Natalia Goncharova Autoritratto con gigli gialli, 1907-1908, olio su tela, cm 77,5 x 58,2. Mosca, Galleria Statale Tretyakov, ZH-8965. Acquisto, 1927. © Natalia Goncharova, by SIAE 2019
Il direttore di Palazzo Strozzi, Arturo Galansino, ha preso subito posizione. In una comunicazione alla stampa lanciata stamattina, infatti, si è scagliato contro gli algoritmi dei social network che “regolano” le immagini che – in tempi meno sospetti – si sarebbero definite di “oltraggio al pudore”. Il soggetto in questione, che Instagram ha bannato perché “troppa pelle” è in evidenza, è un’opera della pittrice russa Natalia Goncharova (1881-1962) che sarà in mostra a Palazzo Strozzi a Firenze a partire dal prossimo 28 settembre.
Modella (su sfondo blu) è il titolo dell’opera incriminata. “Sui social media vediamo costantemente immagini o video di nudo ma in questo caso viene bloccata l’immagine di un dipinto che appartiene alla storia dell’arte moderna. Si innesca così inevitabilmente una domanda: può un algoritmo determinare un principio di censura all’interno di uno dei principali mezzi di comunicazione e informazione del mondo?”, si chiede il direttore Galansino.
Quel che è certo però è che anche questa è ottima pubblicità per la mostra. E la vicenda segue quasi filologicamente i fatti della carriera della grande artista anticonformista, accusata e processata nella sua Russia a più riprese, nel primo decennio del Novecento, per offesa alla morale e pornografia. Natalia Goncharova venne sempre assolta.
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