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L’ex casa e studio di Jean-Michel Basquiat a New York è in affitto
Arte contemporanea
di redazione
Volete una casa d’artista, con un passato un po’ macabro e che sia già pronta per ospitare grandi cene? C’è la soluzione che fa per voi. L’ex studio e appartamento di New York dove Jean-Michel Basquiat visse e lavorò dal 1983 fino alla sua morte, avvenuta prematuramente nel 1988, è attualmente disponibile per l’affitto. Più di recente, lo spazio, che si trova su 57 Great Jones Street, tra Bowery e Lafayette, ha ospitato un esclusivo ristorante giapponese, il Bohemian. E prima del grande artista, si ritiene sia stato utilizzato dal famigerato gangster italoamericano Paul Kelly come suo quartier generale, nei primi anni del Novecento, almeno a prestare fede a quanto riporta Herbert Asbury nel suo “Gangs of New York”, libro originariamente pubblicato nel 1928 e che ha ispirato il famoso film di Martin Scorsese.
L’edificio a più livelli fu acquistato da Andy Warhol, che lo diede in affitto proprio a Basquiat, suo protetto. Secondo il rapporto di designazione, l’edificio è rimasto di proprietà della Andy Warhol Enterprise Inc. fino al 1990. Attualmente, la proprietà dell’edificio dovrebbe essere di Play Earth Inc, società che gestiva il Bohemian. Gli spazi interni sono infatti attrezzati per la ristorazione, con impianti di ventilazione appositi e cucine, ma l’agenzia immobiliare Meridian Capital Group, che gestisce le trattative, prenderà in considerazione anche altri usi.
Lo spazio di più di 2mila metri quadrati, disposti su tre livelli, con un enorme lucernario nella sala al piano terra e un soppalco open space con soffitti alti e lucernari multipli, è disponibile a 51mila dollari al mese più 9mila di tasse, secondo il Daily Beast.
Ciliegina sulla torta: nel luglio 2016, Village Preservation, in collaborazione con Two Boots Pizza, ha affisso una targa commemorativa per celebrare il soggiorno di Basquiat, ricordato anche da diverse scritte e tag che, periodicamente, compaiono sulla facciata, nonostante i lavori di ripristino dei proprietari che, evidentemente, non gradiscono i graffiti.