Affezionarsi ad una città significa affezionarsi al suo cielo, alle stelle sicure che la sovrastano e che la rendono presente in coordinate non soltanto terresti, ma celesti ed eterne. La gravità delle forze nascoste è il titolo della mostra inedita di Sasha Vinci curata da Serena Ribaudo, presentata all’interno di una delle sedi più belle e poetiche del Museo Regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo: la Cappella dell’Incoronata. Prima personale dell’artista nel capoluogo siciliano, in corso fino al 20 gennaio 2024, la mostra dichiara apertamente il legame con Palermo e con tutto ciò che la circonda, compreso il cielo, raccontato in un maestoso totem marmoreo di grigio billiemi e posto al centro della navata unica della Cappella.
Sul grande corpo ottagonale – forma che richiama i Quattro Canti di Palermo, nonché il centro esatto della città – Vinci incide due mappe importanti: la prima punta al cielo, riportando le stelle e le costellazioni sopra il capoluogo; la seconda mira al suo skyline, con la precisa intenzione di riportarne i perimetri su uno spartito. Il risultato a prima istanza è un’accogliente musica imprecisa, casuale, estremamente contemporanea, che racconta le sfaccettature e i movimenti di una città complessa. Folclore e riutilizzo dei materiali si incontrano per fondersi in un preciso e moderato simbolismo che sta alla base dell’intera produzione artistica dell’artista, evidenziando in questo modo significati appartenenti ai rapporti tra Uomo, natura e politica.
Lo stato delle cose e il loro avvenimento si configurano poeticamente nel progetto dell’artista attraverso precise collocazioni spaziali delle opere, come nel caso del corpo piramidale posizionato all’interno della biblioteca, dal cui interno una luce primordiale attraversa l’alabastro che lo costituisce e ne manifesta venature che ricordano le trasparenze della pelle umana. Questa apparizione improvvisa dal buio racconta il mistero dei vicoli di Palermo e di ogni città siciliana caratterizzata da strade strette, in cui angolo dopo angolo si scorgono bellezze mimetizzate e inaspettate.
La gravità delle forze nascoste riporta già nel titolo due punti di vista differenti ed estremamente puntuali. Questa gravità può di fatti essere una forza d’attrazione, un richiamo potente verso energie che costituiscono e delineano l’anima del capoluogo siciliano, ma può al contempo rappresentare una criticità che risiede negli aspetti più invisibili di Palermo. All’interno del percorso, l’artista lascia liberamente al fruitore la possibilità di rintracciare le più personali letture, affinché ognuno ne realizzi idealmente una propria opera. Omaggiando la città, Sasha Vinci racconta una specificità paradigmatica, potenzialmente territoriale, ovvero la connessione a particolari aspetti della vita e della natura, come le crisi, le mancanze, le luci, i suoni e i silenzi con cui tentare di stabilire sempre nuovi significati che raccontino non soltanto un luogo, ma l’essere umano che lo vive e che ne viene influenzato da immortali forze nascoste.
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