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Lorenzo Vitturi, El camino y nada más – Neutro
Arte contemporanea
Per la sua quarta mostra dall’apertura, Neutro, lo spazio espositivo composto da sei grandi bacheche nel pieno centro di Reggio Emilia, presenta fino al 15 gennaio 2022 la mostra “El camino y nada más” di Lorenzo Vitturi. L’intervento è esito di un processo che si pone come punto di incontro tra i due linguaggi utilizzati dall’artista: fotografia e scultura.
Il progetto è una costola di Caminantes, progetto su cui Vitturi sta lavorando dal 2017, a partire un viaggio che appartiene alla storia della sua famiglia, ovvero quello che ha permesso, negli anni ‘70 in Perù, la conoscenza dei suoi genitori.
La mostra, infatti, è a pieno titolo un viaggio tra Murano e Lima narrato dall’intervento site specific dell’artista che racchiude fotografie che ritraggono elementi del paesaggio andino e della vita quotidiana veneziana con inserimenti di materiali differenti che legano le due culture, come legni pigmentati, lastre di vetro fusione di Murano, filati peruviani. Le opere sono immagini che prendono forma dentro alle bacheche, quindi sculture tridimensionali che il contenitore e la prospettiva schiacciata rende a loro volta fotografie.
I fondatori di spazio Neutro ci spiegano: “L’idea di accompagnare le esposizioni con una pubblicazione è nata per tenere traccia dell’intervento degli artisti ospitati, data la natura spesso effimera delle opere. Il suo formato ricalca le peculiarità dello spazio: una busta trasparente rappresenta le bacheche, un display al cui interno sono raccolti ed esposti i lavori dell’artista, riprodotti forma di schede libere, senza un inizio ed una fine o un ordine prestabilito.
La pubblicazione si pone anche come un diverso modo di fruizione dell’esposizione, più lento e privato, di approfondimento, attraverso la lettura del testo contenuto all’interno, redatto di volta in volta da una figura terza scelta in relazione al progetto esposto.”
Per la pubblicazione legata alla mostra di Lorenzo Vitturi è stato invitato Cosimo Bizzarri, il cui intervento si inserisce come prologo di questo viaggio, che ci porta metaforicamente all’aeroporto internazionale di Jorge Chavez di Lima, Perù nel 1974 quando il padre di Vitturi arriva in queste terre per aprire un laboratorio di vetro di murano.