Alcuni critici, persone evidentemente poco pazienti, biasimavano John Cage per aver creato dei componimenti troppo lunghi. Ma se i quattro minuti e 33 secondi di silenzio – la famosissima opera del 1952, in tre movimenti e per qualunque strumento musicale o ensemble – possono sembrare una infinità, allora quali termini temporali si potrebbero richiamare, per definire Organ²/ASLSP? Composto nel 1987 dal grande compositore e teorico statunitense, il brano per organo potrebbe infatti dilatare la sua esecuzione all’infinto. Mentre nel pianoforte l’emissione è condizionata dal tempo di vibrazione delle corde, nell’organo la nota può durare per tutto il tempo in cui l’aria passa attraverso le canne, quindi potenzialmente per sempre, considerando anche che l’autore, scomparso nel 1992, non diede mai indicazioni sull’andamento o sulla velocità della partitura. Tranne una, racchiusa nel titolo, As Slow As Possibile, cioè il più lentamente possibile. E dunque, la questione riguarda non tanto la pazienza quanto la possibilità di suonare, di ascoltare e anche, in effetti, di tramandare “oralmente” un’emissione sonora, immateriale tranne che per la parte strumentale che, a sua volta, apre ulteriori prospettive meccaniche, concettuali e poetiche.
La prima del pezzo, nel 1987, durò poco meno di 30 minuti. Ma le esibizioni successive, inclusa un’interpretazione del 2009 dell’organista Diane Luchese, durarono fino a 14 ore e 56 minuti. Una delle versioni più famose di questa composizione è quella iniziata il 5 settembre 2001, nel giorno dell’ottantanovesimo anniversario della nascita del compositore, nella chiesa di Sankt-Burchard ad Halberstadt, in Germania. Dopo una pausa di 17 mesi, il 5 febbraio 2003 è stato toccato il primo accordo, che è stato poi suonato ininterrottamente fino al 5 luglio 2005.
La riproposizione dell’opera fu discussa nel 1997, durante una conferenza nella quale si decise di trovare un modo di suonare il brano il più lentamente possibile. Alla fine, si stabilì la durata in 639 anni, numero scelto per ricordare la prima installazione permanente documentata di un organo, che avvenne nel 1361, proprio nella cattedrale di Halberstadt.
Fu quindi necessario progettare un organo speciale, completato nel 2001 e collocato nella chiesa di Sankt-Burchard – che è stata fondata intorno al 1186 dal vescovo Burchard I di Halberstadt – nel transetto destro, con un mantice che fornisce costantemente aria alle canne posto sulla sinistra. Da quel momento, lo strumento suona ininterrottamente 24 ore su 24, 7 giorni su 7, tranne che durante le pause. L’organo è solitamente custodito all’interno di un cubo di vetro per ridurre il volume e per suonare le lunghissime note si usano dei sacchetti di sabbia che, posizionati sui pedali, vengono spostati in date e orari prestabiliti, per seguire l’esatta partitura del brano e il tempo di esecuzione scelto.
Alle 15:33 del 5 luglio 2008, al termine di un accordo iniziato il 5 gennaio 2006, sono state aggiunte due nuove canne per consentire di suonare la nota successiva. Il 5 luglio 2012 sono state aggiunte altre due canne. Gli ultimi due cambi di nota sono avvenuti il 5 ottobre 2013 e il 5 settembre 2020. Un nuovo cambio di accordo è avvenuto lunedì scorso, 5 febbraio 2024, ed è stato ascoltato da decine di persone emozionantissime per un evento che spinge i limiti dell’immaginazione. Il prossimo cambio sarà in programma il 5 agosto 2026. Secondo questo tempo di esecuzione, il brano finirà il 4 settembre 2640. Mancano dunque 616 anni. Sarà un sabato.
Per ascoltare l’ultima nota è possibile acquistare un biglietto, che andrà a sostenere la Fondazione che si occupa di tenere attiva l’opera. «Non puoi andare a quell’appuntamento? Non potrai partecipare? Non importa. Il biglietto è trasferibile. Invita semplicemente i tuoi discendenti. Puoi anche rivendere il biglietto in un secondo momento se all’improvviso decidi di fare qualcos’altro».
Cosa succederà nel frattempo? Difficile dirlo ma si può guardare dall’altra parte, ritroso, quando, circa sei secoli fa, il Rinascimento iniziava a sviluppare la propria cultura in Europa. Di quella società ci sono pervenute alcune, preziosissime testimonianze che, sotto varie forme e in diversi ambiti, agiscono ancora oggi, dalla banca di Siena (1472) alla Gioconda (1503-1506). Riusciremo a farci carico della responsabilità di far esistere quest’opera di John Cage il più a lungo possibile?
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Dddddeeeeeemmmmmmeeeeennnnnnzzzzzziiiiiiiiaaaaaaaaaàllllllllleeeeeeeee
Questa non è Arte, questo è Fantozzi.
Lo trovo molto poetico. Un'opera che supera i limiti di una singola vita umana, un po' come le 7000 querce di Beuys.