Un coniglietto gonfiabile e un vecchio cane, Elvis e Mozart, uomini in giacca e cravatta. Sono solo alcune delle varie storie che potremo attraversare per âElvis And Wein & Mozartâ, una selezione di film in 16mm, diapositive in 35mm, installazioni video e proiezioni digitali, che la Collezione Morra Greco, avviata dagli anni â90 da Maurizio Morra Greco, ha scelto per ripartire dopo il lockdown e salutare la bella stagione. Gloriosissima, lunga e prolifica quella della videoarte che, ripercorrendo i titoli individuati da Alessia Volpe tra i tanti in collezione, si riconferma come uno dei linguaggi piĂč sperimentali e liberi del contemporaneo, dal grande Jonas Mekas, universalmente considerato uno dei mostri sacri del cinema dâavanguardia e scomparso nel 2019, allâamericana Kate Gilmore, impegnata in una ricerca  sui temi del corpo e della femminilitĂ , dal Turner Prize Jeremy Deller, maestro âsurrealistaâ nel sovrapporre codici e immaginari, tra pop e concettuale, fino allâastigiano Diego Perrone, che ha rintracciato una chiave di lettura dellâattualitĂ nellâibridazione tra media e materiali, tra tradizione e rivisitazione.
E dopo tante settimane di bulimia visiva e di contenuti consumati online, questa ascensione â o distensione â tra i cinque piani dellâesposizione potrebbe rappresentare anche lâoccasione buona per praticare un poâ di ecologia dello sguardo, finalmente dal vero, partecipando, in prima persona, alle sensazioni del luogo. Che in questo caso Ăš giĂ carico di molte suggestioni, visto che la Fondazione Morra Greco ha casa nel cinquecentesco Palazzo Caracciolo di Avellino, a Napoli, peraltro recentemente restaurato.
Ci dice di piĂč Alessia Volpe, che abbiamo raggiunto per un commento.
La Fondazione Morra Greco riparte dalla sua collezione, con unâampia mostra dedicata alle opere video, da Jonas Mekas a Mark Leckey, da Kate Gilmore a Diego Perrone. Quale criterio ha ispirato la selezione?
«I video selezionati rappresentano solo circa un terzo di quelli inclusi in collezione, tutti straordinari e tutti a loro modo rappresentativi di una certa sensibilitĂ collezionistica. Sono stati privilegiati gli artisti mai esposti in fondazione ed i lavori che non presentano dialoghi o narrazioni, in modo da riuscire ad evitare lâutilizzo di cuffie. Nondimeno, la necessitĂ di adattarsi agli spazi fortemente caratterizzati di Palazzo Caracciolo di Avellino mi ha guidata â spesso costretta â nella scelta. Ogni esclusione, un pugno allo stomaco».
La scelta di ripartire da una mostra totalmente dedicata al video Ăš dovuta anche alle particolari condizioni post lockdown, non solo per quanto riguarda le misure di sicurezza ma anche per la possibilitĂ delle opere di âadattarsiâ, magari, alla fruizione online?
«Le restrizioni imposte agli spazi museali in questa fase di ripartenza sono per noi ancora piĂč stringenti per via della conformazione del palazzo, che in alcuni punti presenta spazi non abbastanza ampi da garantire la distanza di sicurezza tra i visitatori. Accoglieremo dunque in gruppi di due persone al massimo, offrendo una visita quasi esclusiva del museo, in un tentativo di capovolgimento dellâaccezione negativa che lâisolamento imposto dal virus ha assunto. Per oltre due mesi siamo stati immersi nellâesperienza online â di video, principalmente â ed Ăš forse tempo di allontanarsi dallo schermo e ritornare alla natura allestitiva originaria di queste opere».
âElvis And Wein & Mozartâ sarĂ visitabile alla Fondazione Morra Greco, a Napoli, fino al 26 settembre, con opere di Candice Breitz, Susanne Burner, David Claerbout, Jeremy Deller, Ceal FLoyer, Yang Fudong, Kate Gilmore, Rodney Graham, Christian Jankowski, Annika Larsson, Mark Leckey, Jonas Mekas, Yoshua Okon, Diego Perrone, Michael Sailstorfer, Catherine Sullivan, David Zink Yi. Per le informazioni sulle modalitĂ di accesso, potete dare unâocchiata qui.
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