Tony Cragg.Negozio Olivetti © FAI
È visitabile fino a settembre la mostra Le forme del vetro dedicata ai lavori di Tony Cragg, realizzata in occasione della 60 Esposizione Internazionale d’Arte grazie alla collaborazione tra il FAI, Fondo per l’Ambiente Italiano, e Studio Berengo presso il Negozio Olivetti di Piazza San Marco. L’esposizione si inserisce all’interno di uno spazio affidato dal 2011 alla cura e alla gestione del FAI, il Negozio Olivetti, progettato dall’architetto e designer veneziano Carlo Scarpa nel 1957 quando Adriano Olivetti gli commissiona la realizzazione di un ambiente che sintetizzi i valori culturali ed innovativi dell’azienda. Scarpa accetta la sfida e disegna quindi un progetto di estrema sensibilità e funzionalità allo stesso tempo che si inserisce perfettamente all’interno di una dimensione urbana fortemente storica. L’allestimento della mostra valorizza le scelte compositive dell’architetto attraverso il dialogo che le sculture di Cragg, organiche e fluide, creano con le forme pulite e razionali di Scarpa. Allo stesso modo, la presenza fortemente materica delle opere dell’artista crea una sinergia unica con la preziosità dei materiali che Scarpa seleziona accuratamente per questo spazio.
Tony Cragg nasce nel 1949 a Liverpool e si forma presso il Royal College of Art di Londra, dedicandosi sin dai primi anni all’assemblaggio, in scultura, di materiali differenti come il legno e rottami di plastica e guadagnandosi così riconoscimenti internazionali come il Turner Prize e l’assegnazione del Padiglione della Gran Bretagna alla Biennale di Venezia del 1988.
Tutte le sculture esposte sono state create a Murano in vetro soffiato e in vetro massiccio, talvolta attraverso l’antica tecnica della cera persa. L’artista, difatti, si avvicina all’arte del vetro già dagli anni Ottanta, ma è a Murano che perfeziona la sua tecnica, grazie anche alla millenaria esperienza dei maestri e alla solida collaborazione con la fornace di Berengo Studio.
L’esposizione vanta più di ventisette sculture in vetro assieme ad una selezione di disegni, sempre di proprietà dell’artista, tra cui l’opera Arabesque, in vetro nero, realizzata a partire da un gruppo di vasi di diverse dimensioni fusi insieme e ricoperti da un cordone in vetro dall’andamento irregolare che crea una forma che si avvita su sé stessa. L’artista indaga e celebra il mistero della vita attraverso delle sculture molto intense che richiamano le forme organiche e allo stesso tempo la sinuosità dello stile moresco, presente nella tradizione decorativa veneziana.
Le forme del Vetro è a cura di Cristina Beltrami e Jean Blanchaert ed è affiancata da materiale multimediale scaricabile on-line che descrive nel dettaglio il complesso processo ideativo e creativo delle sculture. Fondazione Berengo si impegna nel consolidamento del rapporto tra la tradizione vetraria muranese con l’arte contemporanea dal 2014 e lo fa attraverso numerosi eventi artistico-educatitivi che coinvolgono alcune delle personalità più significative del mondo del design, dell’architettura e dell’arte. Berengo Studio, fondato nel 1989 da Adriano Berengo, sostiene l’uso innovativo del vetro come mezzo per l’arte contemporanea.
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