-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Il dialogo tra un gioiello dell’architettura contemporanea e un passato tanti antico quanto affascinante, valorizzato dall’arte. Si tratta della Nuvola Lavazza, sede dell’azienda torinese che, nell’ambito di Art Site Fest, progetto espositivo arrivato alla quinta edizione che, anche quest’anno, diffonderà il suo ricco programma tra spazi come la Reggia di Venaria e la Palazzina di Caccia di Stupinigi, ospiterà una mostra di Aron Demetz, a cura di Domenico Maria Papa e in collaborazione con la Galleria Doris Ghetta. Sette sculture, scelte nell’ampia produzione dell’artista altoatesino, verranno collocate all’interno del perimetro della necropoli paleocristiana venuta alla luce durante i lavori di costruzione della Nuvola. Figure vagamente umane, che emergono dalle rimanenze archeologiche e che intrattengono un dialogo serrato con le superfici terrose, i resti delle pareti, il perimetro delle tombe, come a segnare il recupero della radice originaria della scultura.
Durante i lavori di scavo per la realizzazione del nuovo centro direzionale Lavazza, infatti, l’assistenza da parte degli archeologi ha portato a individuare, nell’angolo tra corso Palermo e via Ancona, i resti di una chiesa funeraria risalente ai primi secoli del Cristianesimo e sviluppata a sua volta sopra le strutture di una precedente necropoli. In collaborazione con lo studio Cino Zucchi Architetti, il progetto Nuvola è stato modificato con l’obiettivo di tutelare questa inattesa e importante scoperta.
«Jean-Pierre Vernant, nell’illustrare la religiosità della Grecia antica, ci parla del kolossos, un primo concetto di statua, un manufatto approssimativamente abbozzato che un tempo prendeva il posto del corpo di un defunto. La scultura, e con essa l’arte, nascono a rimarcare il passaggio verso un’altra dimensione. Le sculture di Aron Demetz recuperando la radice antica della scultura, pur attraverso un linguaggio attuale, offrono la chiave per cogliere il senso del luogo, la storia e, insieme, la valenza sacra dello spazio», ha affermato il curatore della mostra, Domenico Maria Papa.
La mostra di Aron Demetz sarà visitabile nell’area archeologica della Nuvola Lavazza dal 10 ottobre.