Fondata nel 2018 da Cristian Contini e Fulvio Granocchia, la galleria Cris Contini Contemporary inaugurerà la sua nuova sede a Londra il 13 giugno, con la mostra VIVID dell’artista inglese Mark James. Il nuovo spazio, che si estende su due livelli, è situato a Notting Hill, al numero 1 di Lonsdale Road, a pochi passi dalla famosa Portobello Road, in una zona dinamica e aperta alle nuove tendenze. «Siamo felici di aprire la nostra nuova galleria a Notting Hill – dichiarano Cristian Contini e Fulvio Granocchia – e inaugurare con la creatività di Mark James, che si integra perfettamente con lo spirito innovativo della nostra galleria e con il nostro impegno a offrire un’esperienza artistica unica al nostro pubblico».
Con sedi e uffici a Milano e Bruxelles, la galleria ha anche organizzato il Padiglione di San Marino alla Biennale Arte di Venezia del 2022, situato negli spazi rinascimentali di Palazzo Donà dalle Rose. Il portfolio è eterogeneo e comprende artisti internazionali già storicizzati o emergenti, dai grandi maestri come Roy Lichtenstein, Pablo Picasso, Lucio Fontana, Andy Warhol e Robert Indiana ad autori come Endless, Antonio Freiles, Michelangelo Galliani, Ferruccio Gard, Michal Jackowski, Gioni David Parra, Jeff Robb e Simon Berger.
Inoltre, Cris Contini Contemporary sostiene attivamente artisti che lavorano con materiali rinnovabili, come David Begbie, o progetti di sensibilizzazione ambientale come We are Plastic di Elisa Cantarelli, oltre a interventi di responsabilità sociale come OG2020 di Cristiano Petrucci per Save the Children.
Noto per FREEZE, documentario (1993) incentrato su Damien Hirst e sugli YBA – Young British Artists, James ha studiato Belle Arti al Goldsmiths College di Londra, luogo di formazione di quella generazione di artisti ribelli e geniali emergente in quegli anni. Ha proseguito poi gli studi artistici con un master in cinema e televisione presso il Royal College of Art. In seguito alla collaborazione come assistente del noto professore del Goldsmith College di Londra Sir Michael Craig-Martin e a un periodo da regista, l’artista è tornato a dedicarsi a pieno regime alla pittura.Tra i soggetti di altri film figurano Carl Andre, Richard Hamilton, Picasso e Matisse, Van Gogh, oltre a celebri figure del mondo della danza, dell’architettura e della musica. E poi, la svolta pittorica.
«Tracciare un percorso creativo diverso a metà carriera – commenta Michael Craig-Martin – è una sfida spaventosa e rischiosa ma, come si può vedere nel suo nuovo lavoro, Mark vi è riuscito. Sono veramente contento che abbia l’opportunità di presentare i suoi dipinti a un pubblico nuovo e più ampio, inaugurando la riapertura della Cris Contini Contemporary a Londra».
Il processo di creazione delle sue opere si è evoluto nel tempo. Inizialmente, consisteva nella trasformazione di alcune fotografie in bianco e nero dell’ambiente circostante in disegni con forme semplificate. Successivamente, le sue creazioni sono diventate sempre più autonome dall’osservazione e astratte, portando l’artista a sviluppare un suo “linguaggio” visivo distintivo.
In questa occasione, James presenterà 22 nuovi dipinti e due stampe in edizione limitata. Colorati e gioiosi, sono strutturati in modo puntuale per creare giustapposizioni di forme, spazi e colori, evocando un’estetica del modernismo di metà secolo. Il critico d’arte di The Sunday Times Waldemar Januszczak ha definito il suo stile “Suprematismo pop”.
La tavolozza di colori utilizzata da James è dominata da tonalità di rosso e blu, calde e vivaci, spesso equilibrate da tonalità terrose come ocra gialla e terra di Siena naturale, e da combinazioni contrastanti come magenta accanto a terra d’ombra bruciata o giallo di Napoli accanto a cremisi d’alizarina. Le tele sono intitolate con nomi ispirati ai suoni e ai brani dell’epoca del jazz e dello swing. «Sebbene i dipinti non siano ispirati a canzoni specifiche – racconta l’artista – utilizzo i titoli delle canzoni per dare un nome alle mie opere, selezionando la musica che ritengo risuoni maggiormente con ciascun dipinto. Mi piace particolarmente la musica jazz e lo swing, molte persone hanno commentato che i dipinti hanno una sorta di “vibrazione” jazz».
Sono dipinti con una forte identità personale. «In un certo senso – spiega James – le mie opere non significano nulla, sono ciò che sono, proprio come “un albero è un albero bello”. Così come le esperienze che suscitano emozioni, sentimenti e sono il preludio a ogni sorta di piacere umano privato e condiviso, spero che anche i miei dipinti facciano lo stesso nel mondo».
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