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L’arte contemporanea internazionale scende in campo per il Mondiale del Qatar 2022
Arte contemporanea
di redazione
Il prossimo mondiale di calcio, che si svolgerà in una inedita formula invernale, tra novembre e dicembre 2022, in Qatar, non sarà particolarmente interessante per i tifosi italiani, con la nostra nazionale eliminata già durante la fase delle qualificazioni. Invece, gli appassionati d’arte contemporanea avranno molte ragioni per seguire la manifestazione: in occasione del grande evento sarà infatti schierata una squadra stellare composta da grandi campioni del calibro di Jeff Koons e Yayoi Kusama, nell’ambito di un ambizioso programma di arte pubblica.
Basterà mostrare i muscoli culturali per far dimenticare le varie controversie legate all’assegnazione della manifestazione e alla sua organizzazione? Già nel giugno 2014, il Sunday Times avanzò l’ipotesi che Mohamed bin Hammam, dirigente sportivo qatariota, avesse elargito tangenti alle altre confederazioni per corrompere l’esito della candidatura. E anche la costruzione degli stadi e delle imponenti infrastrutture ha suscitato polemiche per questioni di sicurezza sul lavoro e per il trattamento riservato agli operai, principalmente immigrati provenienti da Nepal, Bangladesh e India. Secondo Amnesty International, sarebbero decine i lavoratori che hanno peso la vita, mentre nessuna delle loro famiglie ha ricevuto un risarcimento.
E se la nazionale norvegese ha dichiarato di voler boicottare i mondiali, gli artisti invece sembrano essere ben disposti a scendere in campo. Saranno infatti oltre 40 le opere pubbliche che verranno installate nelle prossime settimane, principalmente in località intorno alla capitale Doha, dall’aeroporto agli stadi.
Jeff Koons ha creato una scultura di 21 metri, lucidata a specchio, che ritrae un dugongo, una creatura simile a un lamantino, che nuota nelle acque del Qatar. Ancora animali giganti, con il pollo blu di Katharina Fritsch. Una serie di sculture e installazioni temporanee di Yayoi Kusama sarà esposta nel parco del Museo di Arte Islamica, mentre Olafur Eliasson sta realizzando un’opera site specific nel deserto. Tra gli altri artisti invitati, anche Simone Fattal, Faraj Daham, Ernesto Neto, KAWS, Ugo Rondinone, Rashid Johnson, Fischli & Weiss, Faye Toogood, Lawrence Weiner e Franz West. Tra gli artisti di casa, i qatarioti Monira al Qadiri e Shua’a Ali, che esplorerà la relazione tra il passato e il presente di Doha utilizzando forme scultoree impilate, mentre il connazionale Shouq Al Mana presenterà un’opera lungo la Lusail Marina Promenade.
Il programma di arte pubblica è gestito da Qatar Museums, organo governativo preposto ai vari musei qatarioti, come il MIA – Museum of Islamic Art e il Mathaf – Arab Museum of Modern Art, e ai siti archeologici, nonché allo sviluppo di progetti culturali ed educativi. L’istituzione è guidata da Sheikha Al Mayassa bint Hamad bin Khalifa Al Thani, la sorella dell’emiro regnante, che è uno dei collezionisti d’arte più munifici e influenti del mondo, con un budget annuale di acquisizioni stimato in circa 1 miliardo di dollari.
Le opere appena annunciate si uniscono infatti a un elenco di arte pubblica che include lavori, tra gli altri, di Louise Bourgeois, Tom Claassen, Isa Genzhen e Damien Hirst. Proprio pochi mesi fa, le autorità del Qatar hanno arrestato i sei presunti vandali che avrebbero deturpato la monumentale scultura di Richard Serra, nella riserva naturale di Brouq. Qatar Museums ha anche annunciato un fitto programma di mostre e un rinnovamento del Museo di arte islamica, in concomitanza con i mondiali di calcio.