Adrian Tranquilli artista che liberamente si esprime con media differenti e utilizza i motivi del fumetto supereroico, affrancati dal vincolo fumettistico, sia come materiale della personale ricerca, sia come linguaggio artistico.
Dove e come era il tuo primo studio?
«Il primo vero e proprio studio me lo mise a disposizione Toti Scialoja, di cui ero assistente. Era un garage in una viuzzola ai Parioli. Ci ho lavorato per vent’anni e fu difficilissimo lasciarlo perché, in quello spazio, avevo formato e cresciuto il mio lavoro, quelle pareti sono state il mio “orizzonte” per tantissimi anni…»
Cosa rappresenta per te lo studio?
«La maggior parte dei miei lavori, per ovvi motivi tecnici, li realizzo in fonderia o in laboratori artigianali specializzati, per cui lo studio per me è il luogo della meditazione, della progettazione e della sperimentazione. Lo “spazio” intimo per eccellenza.»
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Adrian Tranquilli, nato a Melbourne (AU – 1966), all’età di tre anni si trasferisce a Roma e, dopo gli studi in Antropologia, inizia a dedicarsi all’arte, collaborando per molti anni come assistente di Toti Scialoja. Nella sua opera, che va dalla pittura alla scultura, dal disegno al video, indaga la figura dell’eroe inteso come unico rappresentante universale dell’eroismo etico, icona che connette realtà e immaginazione, esprimendo altresì il principio salvezza-sacrificio alla base della religiosità cristiana.
Foto di Anton Giulio Onofri
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Affascinante. Opere uniche.
Ottima l'idea di poter vedere il luogo dove maturano le idee e prendono forma, nel senso stretto del termine.