Dal 16 gennaio al 19 aprile 2025, in Arabia Saudita, l’AlUla Arts Festival, nell’ambito del progetto Wadi AlFann, presenterà una mostra dedicata a James Turrell, pioniere del movimento Light and Space. Curata da Michael Govan, CEO del LACMA – Los Angeles County Museum of Art e curatore della retrospettiva di Turrell svoltasi nello stesso museo tra il 2013 e il 2014, l’esposizione apre una nuova prospettiva sulle influenze artistiche di Turrell e anticipa il suo nuovo e ambizioso progetto di Land Art promosso dal regno saudita.
Wadi AlFann, che significa Valle delle Arti, farà diventare il deserto di AlUla una meta internazionale di primo piano dedicata all’arte contemporanea. Le opere di Turrell, insieme a quelle di artisti del calibro di Agnes Denes, Michael Heizer e Ahmed Mater, saranno installate permanentemente nell’imponente paesaggio millenario. Un progetto ambizioso e anche controverso, in un momento in cui i concetti di paesaggio naturale e antropico sono sottoposti a una ridiscussione dei termini. In questo senso, l’arte di Turrell, che spesso si fonda su un approccio minimale e geometrico, può però rappresentare una sfida o, almeno, un compromesso per una riflessione sulla natura dell’essere umano e sulla sua relazione con l’ambiente.
«Attraverso questa mostra celebriamo il percorso verso l’apertura di Wadi AlFann, mettendo in evidenza il paesaggio mozzafiato e l’eredità culturale di AlUla, fonte di ispirazione per un’arte che dialoga con la natura», ha spiegato Nora Aldabal, direttrice delle Arti e Industrie Creative della Royal Commission for AlUla.
La mostra dedicata a Turrell, ospitata nel quartiere artistico di AlJadidah ad AlUla, è dunque parte del programma pre-apertura di Wadi AlFann. Focus dell’esposizione, una serie di opere iconiche che esplorano la luce come linguaggio espressivo, affiancate da rendering, mappe e progetti relativi alla monumentale installazione che l’artista statunitense, classe 1943, sta progettando per Wadi AlFann. Tra le opere esposte, spiccano Alta (1968), una proiezione angolare che trasforma una stanza in un prisma luminoso, e Jubilee, Circular Glass (2021), un disco di vetro circolare che ipnotizza con le sue impercettibili transizioni cromatiche.
Questi lavori, che agiscono sul limite tra percezione e realtà , anticipano l’approccio immersivo della commissione per Wadi AlFann: una sequenza di camere scavate nella roccia del canyon. «Il mio lavoro esplora la “materialità della luce” e la relazione tra cielo, terra e percezione», ha dichiarato Turrell. Il progetto prevede la costruzione di quattro Skyspaces, camere che incorniciano il cielo con una precisione millimetrica, offrendo un’esperienza intima della luce naturale tipica di AlUla, dove l’aria secca e cristallina del deserto accentua la brillantezza del cielo.
«Ho visitato per la prima volta il sito di Wadi AlFann nel 2020. Sono rimasto sorpreso dal fatto che le formazioni di arenaria fossero molto simili a quelle dell’Arizona», ha raccontato Turrell. «Avevo molta familiarità con quel tipo di paesaggio e stranamente mi sentivo a casa a lavorare lì. Il lavoro previsto per Wadi AlFann avrà due grandi Skyspace e due piccoli Skyspace, ognuno dei quali affronterà aspetti diversi del cielo. Tutti i miei Skyspace sfruttano la luce naturale della zona».
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