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Luna Luna, il mitico parco giochi d’arte contemporanea riapre a Los Angeles
Arte contemporanea
di redazione
Jean-Michel Basquiat realizzò la ruota panoramica, mentre Salvador Dalì non poteva che occuparsi della casa degli specchi. La stanza delle ombre, invece, la progettò Georg Baselitz. E poi il carosello di Keith Haring, il labirinto di Roy Lichtenstein con musiche d’accompagnamento di Philip Glass, l’albero incantato di David Hockney, una super altalena di Christian Ludwig Attersee, il termometro dell’amore di Rebecca Horn, la camera delle ombre di Georg Baselitz e altre decine di giostre, per un Luna Park da manuale d’arte contemporanea. Si tratta di Luna Luna, il mitico parco giochi, con giostre tutte firmate e rigorosamente vere, da fruire in prima persona, curato alla fine degli anni ’80 dall’artista austriaco André Heller. Aprì dal 4 giugno al 31 agosto 1987, ad Amburgo, in Germania, accogliendo circa 250mila ospiti. Il biglietto costava 20 marchi tedeschi, i bambini entravano gratis, in programma un tour in tutta Europa, sul modello dei circhi itineranti. Ma alla fine, per problemi finanziari, le giostre furono smontate e mai più rimesse in moto. Fino a oggi: Luna Luna ha finalmente riaperto e adesso è visitabile in un magazzino di Los Angeles.
Dopo anni di abbandono (qui potete leggere tutta la storia), tra il 2019 e il 2020 il rapper e produttore Drake riaccese la luce, acquistando le opere, che erano rimaste accatastate per 35 anni in un deposito in Texas, dalla Birch Foundation che, a sua volta, le aveva comprate nel 1990 per 6 milioni di dollari. Non si sa quanto Drake abbia pagato per Luna Luna ma, a quanto pare, l’investimento totale, erogato attraverso la società di intrattenimento DreamCrew, avrebbe superato i 100 milioni di dollari. I lavori di restauro delle giostre d’arte sono durati circa un anno, con la supervisione di un team curatoriale composto da personale della Tate Modern e dello Shed, sotto la guida della consulente e storica dell’arte Helen Molesworth.
Luna Luna: Forgotten Fantasy è ora in mostra a Los Angeles ma parte di quell’atmosfera gioiosa si è persa. Gli spazi un po’ cavernosi del magazzino di Los Angeles non sono certo evocativi come un cielo stellato e poche giostre possono essere effettivamente usate, visto che, nel frattempo, gli standard di sicurezza per la fruizione si sono fatti più stringenti. Gli ospiti possono solo sposarsi presso la cappella nuziale di André Heller, pagando un costo aggiuntivo di 10 dollari sul prezzo del biglietto (la tariffa base è di 20 dollari). Gli ospiti con il Moon Pass possono anche entrare nei due padiglioni di David Hockney e Salvador Dalí. Dopo l’esposizione di Los Angeles è previsto un tour mondiale ma le tappe non sono state ancora rese note.