Di Michelangelo Pistoletto (Biella, 1933) si è detto tutto, delle sue opere in Italia e all’estero anche, eppure, l’artista, attivo da più di sessant’anni, sa ancora mettersi al centro del dibattito artistico. Nell’ambito dell’incontro dello scorso primo ottobre all’Istituto italiano di cultura a Parigi, in cui sono emersi i risultati di ricerca e le finalità del progetto Cittadellarte, si sono approfondite tematiche di fondamentale importanza per la nostra contemporaneità.
Pistoletto, che negli anni ’60 è stato uno degli esponenti principali dell’Arte Povera, continua oggi la sua ricerca nel segno di un’arte sostenibile, che sia motore di diversi altri settori produttivi. Negli anni ’90 viene da lui fondata, sul sito di un ex fabbrica di lana a Biella, la scuola Cittadellarte, che si impone subito come un centro di sperimentazione e ricerca creativa incentrata sulla trasformazione responsabile del tessuto urbano e sociale. «I valori che vent’anni fa mi hanno spinto a portare la mia opera e le attività di Cittadellarte in un ex stabilimento tessile sulle rive del torrente Cervo sono oggi più vivi e vitali che mai e ispirano un processo irreversibile di cambiamento di tutto il Biellese», ha affermato Pistoletto nel corso del dibattito all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi.
Il documentario di Manuele Cecconello, Cittadellarte: pratiche d’arte responsabile, realizzato quest’anno, mette in luce gli esiti di questi vent’anni di arte al servizio della società a traverso idee, espressioni, azioni e reazioni che esprimono un modo nuovo e necessario di proiettarsi nel mondo.
L’intero progetto è sostenuto dalla Fondazione Zegna che, dal 2000, si pone l’obiettivo di migliorare la qualità di vita di individui e comunità locali, in Italia e nel mondo, finanziando progetti sostenibili radicati in diversi contesti. «Il rapporto tra Zegna e la famiglia Pistoletto è di lunga data – ha spiegato Anna Zegna, Presidente della Fondazione Zegna – nacque agli inizi degli anni ’30 quando Ettore Pistoletto Olivero iniziò una proficua collaborazione con nostro nonno Ermenegildo. Oggi noi abbiamo il compito di custodire per le generazioni future i tesori di competenza e bellezza che ci sono stati tramandati, creando un dialogo sinergico tra territorio e impresa, natura, arte e cultura».
L’avventura tutta italiana di Cittadellarte rappresenta un modello virtuoso, possibile e soprattutto replicabile, che investe settori molto diversi, dalla produzione agricola fino all’architettura, la moda e il design.
Michelangelo Pistoletto vent’anni fa si è rivelato un precursore anche in tema di responsabilità sociale e di valorizzazione del territorio, creando a Biella quella che, all’epoca, poteva sembrare una realtà utopica, destinata a restare un unicum e che oggi, invece, risponde concretamente alle esigenze di uno sviluppo sostenibile legato al nostro vivere presente e futuro.
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