11 settembre 2024

La Biennale di San Paolo per la prima volta in Africa: tappa a Luanda

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La 35ma edizione della Biennale di San Paolo continua il suo lungo viaggio e, dopo Argentina e Bolivia, fa tappa a Luanda, in Angola, con una mostra di otto artisti internazionali

Vista da instalação Habitar el color, de Carlos Bunga durante a 35a Bienal de São Paulo. 10/10/2023 © Levi Fanan / Fundação Bienal de São Paulo

La 35ma edizione della Biennale di San Paolo, intitolata Coreografie dell’impossibile, continua a spostarsi e, dopo la tappa in Bolivia, fa uno spostamento storico, attraversando l’Oceano Atlantico, per arrivare in Africa, precisamente a Luanda, la capitale dell’Angola.  In programma, dal 20 settembre all’8 dicembre 2024, negli spazi dell’Instituto Guimarães Rosa – l’istituzione pubblica che promuove le relazioni culturali del Brasile in tutto il mondo -, una mostra che «Simboleggia un momento importante nella storia della Biennale, che cerca di ampliare la sua portata e di promuovere il dialogo culturale tra il Brasile e l’Angola», spiegano dall’organizzazione.

Tadáskía, Mystical Black Bird, 2022, (installation view at the 35th Bienal de São Paulo – Choreographies of the Impossible, 2023). © Levi Fanan / Fundação Bienal de São Paulo

Una Biennale itinerante

Già dal 2011, la Biennale di San Paolo promuove progetti itineranti. Se la mostra principale della 35ma edizione si è svolta da settembre a dicembre 2023, negli spazi del Padiglione Ciccillo Matarazzo di San Paolo, negli scorsi mesi la manifestazione ha continuato le sue attività, prima presentando dei progetti in dieci città del Brasile, come Brasilia e Belo Horizonte, quindi sconfinando in Argentina, a Buenos Aires, e in Bolivia, a La Paz.

Kidlat Tahimik, Killing us Softly… with their SPAMS… (Songs, Prayers, Alphabets, Myths, Superheroes…), 2023, (installation view at the 35th Bienal de São Paulo – Choreographies of the Impossible, 2023). © Levi Fanan / Fundação Bienal de São Paulo

La tappa della Biennale di San Paolo a Luanda è il risultato di una collaborazione culturale e diplomatica tra la Fundação Bienal de São Paulo, l’IGR – Instituto Guimarães Rosa e l’Ambasciata del Brasile a Luanda. La scelta della città africana come parte del programma di mostre itineranti sviluppato nell’ambito della 35ma Biennale di San Paolo è un riconoscimento dei legami storici e culturali tra i due Paesi, che condividono un significativo patrimonio culturale e linguistico – il portoghese – e sono uniti dal confine dell’Atlantico. Nel 2025, l’Angola, ex colonia portoghese, festeggerà i 50 anni di indipendenza e il Brasile sarà il primo Paese a riconoscere questo evento storico.

Ibrahim Mahama installation view at the 35th Bienal de São Paulo – Choreographies of the Impossible, 2023 © Levi Fanan / Fundação Bienal de São Paulo
Ibrahim Mahama installation view at the 35th Bienal de São Paulo – Choreographies of the Impossible, 2023 © Levi Fanan / Fundação Bienal de São Paulo

La mostra a Luanda

Per Andrea Pinheiro, che nel 2023 è stata nominata presidentessa della Fundação Bienal de São Paulo, «La mostra itinerante a Luanda segna un momento molto importante per la nostra istituzioni e per il rafforzamento dei legami culturali tra il Brasile e l’Angola, in quanto è la prima volta che realizziamo una mostra nel continente africano». Per Pinheiro, si tratta di un risultato «Particolarmente rilevante», nel contesto della 35ma edizione, che ha visto la partecipazione dell’80% di artisti non bianchi, molti dei quali provenienti dalla diaspora africana.

A água é uma máquina do tempo, de Aline Motta durante a 35ª Bienal de São Paulo – coreografias do impossível © Levi Fanan / Fundação Bienal de São Paulo

Curata da Diane Lima, Grada Kilomba, Hélio Menezes e Manuel Borja-Villel, la mostra riunisce le opere di Aline Motta, Bouchra Ouizguen, Carlos Bunga, Ilze Wolff, Januário Jano, Raquel Lima, Sarah Maldoror, Trinh T. Minh-ha. Otto artisti che offrono prospettive diverse ma complementari, pensando alle pluralità culturali e storiche delle Americhe, dell’Europa e dell’Africa. «Non è importante né urgente organizzare un’altra biennale nei termini e nelle strutture conosciute. Si tratta di mettere in discussione ciò che sappiamo, e tutto il sapere è intimamente legato a processi di violenza e potere», così i curatori presentavano la Biennale, durante una nostra intervista.

Baptism[Batismo], de Januário Jano, durante a 35ª Bienal de São Paulo – coreografias do impossível © Levi Fanan / Fundação Bienal de São Paulo
La mostra della Biennale di San Paolo a Luanda è scandita da diversi linguaggi artistici, che si intrecciano per offrire una visione stratificata del mondo contemporaneo. Aline Motta esplora le pieghe intime delle memorie ancestrali e familiari, ricostruendo attraverso le immagini un legame profondo con il passato. Bouchra Ouizguen, invece, fa dialogare la danza e la performance con le antiche tradizioni del Marocco, dando vita a un linguaggio corporeo che travalica i confini temporali. Ilze Wolff, con sguardo critico e analitico, indaga le trasformazioni storiche dell’architettura e dell’urbanizzazione in Sudafrica, mettendo in luce le tracce invisibili del colonialismo che ancora permeano il tessuto urbano.

Bouchra Ouizguen durante a 35ª Bienal de São Paulo – coreografias do impossível © Levi Fanan / Fundação Bienal de São Paulo Bouchra Ouizguen

Raquel Lima, attraverso una performance poetica, incisiva e toccante, affronta le questioni di razza e genere, rendendo la parola strumento di lotta e riflessione. Sarah Maldoror, documenta nei suoi filmati il processo di decolonizzazione africana, catturando l’essenza di un’esperienza collettiva che ha ridisegnato l’identità di interi popoli. Trinh T. Minh-ha, infine, smonta con il suo cinema i paradigmi dell’etnografia tradizionale, interrogandosi sullo sguardo coloniale e sulle dinamiche di potere insite nella rappresentazione culturale.

Trinh T. Minh-ha durante a 35ª Bienal de São Paulo – coreografias do impossível © Levi Fanan / Fundação Bienal de São Paulo

Accanto a queste narrazioni audiovisive, la mostra include anche opere tridimensionali che sfidano le convenzioni dello spazio espositivo. Januário Jano, artista angolano, propone una serie di 20 fotografie che attraversano il passato e il presente dell’Angola, evocando il tema dell’identità postcoloniale e la memoria storica del Paese.

Il portoghese Carlos Bunga, invece, con la sua installazione site-specific, invita il pubblico a interrogarsi sulla fragilità e l’impermanenza delle strutture sociali e architettoniche, innescando un dialogo sensoriale con lo spazio circostante, che diviene esso stesso opera d’arte, fluida e mutevole.

Vista da instalação Habitar el color, de Carlos Bunga durante a 35a Bienal de São Paulo. 10/10/2023 © Levi Fanan / Fundação Bienal de São Paulo

Il team curatoriale della 36ma Biennale di San Paolo

Mentre la 35a Biennale continua il suo ciclo itinerante, la Fundação Bienal si sta già preparando per la prossima edizione della mostra. Il team curatoriale, riunito dal camerunense Bonaventure Soh Bejeng Ndikung, è composto dai co-curatori Alya Sebti, Anna Roberta Goetz e Thiago de Paula Souza, dalla co-curatrice generale Keyna Eleison e dalla consulente in comunicazione e strategia Henriette Gallus.

Entro la fine dell’anno, i nuovi membri del team, il tema curatoriale e i partner saranno annunciati. L’inaugurazione della 36ma Biennale di San Paolo è prevista per settembre 2025.

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