Radicarsi ai territori, rimettendo in discussione i materiali, dalla cenere all’argilla, manipolandoli, disfacendoli e combinandoli nelle forme di un nuovo equilibrio, tra sculture, disegni e installazioni. È questa la pratica di Alessandro Biggio, artista nato nel 1974, che vive e lavora tra Cagliari e Calasetta, e al quale è dedicata una monografia che ne indaga la ricerca. Il volume, edito da Distanz, sarà presentato il 14 dicembre, alle 19, nella sede della Fondazione di Sardegna, a Cagliari. La serata si aprirà con i saluti istituzionali di Marianna Orrù, componente del CdA della Fondazione di Sardegna, e con un intervento di Lorenzo Giusti, direttore della GAMeC di Bergamo, a cui seguirà l’inaugurazione dell’opera Schiume, che sarà visitabile fino al 31 gennaio 2024.
La monografia indaga l’opera dell’artista nell’arco temporale che va dal 2013 a oggi, attraverso una ricca documentazione fotografica, tre saggi inediti di Heike Eipeldauer, Lorenzo Giusti, David Komary, Marta Papini e la prefazione di Giacomo Spissu. Ampio risalto è dato al contesto di origine, la Sardegna e in particolare Calasetta, anche attraverso una serie di fotografie in bianco e nero realizzate da Michael Höpfner.
Tra le principali e più recenti mostre di Biggio, si segnalano, nel 2022, Appunti per una archeologia del futuro, a cura di Alessandra Troncone per Fondazione La Quadriennale di Roma, a Palazzo Braschi di Roma; nel 2021, Nulla è perduto, a cura di Anna Daneri e Lorenzo Giusti, alla Gamec di Bergamo. Nel 2020 è stato tra gli assegnatari del Pollock-Krasner Foundation Grant di New York. Nel 2017 è stato artist in residence presso AIR-Krems, in Austria.
Fino al 31 gennaio, la sede di Cagliari della Fondazione di Sardegna ospiterà l’opera Schiume, uno dei lavori più recenti dell’artista, accompagnata dal contributo critico di Lorenzo Giusti. In quest’opera Biggio ricorre a un materiale per lui insolito, il poliuretano espanso. Erogato con un getto su vasche d’acqua, il poliuretano, soggetto a imprevedibili fluttuazioni, si trasforma a contatto con l’aria, sino a solidificarsi. Nonostante la loro composizione artificiale, le Schiume rimandano, nell’aspetto e nella conformazione, al mondo organico naturale. La tensione insita in questa serie è propria di tutto il lavoro di Biggio, in continuo movimento tra diverse polarità: globale e locale, indipendenza e controllo, tenuta e disfacimento, ordine e caos, naturale e artificiale.
«Con il supporto alla pubblicazione di questo libro e con la presentazione dell’opera Schiume, la Fondazione di Sardegna prosegue la sua azione di valorizzazione e promozione dell’arte contemporanea nell’ambito del programma ARS — Arte Condivisa in Sardegna», ha spiegato il Presidente della Fondazione di Sardegna, Giacomo Spissu. «Dal libro emerge il legame dell’artista con le geografie che abita e in cui la maggior parte delle sue opere prende forma e restituisce da diverse prospettive l’importanza e il senso di questo legame, raramente esplicitato dall’artista eppure molto profondo. Per Biggio, infatti, parole come: distanza, lontananza, isolamento sono intese con l’accezione di occasione e opportunità in netta contrapposizione alla negativa connotazione di limite spesso attribuita a queste categorie per descrivere la condizione di insularità. La Fondazione di Sardegna con questo progetto contribuisce a far emergere una riflessione approfondita sul rapporto tra arte, luoghi e paesaggi della Sardegna e a valorizzare la produzione artistica contemporanea della nostra isola in dialogo con quella internazionale».
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