Era stata riallestita lo scorso marzo, in occasione dell’Art Week, nel Tempio Crematorio all’interno del Cimitero Monumentale e oggi “ritorna” nel luogo in cui ha avuto origine, la GAM – Galleria d’Arte Moderna di Milano: si tratta di Lullaby, l’opera realizzata da Maurizio Cattelan nel 1994, composta da due grandi pallet di legno sui quali poggiano altrettanti involucri di plastica pieni di detriti, prelevati dagli edifici danneggiati dalla bomba esplosa il 27 luglio 1993, a via Palestro. Predisposta per mandato dei potenti esponenti di Cosa Nostra, Salvatore Riina e Bernardo Provenzano tra gli altri, l’autobomba brillò poco dopo le 23, provocando l’uccisione di cinque persone e il ferimento di altre 12. L’impatto danneggiò anche alcuni ambienti della vicina Galleria d’Arte Moderna e causò il crollo del muro esterno del PAC – Padiglione di arte contemporanea.
Antimonumentale, antieroica e iconica, espressiva e concettuale, come solo Cattelan e pochi altri riescono a fare, Lullaby, che preleva letteralmente le macerie della cronaca e i suoi drammi, è una delle opere d’arte contemporanea più intimamente connesse alla storia di Milano. Tuttavia è stata esposta per la prima volta nella città meneghina solo pochi mesi fa, al Cimitero Monumentale appunto. In quella occasione fu annunciata anche la volontà di Maurizio Cattelan di donare l’opera al Museo del Novecento, gestito dalla Direzione Cultura del Comune di Milano, sotto la cui egida ricadono le collezioni civiche e, quindi, anche la GAM. Qui è stata allestita nella cornice neoclassica della Sala da Ballo, in stretta relazione con il Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo, che fino al luglio 2022 era esposto al Museo del Novecento, come a tracciare un filo tra l’inizio e la fine di un secolo, con tutto il portato ideologico di una parabola simile.
«Maurizio Cattelan dimostra ancora una volta un affetto profondo per Milano», così l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi ha commentato il nuovo allestimento alla GAM: «Lullaby è un’opera potente e simbolica, che racconta con efficacia straordinaria un pezzo di storia dolorosa della nostra città. Per questo è particolarmente significativo che entri a far parte delle collezioni civiche». Ricordiamo che la GAM, come il Museo del Novecento e Palazzo Morando, la casa museo Boschi Di Stefano e lo studio museo Francesco Messina, fanno parte del nuovo Polo Museale del Moderno e Contemporaneo del Comune di Milano, diretto da Gianfranco Maraniello.
L’opera fu esposta per la prima volta nel 1994, durante la prima mostra personale all’estero di Cattelan, presso la Laure Genillard Gallery di Londra e, in contemporanea, a una collettiva al Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris. Nella versione londinese, una parte dei detriti è contenuta in un borsone da viaggio blu, simile a quelli usati per raccogliere il materiale delle demolizioni o per trasportare la biancheria contaminata degli ospedali. Nel 2020, la casa d’aste Phillips mise in vendita l’opera, senza però riuscire a trovare un acquirente. Fu quindi lo stesso Cattelan a riacquistarla, per una somma non rivelata pubblicamente. Alla GAM è esposta invece la versione parigina, con i detriti prelevati dal PAC raccolti in 40 sacchi di plastica bianca stoccati su due pallet.
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