Da luglio 2021 l’Ambasciata di Francia in Italia porta avanti un ambizioso progetto di valorizzazione artistica, coinvolgendo gli artisti contemporanei. Dopo il Ponte Farnese di Olivier Grossetête e l’opera monumentale Punto di Fuga di JR, questa volta tocca a JonOne il confronto con Palazzo Farnese. Così, l’Ambasciata di Francia vuole offrire l’occasione di condividere con il pubblico la storia del palazzo. Infatti, l’ambasciatore francese Christian Masset vuole che il palazzo rimanga “aperto per lavori”, perché cantiere sia un’opportunità per riflettere sulla storia e sul futuro. «Palazzo Farnese è sempre stato, nella sua storia, ed è tuttora, un luogo di ispirazione per gli artisti» ha dichiarato l’Ambasciatore. «Fare delle palizzate uno spazio di creazione e di narrazione è un modo per noi, durante i lavori, di far vedere il palazzo anche da un punto di vista molto contemporaneo, di farlo vedere sotto una luce innovativa e diversa.»
Così come ricordato da Christian Masset, Palazzo Farnese è sempre stato un luogo di scambio e di cooperazione. Quando a JonOne hanno chiesto cosa lo ispirasse particolarmente di questo palazzo la sua scelta è caduta su un cippo. Si tratta di un reperto archeologico del 55 a.C. conservato nei sotterranei del palazzo – ancora nella sua posizione originale – e sul quale si legge un’inscrizione latina. L’epigrafe si riferisce a un intervento di due censori, coloro che nell’antica Roma avevano il compito di censire la popolazione, amministrare gli spazi pubblici e il patrimonio fondiario della città.
«Publio Servilio Isaurico, figlio di Caio, Marco Valerio Messalla, figlio di Marco, nipote di Manio, censori, hanno delimitato (quest’area) su decisione del Senato». Questo si legge sul cippo che ha ispirato John Andrew Perello alias JonOne per il suo intervento a Palazzo Farnese. L’artista ha riportato alla luce l’inscrizione romana inserendola nella sua calligrafia sulla palizzata nel cortile interno del palazzo, in Cippo 2.0 memoria e contemporaneità si fondono. «L’idea di far incontrare antico e moderno attraverso il cippo come fonte d’ispirazione rappresenta perfettamente il mio lavoro. La calligrafia, le scritte urbane, i graffiti sono al centro del mio percorso artistico. La calligrafia riportata dal cippo riveste un significato particolare rispetto a quello che faccio oggi, poiché la scrittura è anch’essa una forma d’arte.»
A suggestionare JonOne sono stati anche i graffiti e le scritte scoperti nel 2014, in occasione del restauro della celebre Galleria dei Carracci di Palazzo Farnese. Ispirati dall’opera dei Carracci, che affrescarono la galleria a cavallo tra Cinquecento e Seicento, diversi allievi e artisti delle accademie hanno voluto lasciare una loro testimonianza. Sui muri della galleria, in alcuni punti, si possono ancora vedere disegni, autografi, dettagli di anatomia, ritratti e altri graffiti. L’artista non ha potuto non rimanere sorpreso da questi writers ante litteram che, spesso nell’anonimato, non di rado facevano della scrittura calligrafica la loro forma espressiva prediletta, proprio come i writers moderni.
Così, JonOne ha immaginato colui che scolpì l’inscrizione latina del cippo che lo ha ispirato, fantasticando su una scena di street life, però di epoca romana. «Quando ho visto il cippo ho pensato “Wow!”. Poi, mi sono ricordato che non era la prima volta perché quando andai in Francia a vedere le Grotte di Lascaux vidi quello che avevano disegnato gli uomini delle caverne, prima dei Romani. Ho visto me stesso e mi sono chiesto “cosa sto facendo?”. Porto un senso nel mio lavoro, le persone hanno realizzato graffiti per così tanto tempo ed è come un istinto naturale dell’uomo, quello di lasciare il segno.»
L’opera creata da JonOne per il cortile di Palazzo Farnese sarà accessibile al pubblico in occasione della ripresa delle visite guidate del palazzo: sarà di nuovo possibile visitare Palazzo Farnese a partire dal 20 novembre 2021, previa prenotazione online su www.visite-palazzofarnese.it. A marzo 2022, a Cippo 2.0 si aggiungerà un’altra creazione, sulla palizzata di via dei Farnesi, in dialogo con gli studenti dell’Accademia delle Belle Arti di Roma e giovani artisti italiani.
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