La Venere di Pistoletto a Napoli risorge dal rogo: tornerà a piazza Municipio

di - 27 Ottobre 2023

«La Venere risorgerà»: era questa l’esortazione di Michelangelo Pistoletto, che si leggeva a fianco dello scheletro carbonizzato che reggeva l’imponente cupola di stracci posta al centro dell’ampia apertura di piazza Municipio a Napoli. E adesso, c’è una data: la “nuova” Venere sarà inaugurata ufficialmente il 22 gennaio 2024. Ad annunciarlo, in occasione di una conferenza stampa svoltasi oggi, 27 ottobre a Palazzo San Giacomo, sede del Comune di Napoli, il Sindaco Gaetano Manfredi, con Vincenzo Trione, consigliere del Sindaco e curatore del progetto Napoli Contemporanea 2023, Antonio Lucidi, Vicepresidente di Altra Napoli, e lo stesso Pistoletto, in diretta streaming da Biella. Così l’installazione d’arte pubblica, consumatasi nel rogo, tornerà visibile nella sua monumentalità.

«Stavamo aspettando questo incontro, che ci consente di fare un bilancio di ciò che è accaduto e dare inizio a un nuovo percorso», ha esordito Trione, che ha invocato l’idea di «Un’arte per tutti, disseminata nella città per recuperarne i pezzi». Su questo fattore punta il progetto Napoli Contemporanea 2023 che, oltre alla Venere di Pistoletto, ha già aperto anche un’installazione luminosa di Antonio Marras sulle Rampe del Salvatore, chiuse dagli anni Settanta e riaperte per l’occasione, e il Coccodrillo di Francesco Vezzoli, nelle segrete di Castel dell’Ovo. «Grazie a queste opere possiamo vedere i luoghi da una prospettiva diversa», ha spiegato Trione, che ha poi ripercorso la vicenda, diventata un caso internazionale, del clamoroso rogo della Venere degli Stracci del 12 luglio, il cui autore venne poi identificato in Simone Isaia. Il 32enne di Casalnuovo, senza fissa dimora, durante le indagini, non potendo fare ritorno a casa della famiglia, fu trasferito in una cella del carcere di Poggioreale, suscitando l’indignazione di molti. D’altra parte, immediata anche la reazione a favore della Venere, con la campagna di crowdfunding promossa da Altra Napoli per supportare la ricostruzione dell’opera.

«Ricordo quando di mattina presto mi furono inviati i primi video di quello che era successo», ha raccontato Trione. «È stato uno shock profondo, perché è un unicum della storia dell’arte, qualcosa di incontrollabile, espressione di un caso individuale. L’arte contemporanea non ha mai fatto discutere tanto. Come misurarsi con un evento di questo tipo? La scelta del Sindaco è stata di non indietreggiare, di difendere il senso di un’arte pubblica e di lavorare su una nuova versione della Venere», che rinascerà letteralmente dalle ceneri della vecchia.

Lo scheletro dell’impalcatura che sorreggeva gli stracci giustapposti alla Venere di Pistoletto, infatti, è rimasto per molti mesi nella piazza di Napoli, fronte mare e prospiciente proprio a Palazzo San Giacomo, come una sorta di memento mori. Spostarlo non è stato possibile, ha spiegato il Sindaco Manfredi, per questioni di carattere giudico, burocratico e anche tecnico. Ma una perizia ha stabilito che il relitto si può riutilizzare: adesso l’Università Federico II ne studierà gli aspetti più delicati per capire come recuperarlo, per procedere alla realizzazione della nuova Venere, in materiali ignifughi. I costi di lavorazione e installazione saranno coperti interamente da Michelangelo Pistoletto, che ha anche deciso di donare l’opera alla città. Dopo la tappa in piazza Municipio, quindi, la nuova Venere verrà esposta in un’altra sede, la cui scelta è ancora al vaglio.

I 22mila euro raccolti dal crowdfunding di Altra Napoli – di cui una parte donati da Cassa Depositi e Prestiti – saranno invece devoluti a due associazioni del terzo settore che lavorano nel sociale nell’inclusione: la Cooperativa Le Lazzarelle, un’impresa sociale che produce caffè nella Casa Circondariale Femminile di Pozzuoli, e La Scintilla Onlus, impegnata nell’inclusione di persone con disabilità. Dunque, i fondi inizialmente raccolti per la Venere saranno utilizzati per sostenere associazioni che curano devianze e criticità, «Di cui è vittima anche lo stesso ragazzo autore del rogo», ha aggiunto Trione.

«Per me è una occasione straordinaria, mi trovo immerso nella Venere degli Stracci. Quando l’ho creata, nel 1967, Non pensavo di trovarmi così coinvolto in questa opera», così Pistoletto. «Ma sapevo quale era il suo senso: mettere in connessione elementi opposti e contrastanti», quali la bellezza armoniosa della Venere, tramandata nel corso dei millenni, e le aberrazioni della contemporaneità, le difficoltà, i drammi, rappresentati dagli stracci, «Che invadono il mondo». «Questa è un’opera drammatica che ha vissuto il dramma dal vivo. La Venere è rigenerativa, la rimetto insieme agli stracci per curare la società».

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