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Intervista al duo curatoriale che porta l’arte nella night life milanese
Arte contemporanea
Discoteche, saune, strip club: sono i luoghi d’azione del duo composto dalla curatrice Sara van Bussel e dalla art director Manuela Nobile, che hanno scelto attraverso il proprio sodalizio di portare l’arte contemporanea in luoghi inconsueti per delle mostre che durano solamente il tempo di una notte. Abbracciando quindi una pratica che comprende diverse tipologie di progetti – come la trilogia Look at Me e il più recente Contaminazioni in arte e musica dal vivo si fondono Van Bussel e Nobile portano l’arte in contesti considerati come anticonvenzionali. Operando all’interno del “mondo della notte”, le due curatrici propongono una visione aperta e inclusiva che fa dell’incognito una parte integrante del proprio processo creativo, che punta a sparigliare le carte in tavola e generare un senso di disorientamento rispetto alle regole tradizionali. La relazione che va a costituirsi tra il pubblico di una mostra e quello di un locale notturno stimola quindi una serie di riflessioni e di interpretazioni dell’opera stessa in quanto oggetto artistico.
È andato in scena il secondo capitolo del nuovo format CONTAMINAZIONI, attraverso il quale alcuni artisti sono invitati a trasformare il locale milanese Germi – centro culturale nato da un’idea di Manuel Agnelli e Rodrigo D’Erasmo – nel proprio personale microcosmo. In che modo gli artisti partecipanti sono intervenuti nello spazio?
Manuela Nobile: «Dopo aver ospitato le miniature e i diorami di Flaminia Veronesi in dialogo con il magico mondo della band Delicatoni, l’ospite della seconda puntata di questa edizione è stato Alessandro Calabrese – rappresentato da galleria Viasaterna – con la contaminazione musicale di Clauscalmo, curata da Nicolò Castellani Perez. Entrambi gli artisti visivi si sono confrontati con lo spazio selezionando musica live che li rappresentasse creando anche un cocktail speciale per la serata. La scelta curatoriale è stata dettata dalla volontà di ricreare la sensazione del pubblico di entrare nello studio degli artisti e sbirciare tra i mobili e le librerie per scoprire le loro opere che si mescolano perfettamente con lo spazio, come fossero sempre state lì. In particolare, nel secondo capitolo, Calabrese ha esposto una serie di opere realizzate negli ultimi anni trasformando lo spazio di Germi in un microcosmo della sua pratica, utilizzando le mura anche come sfondo per appunti, tra immagini della sua vita personale e screenshot di lavori incompiuti o possibili, in un universo che è immagine e creazione al tempo stesso. È stato possibile ripercorrere il processo della sua produzione creativa, sottolineando quanto sia sempre più mediato dalla presenza tecnologica nei suoi vari stadi».
In occasione del secondo episodio di CONTAMINAZIONI, la vostra scelta è ricaduta su Alessandro Calabrese, classe 1983 che vive e lavora a Milano. Quali sono state le decisioni prese dall’artista e quali sono le differenze principali rispetto al primo capitolo che ha visto come protagonista Flaminia Veronesi?
Sara van Bussel: «Abbiamo deciso di coinvolgere Alessandro perché il suo lavoro si presta ad un’osservazione attenta e una fruizione lenta, ideale per un contesto raccolto come Germi che permette di sostare sulle singole opere. Insieme a lui abbiamo deciso di dare spazio al suo processo lavorativo: le fotografie di Alessandro sono molto particolari a livello materico, sono il risultato di una serie di azioni pratiche e meccaniche che mettono in questione l’entità fotografica stessa. Per questo motivo diciamo che la mostra è stata un percorso tra i vari step di realizzazione dell’opera: dalla stampante che produceva testi generati da AI, al video che mostra il processo di stampa delle fotografie, fino ai lavori incorniciati e appesi. Questa seconda edizione svela il vero e proprio progetto di Alessandro, in toto. L’edizione di Flaminia era diversa in quanto diversa la sua ricerca e il suo lavoro, che in quell’occasione si concentrava in particolare su un tema che la contraddistingue: il gioco».
Dal punto di vista curatoriale, che cosa significa operare all’interno di un contesto non convenzionale per l’arte contemporanea come quello di Germi? Quali sono gli stimoli e allo stesso tempo le difficoltà che due curatrici – nel vostro caso – e gli artisti selezionati si trovano ad affrontare?
Sara van Bussel: «Operare in contesti non convenzionali è stimolante, ma anche faticoso. O meglio, ogni spazio che viene abitato ha le sue problematicità, andare a lavorare in situazioni notturne ha le sue».
Ad esempio?
Sara van Bussel: «Lo strip club, o la sauna gay, ad esempio, sono stati mondi a noi estranei nei quali ci siamo addentrate in punta di piedi, imparando a decifrarne il linguaggio, le regole, il funzionamento. Le difficoltà maggiori sono dovute dalla diversità tra i nostri mondi: i proprietari degli spazi, come chi ci lavorava o chi li visitava abitualmente, non aveva idea di che cosa fosse lavorare con l’arte contemporanea, con espressioni artistiche in generale. Per questo motivo è tanto complesso quanto appagante e istruttivo. Germi è più semplice come contesto, essendo di per sé un’associazione culturale dedita all’accoglienza di diverse espressioni artistiche. Notiamo comunque che è, a suo modo, una nuova sfida: il pubblico è appassionato di musica e forse a maggior ragione il fatto che abbia un vissuto culturale molto forte presenta una sfida poiché ci troviamo a dover mantenere molto alto il livello delle aspettative».
Negli ultimi due anni avete concentrato il vostro lavoro su Look At Me, una trilogia di eventi che ha preso forma in locali notturni della scena milanese. Come si è sviluppato questo progetto ed in che modo si differenzia dal più recente format presentato da Germi?
Manuela Nobile: «La trilogia Look at Me è nata dalla volontà di esplorare la notte e i suoi mondi non convenzionali, spingendoci al di fuori di spazi tipicamente adibiti al mondo dell’arte. Rispetto a Contaminazioni, che non ha un tema specifico, Look at Me ha articolato una riflessione attorno al corpo nella sua funzione estetica, erotica e fisiologica che si articola attorno al lavoro di diversi artisti. Per continuare a coltivare le connessioni che si creano mescolando diversi pubblici della notte, è stato fondamentale approfondire e scoprire insieme agli artisti le esigenze di tutte queste diverse realtà che fanno parte della vita autentica di tutti i giorni. In entrambi i casi è dunque necessario un dialogo continuo con il personale e il pubblico del locale che ci ospita. Ad esempio, nel caso specifico di Germi abbiamo pensato ad una fusione tra arte contemporanea e musica dal vivo, nel caso di Look at Me abbiamo utilizzato musica tecno, più inerente agli spazi scelti».
Come definireste la vostra pratica curatoriale e in che modo i vostri progetti rispecchiano la vostra ricerca?
Sara van Bussel: «Direi che la nostra pratica curatoriale si concentra su due concetti base: vita e sperimentazione. Portare arte contemporanea in contesti notturni è una volontà che nasce dalla convinzione che la fruizione artistica debba essere attiva e non passiva o, meglio, che l’arte debba essere a contatto con la vita di tutti i giorni, negli spazi, tra la gente, e non meramente tenuta a distanza in spazi ‘neutri’ a lei dedicati. La notte in particolare è una dimensione temporale più fluida, in cui tutto è possibile. Rispetto al giorno – solitamente dedicato al lavoro e agli impegni – la notte rappresenta un contesto libero, che accoglie chiunque. Questa accessibilità porta alla sperimentazione: per essere vita i nostri progetti si aprono necessariamente all’altro, e in questo risiede il secondo aspetto per noi fondamentale: come diciamo sempre, noi cerchiamo di creare condizioni per un vero scambio e confronto tra opera e pubblico, ma l’esito non lo conosciamo a priori. Non sapere come verrà vissuta o recepita una certa mostra è condizione necessaria per permettere che sia davvero libera».
Vi andrebbe di rilasciare una breve anticipazione riguardo l’ultimo episodio di CONTAMINAZIONI?
Manuela Nobile: «Non volendo rivelare il prossimo artista invitato, possiamo solo anticipare che si tratterà di un episodio leggermente diverso dai precedenti in quanto arte visiva e musica dal vivo proverranno dalla stessa persona fondendosi in un’interessante performance. La mostra sarà in autunno e l’atmosfera in cui gli ospiti di Germi si troveranno sarà decisamente più dark rispetto alle due passate di Flaminia Veronesi e Alessandro Calabrese».