È un fenomeno percepito ai margini, in realtà è più vicino di quanto sia raccontato. A prescindere dalla prossimità presunta, i dati reali sono allarmanti: secondo le stime ufficiali, il lavoro minorile coinvolge 152 milioni di bambini in tutto il mondo, di cui la metà costretti in attività pericolose per la salute fisica e il benessere mentale. E dietro ai numeri ci sono storie meno visibili, difficilmente percorribili. A raccontarle con una vivacità dai tratti fiabeschi, calandosi in una dimensione propria dell’infanzia da recuperare e proponendo, così, un punto di vista decisamente eccentrico rispetto a certo pietismo occidentale, è Bertille Bak, con “Mineur Mineur”, documentario presentato nel 2022 alla Fondazione Merz, in occasione del conferimento del Mario Merz Prize.
Protagonisti sono i bambini che lavorano nelle miniere di estrazione in Bolivia, India, Tailandia, Indonesia e Madagascar, luoghi “estremi”, tanto esteriori quanto nascosti nelle profondità – che sia la terra o la coscienza – ma che lo sguardo di Bak, attraverso la leggerezza dei più piccoli, lascia emergere con una freschezza antiretorica e una concretezza dai tratti onirici. L’opera sarà proiettata oggi, 17 gennaio, nella Videogallery del museo MAXXI di Roma e sarà visibile, fino al 5 febbraio 2023, insieme ad altri suoi film, per la rassegna “La giostra del reale”, dedicata all’artista francese, recentemente inserita nella shortlist dei finalisti del prestigioso Prix Marcel Duchamp. Alle 18, l’artista incontrerà il pubblico, in conversazione con la critica d’arte Teresa Macrì. A introdurre il talk, Irene de Vico Fallani, Responsabile del Dipartimento educazione, formazione e animazione culturale del MAXXI.
Nata ad Arras, in Francia, nel 1983, Bertille Bak vive e lavora a Parigi. Dal 2002 al 2007 ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Parigi dove è stata allieva di Christian Boltanski e ha poi proseguito gli studi presso il Fresnoy Studio National des Arts Contemporains di Tourcoing. Discendente da una famiglia di minatori, i suoi primi lavori sono ispirati alle condizioni di vita e lavoro nelle città minerarie del nord della Francia. Basata su lunghi soggiorni presso comunità marginali e lo studio delle relazioni socio-culturali, la ricerca artistica di Bak mira a risvegliare la coscienza critica dello spettatore.
Le sue opere sono presenti in numerose collezioni in tutto il mondo. Ha esposto in mostre collettive e personali, presso sedi istituzionali e gallerie private, come The Gallery Apart, Roma, Palazzo Grassi, Venezia, Maison du peuple de Vénissieux e Galerie Xippas, Parigi.
In occasione della rassegna del MAXXI, sono state scelte oltre quindici opere, realizzate tra il 2007 e il 2022, per raccontare il lavoro di Bertille Bak e la sua ricerca, estesa lungo i confini tra arte, politica e sociologia. Nel corso di lunghi soggiorni all’interno di comunità che vivono ai margini del mondo, Bertille Bak riscopre memorie e riti collettivi, dando voce a storie di resistenza e rivoluzioni invisibili. Dal contatto diretto con vite e vicende quotidiane, nascono opere in cui il linguaggio critico del documentario incontra l’essenza fantastica delle fiabe.
Fiabe contemporanee tragiche ma anche cariche di speranza e ironia, ispirate dal vissuto personale dell’artista, come t’as de beaux vieux, tu sais…(2007) e Tu redeviendras poussière (2017), oppure dalla lotta quotidiana di chi difende le proprie radici culturali e la propria casa, nel caso di faire le mur (2008), safeguard emergency light system (2010), transports à dos d’hommes (2012), o ancora dagli argomenti della dignità del lavoro, in le tour de Babel (2014), Boussa from The Netherlands 1/3 (2017), La brigada (2018), e dell’infanzia negata, come in Bleus de travail (2020) e, appunto, Mineur Mineur (2022).
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