«Grosse abbraccia gli eventi che accadono mentre dipinge, aprendo superfici e spazi al caso. In imponenti dipinti in situ e opere autonome su tela, lei stilizza il gesto come segno spontaneo. Nel luglio 2019, Grosse si è trasferita in un nuovo studio, in una remota area costiera nel nord della Nuova Zelanda: lì, isolata nella natura, ha iniziato un nuovo corpo di lavoro, impregnando il mezzo dell’acquerello con la franchezza e l’immediatezza dei suoi dipinti a spruzzo» ha raccontato Pepi Marchetti Franchi, la direttrice della galleria Gagosian di Roma.
“Separatrix” è la prima mostra personale dell’artista a Roma e coincide con la sua grande installazione It Wasn’t Us, in corso presso la Hamburger Bahnhof – Museum für Gegenwart, Berlino. Prendendo spunto dalla teoria di Leibniz della “separatrix”, Grosse si diletta nell’alternanza di momenti di ordine e caos che derivano dalle soglie visive – momenti di collisione e diffusione in mezzo, materiale e tonalità. Il suo approccio è scientifico oltre che pittorico: analizza in anticipo le proprietà materiali di pittura, acqua e tela, utilizzando le loro interazioni alchemiche per effettuare eventi visivi specifici.
Katharina per Gagosian ha realizzato dipinti e opere su carta, in cui l’artista da prova del suo interesse per l’acquarello. «Immaginando il foglio di carta bianco come un record topografico, Grosse ha sperimentato una tecnica bagnato su bagnato utilizzando pigmenti vibranti, consentendo loro di nuotare e mescolarsi sulla superficie, lasciando dietro di sé pozze e fioriture iridescenti. Dopo essere tornata nel suo studio di Berlino, ha trasferito ciò che lei definisce le “conseguenze” di questi acquerelli in una serie di dipinti di grandi dimensioni, posizionando la tela orizzontalmente, aggiungendo acrilici diluiti con un pennello e quindi inclinando il supporto per produrre gocciolamenti multidirezionali e correnti di colore come gesto secondario» ha raccontato la direttrice di Gagosian.
L’artista ha un rapporto privilegiato con architettura e spazio, verso cui nutre rispetto e si confronta in modo originale e responsabile. Porta avanti parallelamente due ricerche pittoriche che pongono al centro la scelta della tela: le grandi dimensioni la espongono fortemente nella scena pittorica contemporanea mentre nelle piccole tele, adopera una ricerca domestica e tradizionale della bidimensionalità e dello spazio circoscritto. Questo è un momento di grande cambiamento per l’artista, connotato dalla scoperta dell’acquarello e dall’uso dell’acrilico per un effetto di liquidità e movimento delle sue opere, che hanno vita propria o sono simili a sculture in vetro soffiato. Interessante è scoprire anche il retroscena dell’allestimento, fatto tramite Zoom tra Italia e Nuova Zelanda, a testimonianza di come l’amore per l’arte, come scelta di vita e lavoro, possa superare i confini spaziali, in tutti i sensi.
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