14 aprile 2025

L’arte è un incontro con il tempo dell’esistenza: intervista a Tony Cragg

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A margine della presentazione del catalogo della sua mostra alla Terme di Diocleziano, a Roma, abbiamo raggiunto l’artista britannico Tony Cragg, maestro della scultura contemporanea, per una intervista a tutto tondo

Tony Cragg, Infinite forme e bellissime, Roma, 2025, veduta della mostra, ph. Monkeys Video Lab
Tony Cragg, Infinite forme e bellissime, Roma, 2025, veduta della mostra, ph. Monkeys Video Lab

Domani, 15 aprile, alle ore 17, alle Terme di Diocleziano sarà presentato il catalogo della mostra Infinite forme e bellissime (SKIRA), che sarà visitabile fino al 4 maggio, a cura di Sergio Risaliti e Stéphane Verger, prodotta da BAM-Eventi d’Arte e sponsorizzata da Banca Ifis, nell’ambito del progetto Ifis Art fondato dal presidente Ernesto Fürstenberg Fassio. In esposizione, 18 sculture di medie e grandi dimensioni, realizzate negli ultimi due decenni, in bronzo, legno, travertino, fibra di vetro e acciaio: forme seducenti, perturbanti, misteriose. Abbiamo intervistato a tutto tondo il suo protagonista, lo sculture inglese Tony Cragg.

Tony Cragg, Infinite forme e bellissime, Roma, 2025, veduta della mostra, ph. Monkeys Video Lab

Quando è avvenuto il suo primo incontro con l’antica Roma?

«Ricordo che da ragazzo una delle più grandi emozioni fu quella di essere portato con la scuola sul sito di Verulamium, la terza città più ampia della Britannia romana. In Gran Bretagna le scoperte archeologiche dei resti della civiltà romana sono tutt’ora frequenti. Quindi, per noi inglesi il primo incontro avviene spesso attraverso le rovine dello straordinario impero romano. Ma rovina è anche un termine così negativo… sembra solo la presenza del passato…».

Come definirebbe la Roma di oggi con tre aggettivi?

«Bella. Complicata. Indaffarata».

Tony Cragg, Infinite forme e bellissime, Roma, 2025, veduta della mostra, ph. Monkeys Video Lab
Tony Cragg, Infinite forme e bellissime, Roma, 2025, veduta della mostra, ph. Monkeys Video Lab

Quale dialogo si instaura tra le sue sculture e le Terme di Diocleziano?

«Un rapporto molto intenso tra i volumi delle aule imponenti, coperte da volte amplissime, e la loro materialità, scheletro del passato. Ho appreso che, in origine, questi edifici erano ricoperti di marmo, colmi di oggetti di arredo. Oggi non rimane più molto di tutto ciò».

Qual è il suo rapporto con il tempo?

«Penso che in passato le persone senza orologio al polso, pur misurando il tempo in relazione alla posizione del sole, non ne tenessero particolarmente conto. Noi, invece, oggi siamo guidati dal tempo. Abbiamo mercati che operano in  base a frazioni di secondo, e credo che sia diventato un fattore che condizioni moltissimo le nostre vite, senza che ce ne accorgiamo più di tanto. I giovani di oggi sono nati in un contesto storico in cui la cultura è basata sul tempo, purtroppo».

Tony Cragg, Infinite forme e bellissime, Roma, 2025, veduta della mostra, ph. Monkeys Video Lab
Tony Cragg, Infinite forme e bellissime, Roma, 2025, veduta della mostra, ph. Monkeys Video Lab

La sua mostra di Roma in corso alle Terme di Diocleziano presenta opere realizzate negli ultimi due decenni. Come si è evoluta la sua ricerca artistica in questo periodo e quali sono i temi che le sono più cari in questo momento?

«Sto producendo lavori da cinquantacinque anni e, sebbene ci siano stati molti cambiamenti nella fisicità e nella forma delle mie sculture, i temi sono rimasti più o meno gli stessi. Il tema centrale è il nostro rapporto con la natura, ma attraverso l’uso dei materiali prodotti dall’uomo, come il vetro, il bronzo, l’acciaio. I materiali che uso di solito si ritrovano nella nostra vita quotidiana, impiegati però per costruire strutture relativamente noiose. Strutture ripetitive, necessarie e utilitaristiche.

Il mio secondo tema di ricerca ha a che fare con i limiti delle nostre percezioni. È relativamente da poco tempo, infatti, che abbiamo cominciato a conoscere l’esistenza delle sottostrutture, delle fibre, dei batteri, delle molecole e di tutto ciò che è sotto il livello della nostra percezione visiva, ma anche di ciò che ne è al di sopra.

Estendere i limiti della nostra percezione della realtà, della materia, ci ha arricchiti come mai avvenuto prima nella storia, e oggi questa consapevolezza e conoscenza ci riguardano molto da vicino e condizionano il nostro futuro».

Tony Cragg, Infinite forme e bellissime, Roma, 2025, veduta della mostra, ph. Monkeys Video Lab

L’arte non è solo scultura, non è solo fare belle forme, riguarda la materialità della nostra esistenza…

«Sì, tutto ciò che ci circonda. Siamo influenzati da migliaia di input e output, dalla temperatura, alla luce, al  suono, ai colori. Tutto ha un impatto sulla nostra esistenza in modo immediato. Quindi l’arte è divenuta uno studio dell’intero mondo materiale, di ciò che i materiali ci restituiscono, di ciò che significano per noi, del loro valore. Sono molti i movimenti, dall’Arte Povera a Fluxus, Pop Art compresa, e i gruppi che hanno analizzato e lavorato intorno a questa idea allargata della materialità, della materialità intorno a noi».

Tony Cragg, Infinite forme e bellissime, Roma, 2025, veduta della mostra, ph. Monkeys Video Lab

Cosa le fa più paura oggi?

«Non sono molto incline alla paura, a dire il vero. Ovviamente non è un buon momento. Vediamo l’enorme corruzione, voglio dire, le falsità, le bugie, la brutalità e, fondamentalmente, una cattiva condotta diffusa, sostenuta e veicolata dai nuovi sistemi di comunicazione massa. In passato, si è sempre avuta la speranza che l’umanità stesse progredendo. Ma quando ci si guarda intorno nel mondo contemporaneo, per quanti progressi scientifici e tecnologici che facciamo, l’umanità sembra invece che non ne stia facendo molti in sé, anzi che stia al palo. Non so se tutto ciò si chiami paura o meno, comunque rappresenta per me un’enorme delusione.

C’è una sorta di fondamento scientifico quando si afferma che gli esseri umani stiano diventando progressivamente più intelligenti. Beh, io guardo i miei nipoti e penso che siano davvero svegli. Ma la crescita dell’intelligenza umana in senso evolutivo è molto lenta: se accade davvero, è un processo molto lento. A cui corrisponde l’evoluzione di una forma d’intelligenza senza precedenti, quella delle macchine che ci circondano. Penso che la prospettiva più scoraggiante, al riguardo, sia che questa incredibile intelligenza possa cadere nelle mani di poche persone che non siano pronte o disposte ad aiutare il resto dell’umanità. Nessuno si preoccupa veramente dell’umanità nella sua totalità».

Tony Cragg, Infinite forme e bellissime, Roma, 2025, veduta della mostra, ph. Monkeys Video Lab

Qual è la critica più forte che sente di fare al sistema dell’arte?

«Il successo odierno dell’arte, la sua popolarità sono fattori molto positivi, ma il rovescio negativo della medaglia è rappresentato da coloro che nel sistema sono più interessati al potere che ne ricavano, ai soldi che ne lucrano, piuttosto che all’arte in sé. E questo è stridente. Penso infatti che l’arte sia un ideale, un patrimonio valoriale dell’umanità per l’umanità.

Oggi anche un piccolo borgo o paese deve avere uno spazio espositivo perché il sindaco probabilmente non verrebbe rieletto se non ci fosse il contemporaneo, “la contemporaine”. Per esempio, credo che il Giappone abbia costruito più di quaranta nuovi musei negli ultimi cinquant’anni. Un effetto di questa crescita esponenziale del sistema del contemporaneo è che, tra gli artisti e il pubblico, si è interposta un’intera schiera di mediatori che parlano al pubblico per conto degli artisti. Una sorta di nuovo cast di curatori, un “curatorium”, con le loro strutture di potere, in particolare i musei, che perseguono i propri interessi».

Tony Cragg, Infinite forme e bellissime, Roma, 2025, veduta della mostra, ph. Monkeys Video Lab
Tony Cragg, Infinite forme e bellissime, Roma, 2025, veduta della mostra, ph. Monkeys Video Lab

Che cos’è per lei veramente contemporaneo?

«La velocità di percezione, la velocità di comprensione, la velocità di comunicazione, la velocità di informazione odierne, sono probabilmente la cosa veramente contemporanea».

Con quale artista, presente o passato, vorrebbe fare un duetto artistico, un progetto a quattro mani?

«La prima cosa che devo dire è che non riesco a capire gli artisti che lavorano in gruppo, insieme. Semplicemente non ho quella mentalità, quindi mi sarebbe molto difficile. Sono un grande ammiratore di artisti come Medardo Rosso, un artista fantastico, un precursore di molti sviluppi successivi della scultura».

Tony Cragg, Infinite forme e bellissime, Roma, 2025, veduta della mostra, ph. Monkeys Video Lab

Come vede il futuro?

«Guardo i giovani intorno a me e, nonostante tutto, vedo ancora un futuro positivo per l’umanità. Per quanto ci siano ogni giorno notizie brutte, inquietanti, drammatiche, ci sono anche tanti buoni motivi di ottimismo. Statisticamente oggi nel mondo c’è meno violenza di prima. Statisticamente siamo più sani, statisticamente viviamo più a lungo. Statisticamente le donne sono assistite in modo migliore. Certo rimane orribile l’attuale contingenza politica, come quella negli Stati Uniti con la profonda involuzione della cultura americana, oppure in Medio Oriente o in Ucraina.

La reazione fondamentale difronte a tutto ciò è un senso di ripugnanza. Credo che sia condivisa la mia opinione che quella imboccata oggi non sia davvero la strada da seguire, ma che occorra quanto prima un’inversione di marcia».

Tony Cragg, Infinite forme e bellissime, Roma, 2025, veduta della mostra, ph. Monkeys Video Lab
Tony Cragg, Infinite forme e bellissime, Roma, 2025, veduta della mostra, ph. Monkeys Video Lab
Tony Cragg, Infinite forme e bellissime, Roma, 2025, veduta della mostra, ph. Monkeys Video Lab
Tony Cragg, Infinite forme e bellissime, Roma, 2025, veduta della mostra, ph. Monkeys Video Lab

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