In occasione della 59. Biennale d’Arte di Venezia, Zuecca Project, uno spazio fondato da Alessandro Possati situato sull’isola della Giudecca, ha dedicato un’iconica e suggestiva mostra a Hermann Nitsch, padre dell’Azionismo viennese, tra gli artisti più influenti del Novecento. Per la prima volta in Italia, nella sua interezza, sarà esposta 20. malaktion, la ventesima azione pittorica realizzata e presentata dall’artista per la Wiener Secession del 1987. Si tratta dell’unica azione dell’artista le cui opere fanno parte della medesima collezione, quella del magnate Helmut Essl, e la sua esposizione alla Zuecca Project è possibile grazie alla collaborazione con la Galerie Kandlhofer ed il supporto della Hermann Nitsch Foundation. La mostra, in programma dal 19 aprile al 20 luglio 2022, sarà visitabile negli spazi di Oficine 800, sempre sull’isola della Giudecca. Ci racconta tutto il collezionista Helmut Essl.
Come e quando nasce l’idea di acquistare le opere di l’intera 20 malaktion di Hermann Nitsch?
«Secondo me Hermann Nitsch è uno degli artisti austriaci più importanti. Durante la mia giovinezza, Nitsch era al culmine della sua produzione creativa e riguardava agli anni della sua produzione di dipinti fatti di sangue grondante e schizzi. Ero molto affascinato dal suo lavoro anche se non lo capivo appieno. Con il passare degli anni e il mio successivo coinvolgimento nel mondo dell’arte contemporanea, questo fascino è persistito e ho sviluppato un profondo apprezzamento per l’importanza e la singolarità del suo lavoro.
Nitsch e le sue opere sono state la forza trainante per me per diventare un collezionista, anche se sono appena agli inizi. Quando ho saputo dell’opportunità di acquisire la sua 20. malaktion completa, non ho esitato e ho colto immediatamente l’occasione. Sono convinto che 20. malaktion sia una delle opere più importanti, se non la più importante, di Nitsch. Il fatto che abbia eseguito questa azione pittorica nel Palazzo della Secessione lo rende ancora più speciale per me, come lo è per l’artista».
Quale è il tuo rapporto con l’artista?
«Ho una sconfinata stima per Nitsch e le sue opere. Da quando sono stato introdotto al suo lavoro, sono stato un devoto seguace e sono grato per il profondo impatto che la sua produzione artistica ha avuto su di me e su tanti altri. Sono onorato come collezionista di aver avuto l’opportunità di incontrarlo di persona in numerose occasioni, sperimentare la sua energia e il suo spirito e approfondire la mia comprensione del suo lavoro e di ciò che rappresenta. Mi mancano le parole per descrivere le emozioni vissute durante la nostra prima cena insieme e quello che è stato l’inizio di un’amicizia personale».
Perché organizzare un vero e proprio tour di quest’opera? Quali sono secondo te le suggestioni che trasmette allo spettatore?
«Possedere quella che ritengo essere l’opera magna di un artista così affermato comporta per me una certa responsabilità. Queste opere sono parte integrante non solo del patrimonio culturale austriaco, ma di quello mondiale: non puoi semplicemente nasconderle in casa o tenerle in deposito. Ammirando 20 malaktion, penso che la qualità dell’opera risieda nella capacità di stimolare e persino nella provocazione dei nostri sensi e delle nostre emozioni. Siamo immersi in un ambiente pittorico in cui possiamo comprendere, o almeno sperimentare, l’eccesso e il dramma della nostra esistenza attraverso la dinamica e la simbolica dell’opera. L’unico modo per raggiungere questo obiettivo è mostrare l’azione pittorica nella sua interezza. Credo che il pubblico abbia il diritto di vedere queste opere e di sperimentarne il potere e l’energia, e che il mio compito di collezionista sia rendere queste opere visibili e accessibili. Essere in grado di condividere questo lavoro con il mondo, portando in qualche modo il messaggio di Nitsch nel mondo, è per me profondamente appagante. La mia speranza è che la ventesima azione pittorica serva come una sorta di ambasciata per l’artista a livello internazionale».
Quale è secondo te il ruolo dei grandi collezionisti nell’età contemporanea?
«I grandi collezionisti forniscono agli artisti una piattaforma. Creano condizioni migliori per loro per promuovere il loro lavoro e favorirne lo sviluppo personale, in modo che tutti noi abbiamo la possibilità di sperimentare un’arte straordinaria in futuro. Abbiamo bisogno di grandi collezionisti per concentrare e aumentare la nostra attenzione sul potere dell’arte nella società».
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