La rigenerazione delle “Piazze Romane” è nelle mani dell’arte contemporanea

di - 1 Luglio 2021

Il Municipio I Roma Centro tra il 2014 e il 2020 si è adoperato per sostenere la progettazione e realizzazione di interventi di riqualificazione e manutenzione di spazi urbani pubblici nel centro storico della Capitale. Per questo motivo è stata creata Roma sei mia”, un’iniziativa partecipativa nei confronti dei cittadini per la cura del territorio attraverso l’arte e la creatività, che prosegue nel 2021 con il progetto “Piazze Romane”.

Aperto il 18 giugno con un tour inaugurale di 4,2 chilometri, tale programma di rigenerazione di piazze e tratti urbani mira a conferire loro nuova vita, attraverso l’arte contemporanea. Questo ha reso accessibili otto piazze romane dal valore storico e identitario, quali Piazza Poli, Piazza Giuseppe Gioacchino Belli, Piazza Cardelli, Piazza San Giovanni della Malva, Piazza di Pasquino, Piazza Borghese, Piazza del Teatro di Pompeo e Via della Frezza, divenendo l’ambientazione ideale per un viaggio di riflessione, tra memoria e innovazione.

Il Presidente del Municipio I Roma Centro, Sabrina Alfonsi, e il Direttore RUFA, Fabio Mongelli. Fotografia di Claudia Rolando

«L’idea è stata proprio quella di dare la possibilità di esprimerci in questa città, fornendo nuovi spazi di arte contemporanea e aprendo alla possibilità di utilizzare le nostre piazze, riqualificate con il progetto ‘Roma sei mia’, come una galleria a cielo aperto», ha affermato il Presidente del Municipio I Centro, Sabrina Alfonsi, ideatrice di questo nuovo piano insieme all’Assessore alla Rigenerazione Urbana, Giulia Urso.

Ernesto Pastore, Relazioni Esterne e Ufficio Stampa RUFA, con l’artista Davide Miceli. Fotografia di Claudia Rolando

Sono stati chiamati a una esperienza di ideazione e realizzazione di opere e installazioni, valutate sia dai docenti che da esperti esterni, i talenti in formazione presso le Accademie di Belle Arti.

Le opere, posizionate temporaneamente in queste piazze, in seguito saranno ricollocate in altri municipi di Roma, “in tutti quei luoghi che hanno bisogno di una presenza artistica, che poi individueremo per installarla in maniera definitiva”, conclude il Presidente Sabrina Alfonsi.

Agnieszka Brzezina, Alessandra Di Mizio, Anna Fischnaller, Maria Chiara Prencipe, “Laic Prayers” a Piazza di Pasquino. Docente: Davide Dormino. Fotografia di Claudia Rolando

Ernesto Pastore, Relazioni Esterne e Ufficio Stampa RUFA – Rome University of Fine Arts, ha sottolineato che «Il progetto “Piazze Romane” ha già ricevuto il patrocinio del Ministero della Cultura e del Ministero del Turismo. Tutto questo è stato reso possibile grazie a una collaborazione tra pubblico e privato e, oltre al supporto artistico di RUFA, le aziende che hanno sostenuto questa iniziativa sono anche il Gruppo Enel, main sponsor, Alessandro Vitiello Home Gallery e Hotel Canada, in cui sono esposti i prototipi delle opere».

«Oggi si sta facendo qualcosa di importante, una scelta politica dal significato profondo, perché si poteva puntare su artisti accreditati, conosciuti e riconosciuti e, invece, si sono voluti selezionare giovani artisti per confrontarsi con qualcosa di rilevante come l’arte pubblica del centro storico di Roma e lanciare un messaggio universale, fuori dalle aule delle accademie», ha spiegato l’architetto Fabio Mongelli, Direttore della Rome University of Fine Arts.

Durante il percorso inaugurale ogni installazione è accompagnata in maniera alternata da una performance di danza e musica, attraverso le quali «Gli spazi urbani vengono convertiti in spazi scenici e l’arte diventa educazione e applicazione», ha detto Maria Enrica Palmieri, Direttrice dell’Accademia Nazionale di Danza. «Ancora una volta ci troviamo in collaborazione con l’Accademia Nazionale di Danza, perché da anni tessiamo rapporti con le Istituzioni AFAM, convinti che esse nel loro singolo abbiano un valore artistico, formativo e performativo e che, insieme, investano un valore culturale altissimo», ha dichiarato Roberto Giuliani, Direttore del Conservatorio di Santa Cecilia. A conclusione di ogni tappa ci saranno delucidazioni, grazie a due preparate guide turistiche, in merito alla storicità della piazza che accoglie le opere.

Un percorso artistico di conoscenza storica e scoperta contemporanea

Il tour ha inizio con Piazza Giuseppe Gioacchino Belli in cui è esposta l’installazione Roma Tales, realizzata da Martina Calanni e Giulia Di Lorenzo. L’opera attira l’utente con il suo colore rosso e lo invita a porsi al di sotto delle campane che la compongono. Dotata di un QR code, essa diffonde conoscenza con aneddoti che, in italiano e inglese, raccontano Roma e la sua storia fino all’intonazione di alcuni sonetti di Gioacchino Belli, come omaggio alla piazza che prende il suo nome.

Segue poi Piazza San Giovanni della Malva, in cui è installata la scultura Dal panino si va in piazza di Amedeo Longo che, realizzata in travertino, riprende la raffigurazione degli animali tipica dell’arte romana classica e, al tempo stesso, celebra la tradizione dell’alimentazione laziale.

Piazza del Teatro di Pompeo, che un tempo ospitava il Teatro di Pompeo, il primo di Roma costruito in muratura, oggi accoglie il nuovo palcoscenico temporaneo di Città effimera: arte, scienza, follia, eretto da Anica Huck. Il progetto definito “ambizioso” dall’Assessore Giulia Urso, è stato realizzato con l’Agenzia spaziale europea (ESA) e consiste in una stele di legno dotata di un triangolo dorato soprastante che, inviando un segno immateriale, appare visibile solo nell’immagine satellitare.

Noemi D’Amico, Camilla Tortora, “Er Nasone” a Piazza Borghese. Docente: Meltem Eti Proto. Fotografia di Claudia Rolando

Segue l’opera Laic Prayers di Agnieszka Brzezina, Alessandra Di Mizio, Anna Fischnaller e Maria Chiara Prencipe, a Piazza Pasquino. Su un display LED, collocato lateralmente per non alterare la percezione visiva della statua di Pasquino, passano frasi in italiano e inglese, con un intervallo di venti secondi. La funzionalità del totem si integra con un QR code collegato al sito web Laic Prayers, che consente di pubblicare il proprio messaggio, accedendo da ogni parte del mondo.

A Piazza Cardelli vi è l’installazione Do you have a light? di Alexandra Fongaro, che consiste in una Fiat 600, icona della rinascita italiana, con su scritta la frase che ne compone il titolo.

Davide Miceli, “Hedgehog” a Via della Frezza. Docente: Emiliano Coletta. Fotografia di Claudia Rolando

I papaveri dipinti sui finestrini richiamano quelli posati sul selciato dai romani a Via Tomacelli, quando i nazisti arrestarono Guglielmo Gullace e uccisero la moglie Teresa, incinta del loro sesto figlio. Gli specchietti riflettono la Roma odierna, grazie al sacrificio di chi ha lottato ieri e oggi per renderla libera.

Il percorso prosegue a Piazza Borghese con l’arredo urbano, giocoso e fuori scala di Er Nasone, creato da Noemi D’Amico e Camilla Tortora e ispirato a uno dei simboli identitari della cultura romana dal 1874. La rivisitazione delle famose fontanelle in ghisa ha dato vita a un’installazione artistica che riprende la forma del rubinetto ricurvo, la cui goccia d’acqua fuoriuscita si fa seduta accogliente. L’identità ironica si coniuga al design essenziale e lineare dell’opera, incuriosendo l’utente grazie all’aspetto funzionale e inusuale che lo contraddistingue nello spazio urbano.

L’opera Hedgehog dell’artista Davide Miceli, invece, dialoga con Via della Frezza che un tempo era spettatrice del supplizio della corda. La pratica consisteva nel legare i polsi dietro la schiena e poi nell’issare il corpo per mezzo di una carrucola, comportandone la storpiatura. L’opera, fatta solo di arti di colore bianco, appare in forma chiasmica, come una creatura mitologica che si apre alla vita. L’installazione fa riferimento a questa condanna e, metaforicamente, a una reazione all’immobilità data dal lockdown.

Wang Yu Xiang, “Door Stop” a Piazza Poli. Docente: Andrea Aquilanti. Fotografia di Claudia Rolando

Infine a Piazza Poli il percorso si conclude con Door Stop di Wang Yu Xiang. La frase “Roma Città Aperta” è simbolo dell’opera e omaggio a Roberto Rossellini. Come rimando a un oggetto della vita quotidiana e ricostruzione di un fermaporta fuori misura, l’installazione in legno evoca sia una porta immaginaria aperta in modo permanente sia i sacrifici compiuti dalla Resistenza. Il posizionamento dell’installazione davanti all’Oratorio del Santissimo Sacramento rievoca la ricerca di quella accoglienza e inclusività, di cui Roma si fa portavoce con questo progetto.

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  • Finalmente un'articolo che spiega il progetto invece di alzare polemiche infondate.
    Grazie Alice

    Davide

  • dare spazi pubblici a giovani artisti è un 'operazione di grande lungimiranza politica ; avere poi realizzato opere che parlano con i luoghi e la loro storia in una Roma che nei secoli è sempre stata beffarda , partigiana ,di parte ma solidale, dimostra la maturità degli allievi e la serietà degli insegnanti ,le polemiche nate sul valore delle opere e sulla presunta offesa di alcune di queste realizzazioni lasciano i tempo che trovano.

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