Un nuovo tassello nell’annosa questione della Linea 7 della ferrovia metropolitana di Napoli: nella notte tra il 10 e l’11 dicembre, la grande installazione di Anish Kapoor è stata posizionata nella sua sede prevista, in corrispondenza della seconda uscita della stazione di Monte Sant’Angelo, su viale Traiano. Si tratta di un lungo tubolare d’acciaio che dialoga con l’altra installazione dell’artistar di origini indiane sistemata, nel 2017, all’entrata principale della stazione e che ricorda «una discesa agli inferi attraverso un simbolismo che ricorda l’organo genitale femminile», ha specificato, con parole invero non troppo beneauguranti e nemmeno tanto accoglienti, Umberto De Gregorio, presidente di EAV – Ente Autonomo Volturno, azienda della Regione Campania che gestisce la Linea 7.
Da non confondere, dunque, con la ben più famosa Linea 1, gestita dall’azienda municipalizzata ANM e già conosciuta in tutto il mondo per le sue opere d’arte contemporanea, di autori come, tra i molti altri, Jannis Kounellis, William Kentridge e Joseph Kosuth, diffuse su tutta la tratta (in particolare la pluripremiata Stazione di Toledo, realizzata peraltro dalla stessa azienda di quella di Monte Sant’Angelo, la Webuild) nell’ambito del progetto “Le stazioni dell’arte”, curato da Achille Bonito Oliva.
Dopo ritardi e rinvii, insomma, qualcosa si muove anche sulla Linea 7 che, una volta terminata, secondo il progetto risalente al 2008, collegherà le ferrovie Circumflegrea e Cumana, unendo i quartieri di Fuorigrotta e Soccavo, passando, in particolare, proprio per Monte Sant’Angelo, una delle sedi dell’Università Federico II, un campus all’avanguardia ma difficile da raggiungere per i tantissimi studenti di ingegneria, chimica e fisica che proprio lì frequentano la maggior parte dei corsi. I lavori per la costruzione della stazione sono iniziati nel 2008 ma hanno subito continui ritardi, tanto per la carenza di fondi quanto per le difficoltà del progetto mastodontico pensato da Kapoor, qui in vesti di archistar incaricato di progettare tutta la stazione e l’area adiacente.
Basti pensare che l’opera in corten dal simbolismo malizioso, installata sull’entrata principale, fu commissionata nel 2005 – all’epoca costò circa 10 milioni di euro – e trasportata a Napoli dai Paesi Bassi, via mare, solo nell’estate del 2015. Precisamente, approdò al porto di Pozzuoli e lì rimase quasi un anno, bloccata da un contenzioso finanziario sorto tra la Regione Campania e la società costruttrice, la Interflegrea Spa, costituita da Astaldi e Giustino Costruzioni, a causa della sospensione dei pagamenti in seguito allo sforamento del patto di stabilità.
Kapoor minacciò anche di ricomprarla ma, alla fine, gli ingranaggi si azionarono nel verso giusto, appena in tempo per evitare un caso diplomatico, considerando anche i rapporti tra l’artista vincitore del Turner Prize e la città partenopea. Proprio sul Golfo, Kapoor presentò una delle sue installazioni più spettacolari, il telone rosso di Tarantara, teso tra lo slargo di Piazza Plebiscito e vista lungomare. Era il 2000, la stagione di Antonio Bassolino alla Regione Campania. All’ex presidente regionale ed ex sindaco di Napoli si deve l’accordo con l’artista, sia per la magniloquente opera di piazza che per il progetto della tormentata stazione di Monte Sant’Angelo.
Da due anni, nella gestione commissariale dei lavori è subentrata la EAV e la posa della seconda opera di Kapoor lascia ben sperare De Gregorio, che punta a traguardi a portata di mano: «Possiamo dire di aver dato una svolta positiva ai lavori che sono partiti nel lontano 2003. L’obiettivo dell’apertura del primo tratto della linea è a portata di mano: entro il 2023 se non vi sono altri intoppi burocratici o con l’impresa costruttrice». Per il momento, insomma, ci tocca aspettare sperare che tutto fili liscio fino al termine dei lavori, quando la superficie dell’opera – che adesso è tutta impolverata – sarà finalmente specchiante, come l’iconico Cloud Gate di Chicago.
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