Fino al 24 ottobre, la Bibliothèque Kandinsky del Centre Pompidou di Parigi ospiterà l’ultimo progetto di Gianfranco Baruchello, una mostra/azione dal titolo “Psicoenciclopedia possibile. Esercizi per farla”, realizzata con il sostegno dell’Italian Council, settima edizione, programma di promozione internazionale dell’arte italiana della DGCC – Direzione Generale Creatività Contemporanea del MiC – Ministero della Cultura. La tappa di Parigi rientra in un ciclo di mostre e presentazioni che coinvolge anche il Centre d’Art Contemporain Genève e il CIMA – Center for Italian Modern Art di New York, dove la Psicoenciclopedia arriverà dal 6 al 12 dicembre 2021.
Realizzato tra il 2017 e il 2020 il progetto è stato commissionato all’artista dall’Enciclopedia Italiana Treccani. Il risultato è una non-enciclopedia, un oggetto che è allo stesso tempo enciclopedia, opera d’arte e libro d’artista, mescolando al suo interno diverse identità ma rifuggendo da una vera e propria definizione. Alla base di questo lavoro c’è una costante decostruzione e ricostruzione del sapere e del linguaggio, Baruchello plasma regole e canoni del genere enciclopedico in modo da restituire una visione lontana dalla rigida scientificità e dalla schematica consequenzialità , pur scegliendo come contenitore un classico volume rosso e massiccio, rimandante all’esteticità dell’originale: all’interno del cofanetto troviamo l’opera, una serigrafia dell’artista e il libro “Note a margine. L’arte come esperimento del sapere”, di Carla Subrizi, curatrice dell’esposizione assieme a Maria Alicata.
Il volume, costituito da oltre 800 pagine, raccoglie 1200 voci, seguite da 200 tavole di immagini. Tra i diversi elementi si vengono a costruire relazioni inaspettate e rimandi di carattere visivo e semantico. All’interno non troveremo divisioni tematiche né tantomeno la classica didascalia, ogni limitazione e definizione viene rimossa in favore del libero accostamento tra voci e immagini.
Il sapere enciclopedico si fonde con il sapere individuale, le voci sono infatti tratte da scritti editi, estratti dagli archivi, e inediti, prodotti tra il 2018 e il 2019, così come da appunti e trascrizioni di sogni dell’artista, mentre tavole e immagini derivano da materiali preesistenti. Ogni testo è accompagnato da un nome che corrisponde alla voce, mentre queste ultime non rimandano alle immagini che seguono, non esiste tra loro una relazione di dipendenza diretta, ma di associazione indiretta. La cifra dell’artista resta riconoscibile: l’assemblaggio e il montaggio di parole e immagini rimane al centro anche di quest’ultimo lavoro. Nella relazione individuo/enciclopedia Gianfranco Baruchello ribalta la dinamica di trasmissione del sapere, non è una comunicazione a senso unico, ma una partecipazione attiva di entrambe le parti.
La mostra nella biblioteca del Centre Pompidou riflette l’approccio dinamico, ambiguo e sorprendente del progetto realizzato: il 25 settembre, in concomitanza con l’apertura dell’esposizione, si è tenuta una tavola rotonda, mentre l’artista ha realizzato per la sede parigina una installazione. Questi due aspetti vanno a evidenziare e rendere ancor più manifesto il carattere partecipativo e collettivo di Psicoenciclopedia possibile. permettendo al lavoro di acquisire una dimensione spazio-temporale che coinvolge il pubblico attivamente, invitandolo a portar via alcune pagine del libro e le “istruzioni per immaginare” una propria versione di enciclopedia possibile.
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