Vedere è un atto che diamo per scontato. Diverso è l’osservare, l’assorbire ciò che ci troviamo di fronte nella straordinaria, potenziale e monotona banalità del quotidiano. Una realtà che possiamo ignorare oppure filtrare, interpretare, rielaborare, e assimilare, facendola nostra. È ciò che fa Mirko Smerdel quando osserva gli edifici popolari nella periferia sud-ovest di Milano, nel quartiere Giambellino o alla Barona. Li fotografa, li filtra, rendendoli quasi irriconoscibili. Aggiunge e toglie elementi, anche grazie a una carta trasparente e a uno strato di olio. I colori sono quasi non-colore, le forme si confondono e le ombre, come quelle dei balconi, si trasformano in piccoli squarci irregolari.
Lo stesso vale per Ettore Favini che partendo da una scritta anonima, “MARE DEI POVERI”, in una fotografia che sembra sospesa nel tempo dà forma — seppur nascondendola — alla socialità che, a volte, può irrimediabilmente trasformarsi in perdita e dolore. Perché ad essere fotografato è un tratto delle acque del Canale Vacchelli a Crema dove d’estate molta gente fa il bagno, nonostante un’ordinanza del 2017 del Sindaco che vieta espressamente la balneazione, e dove, a causa delle correnti, molti hanno perso la vita. Oppure un suo gesto semplice, come buttare un sassolino nell’acqua a creare un cerchio, rompe il silenzio e la totale inerzia e impotenza di un forzato lockdown durante il quale però la natura sembra tirare un sospiro di sollievo.
Sono alcune delle opere esposte nella mostra dal titolo evocativo “Ligéra” che rimanda a quella microcriminalità presente a Milano fino alla prima metà del XX secolo ad opera di criminali comuni, borseggiatori, truffatori, ricettatori… ma con un animo anarchico. Una storia popolare che nel tempo, di racconto in racconto, si è fatta quasi mitologica — è ampia la bibliografia intorno al fenomeno e l’interesse di scrittori e storici. È con lo stesso atteggiamento che un gruppo di amici/artisti/colleghi (Alberto Bettinetti, Marco Bongiorni, Ettore Favini, Dario Pecoraro, Angelo Sarleti, Mirko Smerdel e Marco Trinca Colonel) si è riunito, sotto l’egida dell’associazione Formidabile Lambrate, “con spirito leggero, indipendente, senza regole e quasi anarchico ai margini di uno scalo ferroviario. Un incontro mosso dal piacere e dalla necessità di ritrovarsi e raccontarsi. Ognuno mostra un aspetto della propria ricerca, senza pensare all’opera come oggetto, ma come parte di un percorso che condivide con gli altri”. Con un obiettivo comune: offrire sempre nuove prospettive sul presente., invitandoci a non dare mai per scontato l’atto del vedere. Fino al 16 febbraio 2022, su appuntamento. Per informazioni e prenotazioni visite: bongiornimarco@gmail.com o ettore.favini@gmail.com
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