Dall’esterno galleggiante di una città sospesa all’interno, solcato da correnti oceaniche, di una chiesa del IX secolo restituita alla città grazie a un progetto che parla di mari. Lo scivolare delle acque e delle terre emerse sui trenta schermi che ne scandiscono il primo volume sono i baluardi di uno sguardo rinnovato sul mondo, diviso in sette traiettorie; non più i sette mari del mito, statici nella loro pregnanza del tutto simbolica che rimandava all’infinito dipanarsi delle terre non emerse, ma prospettiva dinamica in grado di mettere in evidenza le interconnessioni dei processi ambientali ed economici in atto negli oceani, punto nevralgico di politiche ambientali scellerate. Queste direttrici scivolano attraverso i led dello schermo lasciando il tempo di intravvedere contorni familiari, in grado di collocarti in una mappa mentale nota, mentre col corpo segui il movimento liquido delle immagini che si fanno inseguire. Tra il progetto di Ocean Space e il nostro fare entra in risonanza il desiderio di creare senso, organicità e pregnanza proprio sviluppando scenari complessi, in grado di avvicinare alla realtà dei fenomeni senza cedere al desiderio deformante della pura semplificazione. Mari che sono deserti liquidi da attraversare in cerca di una salvezza, di una terra che non è mai come quella promessa. Deserti solcati da venti che portano particelle fautrici di decomposizione. Luoghi che nel giro di pochi anni non saranno più.
Ha aperto fisicamente i battenti il 27 agosto la mostra “Territorial Agency: Oceans in Transformation”, curata da Daniela Zyman, nello spazio Ocean Space nella chiesa di San Lorenzo a Venezia. L’esposizione è frutto di una ricerca interdisciplinare durata tre anni e commissionata da TBA21–Academy a Territorial Agency, lo studio fondato dagli architetti John Palmesino e Ann-Sofi Rönnskog. Chiamare mostra il complesso meccanismo ospitato dallo spazio veneziano è però riduttivo, dal momento che i dispositivi proposti da TBA21–Academy sono fortemente sincretici, tendono a coinvolgere diversi attori del mondo della scienza, della filosofia e dell’arte per produrre conoscenza intorno alla problematica centrale degli oceani e delle ingiustizie ambientali legate ad essi. La ricaduta espositiva delle ricerche commissionate dall’organizzazione è uno dei tasselli messi in gioco, aspetto fondamentale a riprova che il pensiero divergente dell’artista è in grado di dare forma a intuizioni, visualizzazioni, connessioni che possono essere un valido coadiuvante anche nel farsi dei processi scientifici. Ogni progetto viene puntellato da simposi, tavoli di confronto, produzione di azioni e di testi che facciano esplodere il tema, fino a sviscerarlo e a renderlo pubblicamente fruibile e affrontabile.
Il ribaltamento che il lavoro di John Palmesino e Ann-Sofi Rönnskog propone, corroborato dall’ingente quantità di dati rinvenuti e utilizzati per registrare l’impatto che le attività umane stanno avendo sugli oceani, permette agli spettatori di percepire con evidenza un’urgenza che sembra restare sullo sfondo del dibattito politico, quando invece dovrebbe dominarlo, viste le conseguenze che può avere sull’essere umano. Lo dimostra l’installazione “When above…”, una luce led che indica il livello dell’innalzamento del mare – + 6m nel prossimo secolo – che verrà raggiunto a causa dell’azione dell’uomo sull’ambiente e richiama l’attenzione sulla vulnerabilità dell’oceano e delle popolazioni dipendenti dal suo benessere, monito che proprio a Venezia assume tinte sanguigne.
La mostra “Territorial Agency: Oceans in Transformation”, visibile fino al 29 novembre, oltre ad essere stata preceduta dalla produzione di diversi apparati on line nei mesi del lockdown, ha dato vita al cinema galleggiante e ai Messy Studio realizzati nei giorni di opening della mostra, e proporrà le passeggiate in città Walking (The) Trajectories: Venezia come modello per il futuro? Sviluppate dai borsisti di Ocean Fellowship 2020 insieme alla mentor Barbara Casavecchia, le passeggiate sono un ciclo di “conversazioni itineranti” gratuite attraverso la città, per approfondire nello spazio urbano e lagunare di Venezia le tematiche proposte dalla mostra. Questi appuntamenti saranno attivati tutti i venerdì di settembre alle 17.30.
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