«Pensiamo sia necessario assumere la terra e le creature terrestri non in quanto entità uniche e predeterminate, bensì quali agenti che esistono solo all’interno di relazioni mutevoli che li configurano ripetutamente. Terra, acqua e aria seguono cicli millenari fatti di sinergie e armonie, cercando alleanze tra microbi, lombrichi, spore, batteri, pollini e altri viventi. È un tessuto di connessioni sotterranee, oceaniche, atmosferiche che funziona come uno scambio incessante di informazioni tra organismi che ne escono rafforzati e mutati». È quanto hanno dichiarato Matteo Binci, Bianca R. Schröder, Giacomo Pigliapoco, Pietro Consolandi e Giulia Angeloni, curatori dell’edizione 2023 di Traffic Festival, la rassegna che da cinque anni coinvolge artisti nazionali e internazionali nel territorio marchigiano.
Dal 21 al 23 luglio, nelle province di Pesaro e Urbino e Ancona, i comuni di San Lorenzo in Campo, Pergola e il Castello di Loretello – Arcevia, accoglieranno 17 artisti, Federico Antonini, Riccardo Baruzzi, George Bâzgu, Canva6, Eliza Collin, Gaia Ginevra Giorgi, Hardchitepture, Maria Laet, Meynsense, Teresa Noronha Feio, Edoardo Piermattei, Luna Pittau, GianMarco Porru, Davide Quartucci, Massimo Ricciardo, Ana Maria Timofticiuc e Annaliza Zegna, per tre giorni di mostre, performance, talk e workshop di arte contemporanea. Un’occasione per immergersi e scoprire le peculiarità e le bellezze del territorio locale e per portare avanti la riflessione, già avviata nelle precedenti quattro edizioni, attorno ai temi della ruralità e dell’ecologia e per sottolineare la necessità di lavorare in zone interne e marginali della Regione Marche.
La quinta rotazione della terra, titolo di questa edizione realizzata grazie al supporto dei Comuni di San Lorenzo in Campo e Pergola, della Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro, con il patrocinio della Regione Marche, della Provincia di Pesaro Urbino, del Comune di Arcevia, del Consorzio Loretello, dell’Accademia di Belle Arti di Urbino e dell’Università Iuav di Venezia, prende ispirazione dalla rotazione delle colture, tecnica agricola antica che consiste nell’avvicendamento di diverse coltivazioni del terreno a fasi di riposo. Il titolo di questa edizione fa riferimento nello specifico al Sistema Norfolk, ciclo di rotazione quadriennale sviluppato in Inghilterra nel XVII secolo che sfrutta il potere rigenerativo del trifoglio, pianta erbacea capace di migliorare la fertilità del terreno attraverso la fissazione di grandi quantità di azoto atmosferico. Il ciclo implementa anche la coesistenza tra agricoltura e allevamento, impiegando gli scarti delle produzioni in un’ottica di sinergia e miglioramento complessivo dell’ecosistema.
Sviluppando questa suggestione, il festival ha iniziato a immaginare e dare vita a una ideale e mai sperimentata quinta rotazione che vuole pensare la terra e il suolo non solo come fonti di nutrimento, bensì quali agenti vivi in dialogo con altri esseri, capaci di divenire luoghi di collaborazione planetaria. L’accesso al suolo, bene comune primigenio, è messo in discussione dai cambiamenti climatici che sempre più rapidamente modificano le condizioni di fertilità intorno a cui intere culture si sono sviluppate. L’estrattivismo inesauribile delle monocolture e la conseguente ricerca speculativa di terra fertile producono un’idea che appiattisce il pianeta a un singolo bioma, o zona climatica, negandone la diversità che lo tiene in vita.
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