Ha avuto inizio pochi giorni fa la stagione delle gallerie a New York e ieri nel Lower East Side lâopening della TOTAH Gallery si festeggiava con il classico ricevimento affiancato da un barbecue nellâadiacente community garden, i tradizionali giardini di quartiere tanto amati dagli abitanti della zona. La mostra che inaugura lâanno nello spazio di David Totah è la personale di TR Ericsson, la sua seconda in questa sede.
Lâartista nato a Cleveland, Ohio, nel 1972 usa diversi materiali e medium (argilla, bronzo, tela, fotografia, video) arrivando a incorporare ceneri funerarie e frammenti di ossa nelle sue opere, che sono parte di collezioni che vanno da Cleveland Museum of Art al Dallas Museum of Art alla Kunsthalle Marcel Duchamp in Svizzera.
Come nella sua mostra precedente, e come tutta la sua arte degli ultimi 20 anni, il tema della sua ricerca è la madre: il momento in cui è venuta a mancare (il suicidio è del 2003) è stato uno spartiacque nella vita dellâartista (ÂŤun momento esplosivoÂť, ci ha detto). Da allora, con una meticolosa ricerca dâarchivio negli album e le storie di famiglia, la vita della donna è stata esaminata, studiata, interpretata e arriva, nella sua specificitĂ e unicitĂ a presentare e rappresentare quelle parti di non detto dei legami familiari che informano universalmente la vita di ognuno di noi.
Per Ericsson questi aspetti sono sacri, o come lui ci ha spiegato âsacrosantiâ e con il suo procedimento, che sia lâingrandimento a tutto muro di una lettera vera e propria scritta su un blocco per appunti, o lâincisione su blocco di granito da mezza tonnellata. Ne emerge una figura femminile portatrice di grazia e amore, una luce capace di illuminare il tardo pomeriggio di un giorno di fine estate, a Stanton Street.
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