femminile, infatti, è al centro delle opere di Juliana Notari da ormai un decennio. Diva, in particolare, vuole simboleggiare una ferita aperta, quella inflitta dalle ineguaglianze sociali in Brasile.

Ma l’opera, oltre che simboleggiare la sofferenza, si è caricata anche di una responsabilità politica, visto che è stata presentata pochi giorni dopo le dichiarazioni di Jair Bolsonaro, che ha dichiarato che l’aborto non verrà mai legalizzato in Brasile. In quello che è uno dei Paesi più avanzati dell’America Latina, infatti, l’aborto è ammesso dalla legge solo in tre casi: se la gravidanza sia frutto di uno stupro, se la donna incita sia a rischio di vita oppure per grave malformazione del feto. L’intervento deve comunque avvenire entro le 22 settimane.

In Brasile, la scultura di una vulva scatena ancora polemiche

I sostenitori di Bolsonaro hanno condannato duramente Diva, definendola un’opera oscena e di mera propaganda di sinistra da diffondere sui social media. Uno dei commenti più interessanti è stato quello del regista e produttore brasiliano Kleber Mendonça Filho, che ha messo in luce come «le reazioni nei confronti di un’opera come quella di Notari siano uno specchio della società, in poche parole un successo».

Ma negli attacchi di Bolsonaro e dei suoi fedelissimi non c’è nulla di nuovo. Proprio il presidente brasiliano, infatti, è il primo a promuovere una campagna mediatica contraria all’arte e agli artisti, descrivendoli come parassiti decadenti sempre in cerca di fondi pubblici – che Bolsonaro ha tagliato in tutti i modi – solo per valorizzare spazzatura comunista. Il suo silenzio di fronte alla morte di tanti artisti causata dal Covid-19, è infatti profondamente significativo. Al punto da rendere sempre più profonda la ferita che Diva vuole simboleggiare.

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