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Julien Creuzet rappresenterà la Francia alla Biennale di Venezia 2024
Arte contemporanea
di redazione
Neanche il tempo di chiudere le porte e già si guarda avanti. Ha bruciato tutti – o quasi – sul tempo la Francia, che ha già annunciato l’artista che la rappresenterà, al Padiglione della prossima Biennale d’Arte Contemporanea di Venezia, che si terrà nel 2024: si tratta di Julien Creuzet, giovane scultore in ascesa e astro nascente della scena dell’arte francese che, in verità, produce sempre molti talenti e a getto continuo. Un annuncio arrivato praticamente all’indomani della chiusura della 59ma edizione della manifestazione in Laguna – ultimo giorno il 27 novembre – che, lo ricordiamo, era stata spostata di un anno a causa della pandemia.
E ancora prima della Francia, ha fatto l’Estonia, che si è così aggiudicata il titolo onorario di prima nazione ad annunciare la sua artista: Edith Karlson, classe 1983, di base a Tallinn, anche lei scultrice e autrice, nel 2021, di una mostra acclamata da pubblico e critica all’EKKM – Estonian Contemporary Art Museum, istituzione che cura il Padiglione nazionale.
Nato nel 1986 e di origini franco-caraibiche, Julien Creuzet vive e lavora a Parigi. Nella sua ricerca spesso ibrida la modellazione della materia e la composizione delle parole poetiche, in sculture, installazioni e interventi testuali che affrontano la sua esperienza della diaspora. Ispirato dalle riflessioni sulla creolizzazione e la migrazione degli scrittori e pensatori Aimé Césaire e Édouard Glissant, il lavoro di Creuzet si concentra sull’intersezione travagliata tra la storia della Martinica e le vicende del modernismo e della modernità europea.
Già numerose e ospitate da istituzioni di primissimo piano le sue mostre personali: al LUMA di Arles (2022), al Camden Art Center (2022), al Centre Pompidou (2021), al Palais De Tokyo (2019) e alla Fondation Ricard (2018) di Parigi, al CAN Centre d’Art di Neuchâtel (2019). Tra le collettive, ricordiamo quelle al Museum of Contemporary Art of Chicago (2022-2023), al Musée Tinguely di Basilea (2022), alla National Gallery di Praga (2022), a Manifesta 13 a Marsiglia (2020) e alle Biennali di Kampala, Uganda (2018) e di Gwangju, Corea del Sud (2018).
Le sue opere sono conservate nelle collezioni del Centre Pompidou, della Fondazione Villa Datris, della Galeries Lafayette Corporate Foundation, del Carré d’Art-Musée d’art contemporain, di Nîmes e della Kadist Foundation, tra gli altri. Creuzet ha ricevuto il premio Etants Donnés 2022, il BMW Art Journey Award 2021 e il Camden Arts Center Emerging Artist Prize 2019 a Frieze Londra, rappresentato in quella occasione dalla galleria High Art di Parigi. Attualmente è rappresentato dalla galleria Document di Chicago. Nel 2021 è stato anche nominato tra i finalisti del Prix Duchamp, il riconoscimento più importante in Francia per l’arte contemporanea.
«Il suo lavoro singolare e il suo dono per la letteratura orale si nutrono di creolizzazione riunendo una diversità di materiali, storie, forme e gesti», così ha motivato la scelta di Julien Creuzet il comitato di selezione, presieduto dalla direttrice del Centre Pompidou-Metz, Chiara Parisi, dal ministro francese per l’Europa e gli affari esteri, Catherine Colonna, e dal ministro della cultura, Rima Abdul Malak. «Gli interrogativi sollevati dalle sue opere troveranno, al Padiglione Francia a Venezia, una risonanza particolarmente importante con quelli del nostro tempo. Julien Creuzet è stato scelto anche per gli orizzonti che disegna, andando oltre l’opposizione tra identità e universalità, dimostrando che nel ripiegamento dell’arte gli echi poetici e artistici tracciano sempre risposte tanto gioiose e riparatrici quanto inaspettate».
La scelta di Julien Creuzet è inedita per il Padiglione francese, che non era mai stato affidato a un artista franco-caraibico. Un’ennesima apertura, dunque, dopo quella del 2022, con Zineb Sedira prima artista di origini algerine a rappresentare la Francia. E bisogna dire che la scelta ha premiato, considerando la menzione speciale ricevuta dalla giuria della Biennale e l’accoglienza generalmente positiva del progetto.