Per celebrare i 100 anni dell’Istituto LUCE, prezioso tesoro di memoria della cultura nazionale e internazionale, è stata presentata la nuova opera digitale di Quayola, LUCE – Relazioni temporali e nuovi dipinti algoritmici, ospitata nello Smart Stage del Teatro 18 di Cinecittà.
Quayola ha infatti utilizzato avanzati software di analisi per esaminare migliaia di immagini e video dell’Archivio Luce per estrapolare dati relativi a precise caratteristiche, movimento e composizione, che sono stati poi trasformati in dipinti digitali, dando nuova vita ai materiali storici. L’opera di Quayola, che rappresenta una straordinaria ibridazione tra tradizione pittorica e innovazione tecnologica, ben incarna l’essenza e la volontà del nuovo corso dell’Istituto Luce, che intende fare cultura e non semplicemente conservarla.
Chiara Sbarigia, presidente di Cinecittà, sottolinea l’importanza di questa opera nell’ambito del programma culturale di Cinecittà, evidenziando come esso si inserisca in un percorso di multidisciplinarietà e ibridazione dei generi, che vuole proposi come «un laboratorio di ricerca aperto ai dibattiti del nostro tempo e alle forme d’arte più innovative per offrire esperienze diverse come l’educazione, il piacere, la riflessione e la condivisione di conoscenze al servizio della collettività».
«L’opera-evento di Quayola esalta il nostro passato e lo traghetta alle generazioni future nella forma di un’espressione artistica inedita che fonde creatività e nuove tecnologie, un progetto in cui centrale resta l’ingegno umano», ha continuato Lucia Borgonzoni, Sottosegretario alla Cultura, sottolineando come essa rappresenti una forma di conservazione e promozione del nostro attuale e ricchissimo patrimonio culturale.
Il Teatro 18 di Cinecittà, uno degli spazi più grandi d’Europa per riprese virtuali, sarà il palcoscenico di questa installazione immersiva, il suo monumentale ledwall offrirà una visione senza precedenti dell’opera, permettendo agli spettatori di immergersi completamente nell’estetica algoritmica di Quayola.
L’elemento centrale della sua indagine estetica è infatti la fallibilità della macchina, che viene presentata con tutte le sue incertezze ed errori, andando a creare una “poetica dell’errore”. È sulla collaborazione uomo-macchina, che l’artista vuole orientare la nostra attenzione, capace di ampliare l’universo di senso umano, portandoci verso vari ed altri vocaboli artistici.
La nuova opera di Quayola, esempio perfetto di come l’Istituto Luce guardi al futuro, creando cultura attiva e dinamica, segna un importante passo avanti nella celebrazione del centenario di questo pilastro della memoria e dell’immaginario degli italiani, offrendo un’esperienza unica che unisce arte, tecnologia e storia.
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